martedì 3 luglio 2012

"COSTRUIRE UN ARCHIVIO DEGLI SPORCACCIONI" - DOMENICO CALABRESE TORNA SUL PROBLEMA DEGRADO AMBIENTALE.

Egregio sig. Franco Arpa,

Sarò lieto, prima o poi di conoscerla personalmente, nel frattempo le scrivo per dirle che proprio nel suo sito ho letto qualche commento alla mia lettera al Sindaco di Oria di lunedì scorso, 25 giugno, e vorrei qui precisare che:

- Qualcuno ha pensato di dare una valenza “politica” alle mie parole (parlando di boomerang politico o cose simili). In realtà, tutto ciò è fuori luogo ed è ben lontano dai miei intenti. Quando ho scritto che “qualche volta sarebbe opportuno che il Sindaco lasciasse temporaneamente la sua comoda poltrona e si facesse una passeggiata per le campagne circostanze, magari assieme a tutta la sua giunta ed ai suoi consiglieri”, non ho inteso effettuare attacchi né di tipo politico né, ovviamente, di tipo personale alle autorità cittadine (Sindaco e giunta comunale). Anzi, nelle due occasioni in cui in passato ho avuto approcci col Sindaco (nel “giorno del ricordo” del 10 febbraio scorso, come già avevo scritto, e in un’ altra occasione per cercare un aiuto linguistico, oltre al mio e quello di mia moglie, ad un ragazzo straniero che pur frequentando il liceo di Oria non proferiva in realtà una sola parola d’ Italiano e non aveva avuto alcun sostegno dalla scuola) ho trovato sempre una persona disponibile e sensibile.

Ho voluto però stigmatizzare quella che a me sembra un’ inaccettabile inefficienza dell’ amministrazione attuale (così come delle varie amministrazioni che negli anni o nei decenni si sono susseguite in precedenza), difronte ad un problema (quello della sporcizia) che io considero gravissimo e gravissimo, le assicuro, sarebbe ritenuto altrove ma che, evidentemente, non è percepito tale da queste parti: tant’ è vero che passano gli anni, cambiano le giunte e tutto resta immutato! Frequento Oria da ben più dei tre anni che mi vedono cittadino Oritano, poiché qui sono le mie origini (mia mamma è oritana ed anch’ io sono nato a Brindisi) e io stesso, prima di dovermi trasferire qui in pianta stabile, usavo tornare a Oria quasi ogni estate, da buon emigrato che ritorna al suo paese. E posso dire che ho sempre visto le campagne di Oria conciate a questo modo, cioè come una pattumiera a cielo aperto. Quindi, se qualcuno volesse proprio fare un atto di accusa, quest’ atto andrebbe fatto non a questa o a quella giunta (che all’ atto pratico si rivelano tutte uguali) ma a tutti quanti noi: a quella (presumo minima) parte di cittadinanza che sporca e a quella gran parte che, passiva, accetta tanta sporcizia e, peggio ancora, accetta la passività delle varie giunte…

- Inoltre, quando ho aggiunto che “sarebbe persino un bel gesto se, una volta tanto, Sindaco e giunta si facessero questo giro armati di guanti e mascherina, cercando di coinvolgere quanti più cittadini in quest’ azione di pulizia collettiva” ho aggiunto quello che davvero penso e cioè che, per il livello di degrado ambientale cui oramai si è arrivati nelle campagne (e in qualche caso nel centro urbano: vedere per esempio le aree circostanti alle campane per la raccolta del vetro), occorre davvero un’ azione collettiva di ripulitura; azione che, per la vastità del fenomeno, non credo che possa essere demandata alla sola Monteco ma che dovrebbe vedere coinvolti tutti quanti i cittadini di buona volontà. (Me compreso, ovviamente, e figure rappresentative del governo oritano comprese). Come organizzare tale attività (quanti giorni, quante squadre, la ripartizione delle contrade, gli strumenti da usare, lo stoccaggio temporaneo delle porcherie ecc.) sarebbe poi un progetto che andrebbe sviluppato da tecnici competenti (magari dalla Monteco stessa). E mi chiedo allora: perché a Oria si riesce ad organizzare una manifestazione di protesta dei giovani (come la manifestazione “Oria unita” dello scorso 3 giugno, a seguito dell’ attentato all’ istituto “Morvillo Falcone” di Brindisi) e non si riescono a coinvolgere i giovani in un’azione di ripulitura del proprio territorio, sulla falsariga di quanto fa, per esempio, Legambiente con le spiagge ? La mia impressione è che, in fondo, non gliene freghi niente a nessuno: né a giovani né ad anziani, né ai comuni cittadini né, in definitiva, alla giunta. Siamo Oritani, mica Svizzeri: vivi e lascia vivere! La giunta, qualunque sia, farà qualche bel proclama, il sindaco di turno farà qualche inutile ordinanza, qualche comunicato minaccioso e poi… è tutto lì, come prima e più di prima. Non è che forse anche per chi è chiamato ad amministrare la città vale, in fondo, il motto “Vivi e lascia vivere (e, magari, votami ancora, visto che ti ho lasciato vivere…)” ?


