martedì 14 luglio 2009

Sanità Pugliese, riflessioni e proposte. (a cura dell'Avv. Cosimo ASSANTI)

Il sistema di gestione della sanità pugliese, stando anche a quello che è venuto fuori nelle ultime settimane, merita una serie di riflessioni mirate principalmente ad analizzare le causa prime di quella che sembra una crisi quasi irreversibile.
Preliminarmente, mi sento di poter dire che fra le tante colpe che la classe politica ha nelle criticità presenti all’interno del sistema sanitario della nostra regione, sicuramente vi è quella della mancanza di coraggio nella trasformazione di un sistema complesso e articolato qual è quello sanitario.
Oggi ci troviamo a pagare le conseguenze di decenni di gestione predatoria della sanità pugliese; il Presidente Vendola sta tentando un cambio di rotta, ma per fare questo occorre tempo, occorrono metodi completamente nuovi e soprattutto uomini nuovi.
Non è un mistero che, a tutt’oggi, diverse Asl pugliesi sono ancora significativamente condizionate da dirigenti e funzionari “militanti“ politici, che vedono nelle istanze moralizzatrici della Giunta Vendola un fastidioso incidente di percorso.
Ad ogni buon conto, come dicevo prima, occorre compiere scelte coraggiose, che devono in primo luogo avere nella qualità delle prestazioni sanitarie e nella economicità delle stesse i loro punti caratterizzanti.
In primo luogo, e con particolare riguardo alla dirigenza amministrativa e medica delle Asl, occorre dire che nonostante gli sforzi, non esiste un metodo efficace e serio di valutazione delle prestazioni e del personale, anzi, da un esame degli atti che pervengono ai nuclei di valutazione e controllo, sembra di essere in presenza di un perfetto sistema di eccellenza, la stragrande maggioranza dei dirigenti medici vengono valutati “al di sopra delle aspettative o delle attese”, oppure elogiati con formule altrettanto sacramentali che li legittimano sistematicamente a percepire la tanto agognata “retribuzione di risultato”, elemento in teoria variabile della retribuzione e strettamente connesso ai risultati raggiunti e alla professionalità offerta, ma in pratica elargito a pioggia e a tutti.
Stessa situazione la riscontriamo per quanto riguarda il personale c.d. di comparto, infermieri, tecnici di laboratorio ecc., a tutti e a pioggia viene erogata la c.d. produttività collettiva, senza alcun serio controllo circa il raggiungimento dei risultati conseguiti o della qualità delle prestazioni rese; ovvio, il detto personale viene valutato dal dirigente (spesso medico) dell’unità operativa a cui appartiene, che a sua volta viene valutato dal dirigente preordinato, e se il sistema è eccellente per i dirigenti medici non si vede come possa non esserlo per tutti gli altri, infermieri e tecnici compresi!
Un circolo vizioso insomma, in cui l’assenza di principi di responsabilità in capo ai dirigenti, si riflette con effetti deleteri sull’intera catena del personale.
La stessa attività dei nuclei di valutazione e controllo viene troppo spesso mortificata da questo sistema, in quanto ridotta sovente ad una semplice presa d’atto delle schede di valutazione individuale positive (percentuale prossima al 99%), e con il conseguente atto dovuto di autorizzazione alla corresponsione della retribuzione di risultato o delle competenze relative alla produttività collettiva.
Sappiamo, invece, che la situazione è ben diversa.
Il sistema sanitario pugliese, se è pur vero che tutto sommato ancora “regge”, soffre di annosi mali che possiamo così sintetizzare:
1) scarsa produttività dei servizi sanitari;
2) standard qualitativi di erogazione delle prestazioni spesso non conformi alle direttive comunitarie;
3) spesa farmaceutica e per servizi esternalizzati eccessiva, a causa sia della disorganizzazione che dal frazionamento dei centri di costo;
4) assenza di un reale ed efficiente sistema di controllo sull’intera filiera sanitaria, che va dal personale alle strutture convenzionate, dall’acquisto di beni e servizi all’attuazione nei tempi previsti del Nuovo Piano Sanitario Regionale.
E’ compito della politica affrontare e risolvere questi problemi, ma per fare questo deve per prima cosa dotarsi degli strumenti necessari al raggiungimento dello scopo, ovverosia, una nuova classe dirigente capace di gestire nell’interesse della collettività la sanità pubblica pugliese e che sia immune da condizionamenti derivanti da debiti di riconoscenza nei confronti della vecchia politica.
Oria, 14.07.2009
Avv. Cosimo ASSANTI
Componente Nucleo di Valutazione ASL Brindisi
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