Sapete perchè ve lo chiedo? Sempre il relazione alla mia curiosità circa il "bilancio riequilibrato" (???') del nostro Comune.
Curiosando in rete ho pescato qualcosa che può interessarci anche, e soprattutto circa il bilancio riequilibrato. Ovviamente essendo io un ignorante mi piacerebbe ricevere un contributo qualificato da parte di qualche esperto.
[............... Tuttavia, come chiarito dall'Anci, anche negli enti che non hanno ancora approvato il preventivo, grazie alla proroga del relativo termine al 31 ottobre, è opportuno che venga fornita al consiglio comunale un'informativa sull'andamento della gestione finanziaria, con riguardo sia alla competenza (accertamenti e impegni) che ai residui, come previsto dal comma 2 dell'art. 193 citato. A tal fine, occorre certamente tenere conto anche dei nuovi tagli previsti dal dl 95, sebbene manchi ancora il provvedimento di riparto. Per stimare la propria riduzione, i singoli comuni possono procedere nel seguente modo. In prima battuta, occorre calcolare l'importo relativo alla spesa per consumi intermedi realizzata in termini di cassa nel 2011..............Fonte ItaliaOggi -]
Il gong per l'utilizzo dei criteri di virtuosità al fine di differenziare i tagli ai trasferimenti statali (ora fiscalizzati) nel 2012 è inutilmente suonato il 30 settembre, per cui ora subentra il meccanismo sostitutivo del taglio proporzionale. La manovra correttiva dell'estate scorsa (articolo 14 del decreto legge 78/2010) aveva stabilito per il 2012 il taglio degli assegni statali destinati ai Comuni soggetti al Patto di stabilità di 1 miliardo, in aggiunta al l'importo di 1,5 miliardi decurtato nel 2011 (per le Province rispettivamente 300 e 500 milioni). La ripartizione sarebbe dovuta avvenire secondo i criteri fissati in sede di Conferenza Stato città e autonomie locali, tenendo conto dei parametri relativi a: rispetto del patto di stabilità interno, minore incidenza percentuale della spesa per il personale rispetto alla spesa corrente e conseguimento di adeguati indici di autonomia finanziaria. Nell'ipotesi di mancata intesa entro il termine del 30 settembre, il decreto legge fissa il criterio proporzionale, già utilizzato per i tagli del 2011 (decreto Ministro dell'Interno 9 dicembre 2010). Responsabili finanziari e amministratori, nell'attesa dell'uscita del decreto del Ministero dell'Interno (programmato entro il 30 ottobre), possono ora determinare i tagli per il 2012: verosimilmente, applicando alla quota di entrate statali venute a mancare nel 2011 il coefficiente del 66,67%. Per gli enti che rinnoveranno il consiglio va aggiunto il taglio di 118 milioni connesso ai costi della politica (articolo 2, comma 183 legge 191/2009). L'importo sarà decurtato dal fondo sperimentale di riequilibrio dove andrà a compensarsi, con segno opposto, anche l'effetto della fiscalizzazione del l'addizionale comunale sul l'energia elettrica prevista dal decreto sul fisco municipale (articolo 2, comma 6 del Dlgs 23/2011). Per conoscere l'ammontare esatto del fondo sperimentale di riequilibrio occorre però attendere il decreto di riparto, previsto entro il 30 novembre (articolo 2, comma 7 del Dlgs 23/2011); non è detto, infatti, che la distribuzione avvenga con gli stessi criteri adottati nel 2011, quando non si era avviata, per esempio, la rilevazione dei costi standard (anche se è improbabile che siano pronti già per quella data). Dovrebbero invece essere dissipate dalla legge di stabilità le nebbie che circondano i vincoli di finanza pubblica con un primo ordine di chiarimenti afferenti la virtuosità che dividerà in classi i comparti degli enti locali. Molto probabilmente nel 2012, primo anno di applicazione dei nove indicatori previsti dall'articolo 20 del decreto legge 98/2011, dovrebbero entrare in vigore solo quattro di essi e cioè: rispetto del patto di stabilità interno (probabilmente dell'ultimo triennio); rapporto fra entrate correnti riscosse ed entrate accertate; autonomia finanziaria; equilibrio di parte corrente. A essi dovrebbe comunque aggiungersi il riconoscimento delle azioni poste in essere per il recupero dell'evasione erariale. Agli enti primi della classe sarà concesso il premio dell'azzeramento delle manovre ai fini del patto di stabilità, compresa quella subita nell'anno 2011. Esse saranno compensate all'interno del comparto con un peggioramento degli obiettivi assegnati agli enti non virtuosi. Sempre nella legge di stabilità dovrebbe trovare conferma l'applicazione del meccanismo della Robin Tax, arrivato per dare fiato agli enti locali sotto forma di un abbattimento del sacrificio ai fini del patto. Per i Comuni la riduzione potrebbe attestarsi intorno ai 500 milioni rispetto alla manovra di 1,7 miliardi.
