sabato 22 febbraio 2014

ORIA - IL BRIGANTAGGIO CONTINUO' NONOSTANTE LA MORTE DI CIRO ANNICCHIARICO.

Brigantaggio: il sequestro del liberale Giuseppe Biasi, da Oria.
Immagine tratta dal web
Giuseppe Biasi era un uomo anziano, molto conosciuto perché era un consigliere comunale di Oria ed era un liberale orgoglioso, con barba e mustacchi, come usavano i liberali dell'epoca.
 Egli viveva e lavorava, con la sua famiglia, nella masseria Santoria (o Santoro? NdR), in agro di Torre Santa Susanna. 
La sera del 22 novembre del 1862, tutte le squadre di briganti presenti in zona, dopo i fatti sanguinosi di cui si erano resi responsabili il giorno prima, nel Comune di Carovigno, assalirono tale masseria. I briganti erano davvero tanti perché si erano riuniti in un unico gruppo le squadre di Giuseppe Nicola Laveneziano, quella del gioiese Romano, quella di Pizzichicchio e quella del Capraro.

 Era l'ora di cena e Giuseppe Blasi era, con tutta la sua famiglia ed alcuni garzoni, in una sala situata al primo piano della masseria, per mangiare. Non ebbero nemmeno il tempo di rendersi conto di cosa stava succedendo che, uno di tali briganti, irruppe armato nella stanza e ordinò a tutti i garzoni di scendere giù dove c'era l'intera comitiva brigantesca e dove, poi, fecero razzia di tutto quello che trovarono: cacio, cacio-ricotta, ricotta forte, pane, biada per i cavalli... 

Successivamente chiusero tutti a chiave in un'unica stanza e seguì una calma irreale: molto probabilmente dormirono. All'alba quella stanza dei prigionieri fu riaperta, e i briganti chiesero altra biada, poi trovarono e presero anche dei capi di vestiario: mantelli, calzoni, gilé, cappelli e anche delle funi, dei sacchi, una giumenta e tanto altro. Verso le otto e mezza del mattino, tutti quei numerosi malviventi erano pronti per andar via ma fecero una cosa davvero odiosa: chiamarono Giuseppe Biasi e se lo portarono con loro. 

A nulla valsero le suppliche dei familiari, e solo dopo varie, estenuanti trattative, promisero di liberarlo vivo, in tempi successivi, se in cambio avessero ricevuto trecento ducati. Intanto se lo portarono via con loro, lontano dal territorio brindisino, perché, dopo tutti i misfatti che avevano combinato in oltre due mesi di rappresaglie, era certo che le forze dell'ordine si stavano meglio organizzando, per poterli arrestare tutti.

Giuseppe Biasi fu brutalmente assassinato la notte successiva (23.11.1862) dal capo-banda Romano di Gioia del Colle. Biasi fu trovato, col volto sfigurato dai proiettili e la gola tagliata, in una tenuta presso San Pietro in Bevagna, nel territorio di Manduria. I briganti gli avevano tolto anche i suoi vestiti, per cui fu trovato quasi nudo ma con addosso ancora il rosario e le reliquie religiose che aveva sempre con sé.
 La promessa che avevano fatto di liberarlo in cambio di un riscatto di trecento ducati, non fu, dunque, mantenuta. 
Fonte notizia: QUI.
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