martedì 8 febbraio 2011

Luciano Denuzzo a proposito della questione convenzione tra Comune di Oria e cine-teatro Salerno.

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In questa mail l'amico Luciano Denuzzo volutamente ignora alcuni punti essenziali del mio post dei giorni scorsi e vola alto.... fantastica fino a creare un nesso causale addirittura con il turismo religioso presso il Santuario di San Cosimo alla Macchia.... quasi a volerci convincere che le visite in quel luogo sacro sono direttamente generate dall'occasione di vedere un film di prima visione nella nostra città. Fantasie non supportate, a mio parere, da nessun dato statistico. Nessun amministratore o consigliere comunale era arrivato prima d'ora a formulare un simile teorema. Auguro all'amico Luciano Denuzzo di ritornare a fare quanto prima l'amministratore comunale
(vi ricordo che attualmente fa parte del direttivo di NOI CENTRO CON FERRARESE, Movimento che supporterà la candidatura a sindaco di Mimino Pomarico) e magari riuscire, con il teorema cinema=San Cosimo, ad ottenere dalla Regione Puglia l'appellativo CITTA' TURISTICA (che comporterebbe alcuni benefici per la comunità), e conferire la cittadinanza onoraria ai signori Salerno, proprietari del cinema di stanza ad Oria. Luciano Denuzzo è stato assessore durante i primi 47 mesi dell'amministrazione Moretto insieme a Pomarico (vice sindaco). Ad entrambi Moretto ritirò la delega il 23.5.2003. Rimango del parere che la convenzione debba essere rivista e discussa attorno ad un tavolo a cui far partecipare anche rappresentanze di cittadini ed associazioni e creare e far funzionare una commissione pubblica e trasparente per la gestione delle serate riservate al Comune. Serate che devono essere spalmate equamente in tutto il periodo dell'anno e non concentrate nel periodo estivo come previsto dalla vecchia convenzione. Il tutto alla luce delle mutate caratteristiche della zona in rapporto all'apertura di una seconda sala cine-teatro e di altra attività commerciale posta di fronte.

Caro Franco,
il tuo articolo di domenica 6 u.s. sulla convenzione fra Comune di Oria e Cinema Teatro Salerno merita sicuramente un approfondimento.
Mi permetto di prendere in esame il titolo del tuo articolo “ mi chiedo e vi chiedo quali sarebbero le conseguenze….”
Improprio il tuo “mi chiedo” in quanto sicuramente hai già dato la tua risposta a proposito, presentando intanto la proprietà proveniente da territorio non locale ed in altro articolo evidenziando “un tal Pietro SALERNO di Francavilla Fontana”.
Non solo per questo hai dato la tua risposta, ma soprattutto nell’analisi della convenzione che, a mio avviso, ha il precipuo intento di convincere il lettore che è più giusto non rinnovare la convenzione.
Tanto rappresenta il tuo modo di pensare che io rispetto, ma che non condivido per quanto dirò più avanti.
Per amore di verità debbo affermare che durante la prima parte dell’amministrazione Moretto, allorquando sono stato assessore, tra le deleghe che mi erano state conferite, era racchiusa anche quella attinente lo spettacolo, per cui ebbi l’opportunità di curare i rapporti tra Comune ed il Cine Teatro.
Il mio primo impatto con il signor Pietro SALERNO non fu idilliaco in quanto vedevo in lui l’imprenditore che veniva da fuori, che aveva operato con la vecchia amministrazione alla quale mi opponevo, e quant’altro può passare per la mente.
Ma non era così!
L’ho compreso dopo un certo periodo frequentando la persona non a livello personale, ma istituzionale.
La disponibilità manifestata andava sicuramente ben oltre quella che era la convenzione. In quel periodo il diritto a 25 serate per lo svolgimento di attività culturali e ricreative rimaneva solo un numero sulla carta. Le esigenze del mio assessorato erano di gran lunga superiori e la proprietà non lesinava affatto, anzi collaborava in vari modi, anche economici (addobbo palco ed altro), felice di poter ospitare in quella stupenda sala, frutto di grossi sacrifici personali, tanti spettacoli di compagnie teatrali anche locali.
In quel teatro dove misero piede in quel periodo la Sandrelli, Albano, Catia Ricciarelli, il Prof. Calabresi.
Ho ritenuto allora il signor Pietro SALERNO un coraggioso incosciente per il grande azzardo che ha voluto fare nella nostra città; nessuno di noi oritani ha mai azzardato tanto, lui ci ha creduto ed ha portato sicuramente una ventata di freschezza in un paese che sino ad allora era in letargo.
Tu, caro Franco, poni una domanda: “ e se il Comune non rinnova la convenzione…. con un risparmio di 19 mila euro all’anno”.
A mio avviso il Comune farebbe un grave errore! La proprietà potrebbe sicuramente abbandonare (in passato il signor SALERNO, non so adesso, ha attraversato momenti difficili anche con gli introiti derivanti dalla convenzione).
Ed allora il quadro che ne verrebbe fuori sarebbe quello di un ritorno all’antico, ossia al letargo.
Per chi non lo sapesse, il teatro Gasmann è frequentato al 90% da gente che viene da fuori per gli spettacoli sempre in prima visione. Questo determina grossa movimentazione; ne usufruisce il teatro Gasman, ma ne usufruisce anche l’economia locale, e si determina in particolare il sabato e la domenica una movimentazione di gente con un percorso turistico religioso (visita a San Cosimo), centro storico, cinema, bar e ristoranti.
Apprezzo l’accorato appello dell’attore Giuseppe Vitale allorquando chiede il rilancio del teatro nei programmi politici; ma come si può fare teatro se tentiamo di bloccare l’operato di amministrazioni comunali, al di là del colore politico, le quali anche con sacrifici economici, e con soldi sicuramente della collettività, si adoperano per dare opportunità di spettacolo, di cultura e folclore ai propri cittadini.
In questo modo si sviluppa una cittadina come Oria, ed allora è opportuno, a mio avviso, riproporre la convenzione per il bene della città e dei cittadini.
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