Peraltro, partire dalle scuole mi sembrava la cosa più facile, ma ormai le scuole sono chiuse e le varie attività ludiche, sportive e post-scolastiche sono anch’ esse terminate. Le scuole potevano (o, in futuro, potrebbero) essere i posti giusti non solo per fare la solita lezioncina di educazione civica o ambientale ma anche per reclutare le braccia che, assieme a tanti adulti di buona volontà, si mettessero a ripulire seriamente le campagne impiegando qualche pomeriggio, qualche sabato o qualche domenica. In un paese ove le persone “si scaldano” e sono pronte ad accorrere in massa solo dietro a qualche statua (San Cosimo, San Barsanofio, qualche Madonna…) o, tutt’al più, dietro alla bandiera della squadra di calcio che vince scudetto o coppa, forse sarebbe ora che i Migliori, gli Eletti (nel senso anche etimologico del termine: i prescelti) cercassero finalmente di coinvolgere maggiormente i cittadini in iniziative o, addirittura, in decisioni che riguardano la loro stessa vita, cercando di sensibilizzarli su altre dimensioni. Non c’è solo la dimensione ultraterrena (leggi statue di Santi e Madonne regolarmente scarrozzate per le vie del paese con tutto il codazzo di devoti) e la passione sportiva (leggi bandiere di club calcistici) !

- Oltre che un’ azione di “ripulitura collettiva” credo che sia davvero necessaria un’ incisiva azione di repressione. So bene, per esempio, che l’ apertura dei sacchetti giuridicamente non ha ancora di per sé rilevanza probatoria poiché manca la “flagranza”; tuttavia se combinata con altri elementi (p. es. qualche testimonianza diretta, ricorrenza di determinati indizi in date e sacchetti diversi) in qualche caso tale prova è stata accettata anche in sede di giudizio. C’ è una giurisprudenza in proposito e ci sono organizzazioni disponibili a dare il proprio supporto, giuridico e non solo, in merito (cfr. per esempio www.dirittoambiente.net ). D’ altronde: se altrove si ricorre a questo strumento (o anche alla videoregistrazione dei luoghi eletti a scarico abusivo) anziché agli sterili proclami del primo cittadino forse qualche motivo ci sarà... Si provi magare a contattare quei comuni che con successo (o anche con successi alterni o fallimenti) hanno già affrontato questo problema. E poi: non è affatto detto che si debba per forza arrivare al giudizio. Quando un giorno il sig. Sporcaccione si vede convocato da qualche parte (in Comune, presso i vigili ambientali, presso i vigili urbani, presso l’ ente di raccolta, ecc. …) a dover giustificare la presenza della propria corrispondenza in un certo sacchetto e si vede poi riconvocato uno o due giorni dopo per lo stesso sacchetto (o per altri sacchetti ancora), potrebbe anche verificarsi che gli passi la fantasia di scaricare le proprie cose ovunque. Insomma, se l’ amministrazione comincia a dargli noie, a fargli perdere tempo (o, addirittura, a toccarlo nel portafoglio con verbali che comunque dovrà prendersi la briga di contestare), oppure a “sputtanarlo” come hanno fatto in talune parti d’ Italia (persino qui vicino, in un comune chiamato Torchiarolo), vogliamo vedere che ai più passa la voglia di sporcare ? Se cominciamo a piazzare qualche telecamera (persino non dichiarata) presso le campane per la raccolta del vetro giusto per sapere quali targhe o quali individui usano accostarvisi per scaricare rifiuti di ogni genere, vuoi vedere che dopo un po’ il Comune riesce a costruirsi un archivio degli Sporcaccioni e, in definitiva, a crearsi i presupposti per intervenire in “flagranza” di reato ? E se in forma più o meno “ufficiale” si incoraggiasse (e magari si premiasse) la delazione ?

Insomma, non credo affatto che il problema sia di facile e rapida soluzione ma credo tuttavia che ci voglia una determinazione direi quasi maniacale nel perseguire il risultato. Mi chiedo allora se, qui a Oria, c’ è o ci sarà mai tale determinazione nei cittadini e nell’ autorità eletta; oppure se non sia più comodo “vivere e lasciar vivere” senza rompere le scatole a nessuno... In fondo, che vuoi che sia un po’ di sporcizia ?

Con l’occasione ringrazio e porgo distinti saluti a tutti quanti.

Domenico Calabrese
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