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A MEZZO PEC Oria, lì 25 gennaio 2023
Responsabile Ufficio Toponomastica
VIA SANTA MARIA DEL TEMPIO E NON VIA SANTA MARIA AL TEMPIO
I
sottoscritti prof. Giuseppe D'Amico e Cav. Francesco Arpa, ritenendo che l'intitolazione
con cui si indica la via che porta alla piccola chiesa dedicata alla
Santissima Madre di Dio, ossia VIA SANTA MARIA AL TEMPIO, sia un
grave errore, tale da far annullare un importante capitolo della storia
di questa nostra città qual è quello della presenza in Oria dell'ORDINE
DEI CAVALIERI DEL TEMPIO, si rivolgono al signor Sindaco, dott.ssa Maria
Carone, all'Assessore alla Cultura, D/ssa Lucia Iaia, ed ai signori assessori
e consiglieri comunali tutti, affinché venga corretta in VIA SANTA MARIA DEL TEMPIO.
I sottoscritti
ritengono, infatti, che l'errore sia stato causato dal fatto che lo storico
oritano del XVII secolo, Domenico Albanese, e l'anonimo pittore del
quadro, che campeggia ancora oggi sull'altare centrale, hanno ricordato
questa chiesetta con l'intitolazione di "SANTA MARIA AL TEMPIO",
convinti evidentemente che la Beatissima Vergine, da bambina, sia
stata presentata al Tempio di Gerusalemme, ignorando pertanto che
la "Legge" ebraica istituita da Mosè prevedeva la "presentazione"
al Tempio (da compiere quaranta giorni dopo la loro nascita), non
per le bambine (1) ma soltanto per i bambini maschi, norma,
questa, che fu ottemperata, come scrive San Luca (2), dalla Sacra Famiglia di
Nazaret anche per Gesù bambino.
L'Arcivescovo
di Oria-Brindisi, Monsignor Giovanni Carlo Bovio, forte della conoscenza delle
Sacre Scritture e della drammatica eliminazione dell'Ordine dei
Cavalieri del Tempio dall'Archidiocesi di Oria-Brindisi avvenuta nel 1310, ad
opera della Commissione giudicatrice pontificia riunita nella Chiesa di
Santa Maria del Casale in Brindisi, ha scritto nei verbali della
"Visita pastorale" del 1565 di aver visitato la Chiesa di "SANCTA MARIA DE TEMPLO,
recuperando in questo modo la notizia storica
dell'appartenenza della chiesetta all'Ordine cavalleresco dei Templari che era operante in Oria e in alcuni paesi
della sua Archidiocesi, tra cui Maruggio
e Manduria.
Anche il suo
successore, Mons. Lucio Fornari, nella "Visita pastorale" compiuta
alcuni anni dopo, l'ha ricordata allo stesso modo: "SANTA MARIA DEL
TEMPIO e non "SANTA MARIA AL TEMPIO" così pure con questa
identica dicitura "CAPPELLA DI SANCTA MARIA DEL TEMPIO"
l'ha voluta ricordare lo storico oritano Mario Matarrelli Pagano nella
sua opera, scritta agli inizi del XVII secolo.
A queste precisazioni espresse da questi insigni personaggi, i sottoscritti, prof. Giuseppe D'Amico e Cav. Francesco Arpa, aggiungono quest'altra precisazione che nessun altro studioso ha mai messo in evidenza, scaturita dalla lettura della frase "CONSTRUCTAM EAMQUE MULTIS RETRO ANNIS" presente nella lapide situata all'interno della chiesetta.
D. O. M.
AEDEM HANC
DEIPARAE MARIAE VIRGINIS IN TEMPLO PRESENTATAE
SACRAM A DOMENICO FERRARIO CANONICO ORITANO
AERE SUO ANNO REP(ERITAE) SAL(UTIS) CDCCCCLXXXIX
CONSTRUCTAM EAMQUE MULTIS RETRO ANNIS A NOBILI ALBANENSIUM FAMILIA SUMMA
PIETATE ATQUE OMNI CULTU SARTAM, TECTAM, SERVATAM CANONICORUM SACERDOTUMQUE CATHEDRALIS ECCLESIAE URITANAE
COLLEGIUM QUASI IURE POSTLIMINII UT EX TABULA
A NOTARIO PETRO MAGGIO EXARATA APPARET VIII KALENDAS NOVEMBRIS ANNI MDCCCXXVII
RECEPIT, COSMA CANONICUS DE TARANTO AD FUTURAM HUIUS REI MEMORIAM MONUMENTUM POSUIT.
A
DIO OTTIMO E MASSIMO
Il collegio dei
Canonici e dei Sacerdoti della Chiesa Cattedrale oritana ha ricevuto
nell'ottavo giorno delle Kalende di novembre del 1827, come per diritto di
restituzione, così come appare dalla tavoletta scritta dal notaio Pietro
Maggio, questa sacra chiesetta della Vergine Maria Madre di Dio
presentata nel Tempio, costruita dal Canonico oritano Domenico Ferrario a sue
spese nell'anno della recuperata salvezza 1489 e la medesima,
rattoppata, coperta, conservata con somma pietà e cura molti anni
addietro dalla nobile famiglia degli
Albanesi. Il Canonico
Cosma De Taranto ha posto questa epigrafe a
futura memoria dell'avvenimento.
Il testo, pertanto, riporta due date, quella del 1827, che è l'anno in cui
il Capitolo della Cattedrale di Oria ha preso possesso
di questa chiesetta per diritto di restituzione, come è specificato
nella tavoletta scritta dal Notaio Pietro
Maggio, e quella del 1489 che è l'anno in cui questa chiesetta è stata "costruita" dal Canonico Sacerdote Domenico
Ferrario.
La chiesetta,
dunque, esistendo già da "molti anni prima" del 1489
(e cioè da oltre un secolo e mezzo) ed avendo per questo motivo su di sé la lunga usura
degli anni, il totale abbandono dell'Ordine dei Cavalieri del Tempio e la
relativa confisca di tutti i loro beni, ha avuto bisogno del rattoppamento,
della copertura di un tetto e della somma pietà e cura della famiglia
degli Albanesi.
Stando così
le cose e volendo rispettare gli scritti del Bovio, del Fornari, dello storico
oritano Mario Matarrelli Pagano e volendo dar credito alla tavoletta
epigrafica scritta dal Canonico Cosma De Taranto con cui si chiarisce che
la chiesetta esisteva già "molti anni prima" del 1489, i sottoscritti,
come già detto sopra, si rivolgono alla signora Sindaco, dott.ssa Maria
Carone, all'Assessore alla Cultura, D/ssa Lucia Iaia ed ai signori Assessori e
Consiglieri comunali tutti, affinché provvedano a correggere l'errata dicitura di "Via
Santa Maria al Tempio" con quella di "Via
Santa Maria
del Tempio".
Fiduciosi in un favorevole accoglimento della
presente, si porgono cordiali saluti.
1)
Libro dell'ESODO (cap. 13, paragrafo
2).
2)
Vangelo di San Luca (versetti: 2, 21-24).