Attenzione però all'effetto sui bilanci delle sanzioni collegate alla mancata istituzione del consiglio tributario entro il 31 dicembre 2011 (rimando). Gli enti che entro fine anno non avranno istituito l'organismo, già previsto come obbligatorio dal decreto legge 78/2010, non potranno beneficiare dello sconto sulla manovra del patto finanziato con la Robin Tax. Come seconda sanzione, inoltre, non avranno diritto ad incamerare, per il periodo 2012- 2014, l'intero gettito recuperato grazie alla partecipazione all'accertamento dei tributi erariali, in luogo del 50% stabilito dal decreto sul fisco municipale (mentre con la manovra dell'estate 2010 era passato dal 30% al 33%). FONTE: IL SOLE 24 ORE
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In attesa del riparto definitivo, è opportuno che i comuni effettuino una stima dei nuovi tagli imposti dalla spending review e ne tengano conto ai fini della verifica sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio. L'art. 16, comma 6, del dl 95/2012 ha previsto una nuova decurtazione del fondo sperimentale di riequilibrio dei comuni delle regioni a statuto ordinario (e dei trasferimenti erariali dovuti a quelli di Sicilia e Sardegna). La nuova sforbiciata vale complessivamente, per il 2012, 500 milioni di euro, che si aggiungono ai tagli già previsti dalle precedenti manovre e che andranno ripartiti fra i singoli enti (ivi compresi quelli con meno di 5.000 abitanti) con decreto del Ministro dell'interno. Per l'adozione di tale provvedimento, è previsto un procedimento in due fasi. In prima battuta, spetta alla Conferenza Stato-città ed autonomie locali definire l'entità delle riduzioni da imputare a ciascun comune, sulla base di un'istruttoria condotta dall'Anci che tenga conto delle analisi della spesa effettuate dal commissario Bondi, degli elementi di costo nei singoli settori merceologici, dei dati raccolti nell'ambito della procedura per la determinazione dei fabbisogni standard e dei conseguenti risparmi potenziali di ciascun ente. Tuttavia, se non si troverà una quadra entro il 30 settembre, il Viminale procederà comunque ad adottare il decreto entro il 15 ottobre, ripartendo il taglio complessivo in proporzione alle spese sostenute per consumi intermedi desunte, per l'anno 2011, dal Siope. Tale tempistica alimenta ulteriormente l'incertezza del quadro finanziario entro cui sono costretti a muoversi i comuni, già alle prese con le numerose incognite legate all'Imu. In più, la data del 30 settembre è cruciale nel ciclo di gestione del bilancio comunale: essa, infatti, rappresenta la dead line per l'adozione della deliberazione consiliare sugli equilibri di bilancio, come previsto dall'art. 193 del Tuel. Si tratta di un adempimento obbligatorio per tutti i comuni che hanno già approvato il bilancio di previsione 2012. Tuttavia, come chiarito dall'Anci, anche negli enti che non hanno ancora approvato il preventivo, grazie alla proroga del relativo termine al 31 ottobre, è opportuno che venga fornita al consiglio comunale un'informativa sull'andamento della gestione finanziaria, con riguardo sia alla competenza (accertamenti e impegni) che ai residui, come previsto dal comma 2 dell'art. 193 citato. A tal fine, occorre certamente tenere conto anche dei nuovi tagli previsti dal dl 95, sebbene manchi ancora il provvedimento di riparto. Per stimare la propria riduzione, i singoli comuni possono procedere nel seguente modo. In prima battuta, occorre calcolare l'importo relativo alla spesa per consumi intermedi realizzata in termini di cassa nel 2011. A tal fine, si possono considerare le spese relative al titolo I, interventi 02 (acquisto di beni di consumo e/o di materie prime), 03 (prestazioni di servizi) e 04 (utilizzo di beni di terzi). In alternativa, si possono assumere come riferimento i codici Siope da n. 1201 al n. 1339. Il valore così determinato va moltiplicato per la riduzione complessiva (500 milioni) e diviso per il totale della spesa per consumi intermedi registrata dai comuni nel 2011, che in base ai dati Siope ammonta a circa 25 miliardi (25.097.645.397,33). Ad esempio, per un comune con una spesa 2011 pari a 1 milione, il taglio stimato ammonta a 19.922 euro (=1.000.000*500.000.000/25.097.645.397,33). Va precisato che si tratta di un'approssimazione, che non tiene conto del fatto che tra le voci considerate sono incluse anche spese per servizi (ad esempio, trasporti, smaltimento rifiuti, mense) che non sembrano correttamente qualificabili come «consumi intermedi», in quanto dirette ai beneficiari finali dei servizi medesimi. Sarebbe pertanto auspicabile che tali voci venissero scorporate dai conteggi, anche se ciò non pare agevolmente realizzabile. FONTE: ITALIA OGGI