Dignità (tratto dal libro -Il piccolo "Pitatedda"- di Pino Guida)
Ero molto importante
in tempi lontani:
le braccia alla vita,
un cappello di legno,
provvedevo ai bisogni
della povera gente,
di ricchi sfondati,
di fanciulli innocenti.
Ogni posto era adatto
per stare tranquillo:
uno stipo con tenda;
un angolo buio;
il sotto d'un letto
di paglia o di crine.
Gentile compagna
una ruvida pezza.
Acuto "profumo"
ogni giorno diverso.
Riempirsi con gioia
e grande piacere.
Aspettare con ansia
che una tromba stonata
nunziasse l'arrivo
dell'amata "Carrizza".
'Un giorno, un signore,
d'oltre la Manica,
ebbe un'idea
davvero geniale:
aiutato, peraltro,
dal veloce progresso,
ideò un oggetto
di bianco smaltato.
Quanto riguardo...!
Quanta attenzione...!
Acqua corrente
e scarico pronto.
Usato con garbo
e delicatezza...
con tanti piani
di ....."morbidezza".
Ora che il tempo
dà una ragione
a tutte le cose,
riposto per merito
son nel grande museo
o costretto a guardare
il buco di un vaso
di piante... carnose.
Nessun disconosca
la mia "dignità":
non rinnego per niente
il trascorso passato.
Non piango, non rido,
ma resto per sempre
l'amico fraterno...,
l'amato "Don Peppo".
Pino Guida