martedì 31 gennaio 2012

VICENDA MARIO DE NUZZO (UCCISO DA UN VIGILE URBANO) L'ATTUALE AMMINISTRAZIONE COMUNALE, AL PARI DI QUELLA PRECEDENTE, TENTA DI RECUPERARE I SOLDI.....

Dopo oltre vent'anni dalla sua morte al povero Mario De Nuzzo viene negato il riposo eterno. In questi giorni è in discussione presso la Cassazione Civile il procedimento con il quale il Comune di Oria (a mezzo della precedente amministrazione) ha inoltrato ricorso al fine di essere riconosciuto NON obbligato in solido col vigile omicida, e quindi recuperare i soldi versati ai familiari del defunto a titolo di risarcimento.

Per approfondimenti vi invito a leggere il seguente articolo, a firma di Eliseo Zanzarelli, pubblicato su Demo Magazine n.38 dell'agosto 2010.

[La Cassazione Civile, infatti, nel 2007 ha accolto parzialmente il ricorso del Comune rinviando la causa alla corte leccese perché approfondisca meglio una questione di cruciale importanza venale: se il vigile urbano, nello sparare contro Mario De Nuzzo, abbia agito - pur abusando del proprio potere - nell’interesse dell’ente (in virtù del cosiddetto rapporto d’immedesimazione organica, necessario perché sussista la responsabilità extracontrattuale della pubblica amministrazione) o piuttosto nel proprio esclusivo interesse, perseguendo cioè fini strettamente personali. La questione giuridica è sottile e delicata: nel primo caso, come ritenuto dalla Corte d’Appello, il Comune sarebbe obbligato in solido al risarcimento dei danni morali; nel secondo, non dovrebbe alcunché alla famiglia De Nuzzo.

La tesi dei legali comunali è la seguente: qualche giorno prima del Torneo il vigile urbano avrebbe fermato Mario De Nuzzo a un posto di controllo "pizzicandolo" sullo scooter assieme a un secondo passeggero (all’epoca vietato) e ne sarebbe scaturito un acceso diverbio; diverbio che - sempre stando al contenuto del ricorso per Cassazione del Comune - sarebbe proseguito quel famigerato 11 agosto, prima del decisivo colpo esploso dalla pistola d’ordinanza.

In sostanza, quindi, l’azione del Vigile sarebbe stata dettata da "risentimento" (è il termine che si legge negli atti) e non dal degenerare di una situazione legata ai compiti di servizio. La contesa è tuttora incardinata presso la corte leccese e, ove il Comune dovesse spuntarla, la famiglia De Nuzzo, oltre all’incommensurabile danno della perdita, potrebbe rimanere con un pugno di mosche in mano e quindi doversi accollare anche la beffa. In questo caso, infatti, il debito di 200mila euro ricadrebbe per intero sul vigile urbano, la cui capacità di saldarlo per intero sarebbe tutta da dimostrare dopo 20 anni, la maggior parte dei quali trascorsi in carcere a seguito di pesante condanna per omicidio volontario. Eliseo Zanzarelli]
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