Leggendo questo articolo capirete com'è stato facilmente possibile distruggere la necropoli messapica nel 2002.
In attesa che il sindaco Pomarico risponda alla mia richiesta circa la possibilità per il Comune di poter utilizzare gratuitamente impianti sportivi presso la Casa Protetta Madre Teresa srl, ex seminario vescovile c/o santuario di San Cosimo, una prima risposta inizio a darmela da solo attraverso la lettura del verbale di Consiglio Comunale del 03.05.2005.
Preliminarmente devo dirvi che ho subito pensato a due vecchi proverbi locali:
"Tre sontu li putienti: lu rrei, lu Papa e ci no teni nienti!"
"Acchia nu fessa e inchiti li visazzi!" (traduzione: trova un fesso e riempiti le bisacce).
Forse non è sbagliato dire che in quel periodo la Curia attraverso i suoi responsabili ha trattato gli oritani da sudditi o da stupidi, con il consenso più o meno tacito (e più o meno interessato?) di chi ci ha ammnistrato.
Non vi aggiungo altro. Vi invito a leggere i seguenti testi stralciati dal verbale di consiglio comunale del 3.5.05 (che pubblicherò integralmente in un prossimo post)
CONSIGLIERE PESCATORE:
La Giunta riapprovò questa convenzione e firmò questa convenzione con il Responsabile del CeSoCuSpi che all'epoca era don Barsanofio Vecchio, in maniera che per quindici anni i cittadini di Oria utilizzassero gratuitamente questa intera struttura impiantistica. C'è stato, quindi, un interesse prioritario di questa città.
Noi non abbiamo utilizzato per quindici anni questa struttura, e questa è una cosa di cui voglio discutere stasera. Io non voglio spostare l'argomento tra edificio e strutture, perché noi dobbiamo parlare di tutto, ma voglio approfondire particolarmente questo aspetto. Non solo noi non abbiamo utilizzato per quindici anni queste strutture, e di questo noi dobbiamo rendere conto.......
...... Questo è un argomento per il quale si deve uscire da questo Consiglio Comunale - spero, poi ognuno è libero di fare quello che vuole - con una presa di posizione chiara, dura e corretta nei confronti dell'Ente Santuario, ma che deve essere esplicitata nel senso di una richiesta assolutamente inderogabile di uso di una struttura o di strutture che non sono state utilizzate da questo Comune per quindici anni.
Questo è un punto che io ho voluto trattare che credo, però, di natura fondamentale; voglio trattare l'altro argomento.
CONSIGLIERE NICOLA D'IPPOLITO:
La cosa che mi ha fatto insospettire è stata la velocità di risoluzione a questo problema.
Veramente è stata una cosa indescrivibile. La burocrazia italiana, di solito, ci porta alla lungaggine delle pratiche (che è una cosa mostruosa).
Il 22 di novembre del 2004 si costituisce una società "Madre Teresa"; il 12 dicembre monsignore Marcello Semeraro dà in concessione trentennale a questa società a cui facevo riferimento prima; la pratica viene presentata al Comune di Oria il 29.12.2004; il 10.1.2005 viene rilasciato il permesso a costruire. Anche se, da una superficiale lettura dei documenti, tra l'Ente e la società "Madre Teresa" si evince una disparità di trattamento tra il locatario ed il locatore; ma non è questo che mi interessa.
La cosa che mi interessa a me, è come mai in questo Comune ci sono delle opere di urbanizzazione che giacciono da mesi e mesi nell'Ufficio Tecnico, ad oggi ancora non si dà una risposta e questa pratica, nell'arco di un mese, viene portata a termine.
La cosa, da Consigliere Comunale, mi insospettisce.
Questa cosa sarebbe successa se ci fosse stata un'Amministrazione forte? Io credo di no.
Queste cose succedono perché l'Amministrazione Comunale di questo Comune è latitante, è debole, e quindi altri ne approfittano. Io non voglio parlare di interessi o di altro, ma, vista la velocità dell'atto qualcosa c'è sotto; non c'è niente da fare.
Sindaco, lei può pensare tutto quello che vuole, però avendo un'esperienza su questo Comune della lungaggine delle pratiche, è stata una velocità che mi ha fatto insospettire.
Secondo me, deve fare revoca di quell'atto ed andare in Consiglio Comunale, perché, secondo me, il cambio di destinazione d'uso io non va dato così. Io non ho nulla contro l'Ufficio Tecnico, ma non me la prendo né con l'Ufficio Tecnico né con nessuno. Io me la prendo con il Sindaco, perché è capo di questa Amministrazione, è capo di questo Comune, e deve tutelare gli interessi di questo Comune, perché tu sai benissimo - eri allora Sindaco - i sacrifici che molti oritani hanno fatto, insieme a tutta la Curia di Oria, cioè hanno dato il famoso mattone, diecimila lire. Quindi, lei, caro Sindaco, deve tutelare questi interessi, che sono gli interessi della città. Noi non possiamo entrare nel privato. La velocità di quest'atto mi fa insospettire, la cosa sicuramente puzza, c'è qualcosa sotto.
In attesa che il sindaco Pomarico risponda alla mia richiesta circa la possibilità per il Comune di poter utilizzare gratuitamente impianti sportivi presso la Casa Protetta Madre Teresa srl, ex seminario vescovile c/o santuario di San Cosimo, una prima risposta inizio a darmela da solo attraverso la lettura del verbale di Consiglio Comunale del 03.05.2005.
Preliminarmente devo dirvi che ho subito pensato a due vecchi proverbi locali:
"Tre sontu li putienti: lu rrei, lu Papa e ci no teni nienti!"
"Acchia nu fessa e inchiti li visazzi!" (traduzione: trova un fesso e riempiti le bisacce).
Forse non è sbagliato dire che in quel periodo la Curia attraverso i suoi responsabili ha trattato gli oritani da sudditi o da stupidi, con il consenso più o meno tacito (e più o meno interessato?) di chi ci ha ammnistrato.
Non vi aggiungo altro. Vi invito a leggere i seguenti testi stralciati dal verbale di consiglio comunale del 3.5.05 (che pubblicherò integralmente in un prossimo post)
CONSIGLIERE PESCATORE:
La Giunta riapprovò questa convenzione e firmò questa convenzione con il Responsabile del CeSoCuSpi che all'epoca era don Barsanofio Vecchio, in maniera che per quindici anni i cittadini di Oria utilizzassero gratuitamente questa intera struttura impiantistica. C'è stato, quindi, un interesse prioritario di questa città.
Noi non abbiamo utilizzato per quindici anni questa struttura, e questa è una cosa di cui voglio discutere stasera. Io non voglio spostare l'argomento tra edificio e strutture, perché noi dobbiamo parlare di tutto, ma voglio approfondire particolarmente questo aspetto. Non solo noi non abbiamo utilizzato per quindici anni queste strutture, e di questo noi dobbiamo rendere conto.......
...... Questo è un argomento per il quale si deve uscire da questo Consiglio Comunale - spero, poi ognuno è libero di fare quello che vuole - con una presa di posizione chiara, dura e corretta nei confronti dell'Ente Santuario, ma che deve essere esplicitata nel senso di una richiesta assolutamente inderogabile di uso di una struttura o di strutture che non sono state utilizzate da questo Comune per quindici anni.
Questo è un punto che io ho voluto trattare che credo, però, di natura fondamentale; voglio trattare l'altro argomento.
CONSIGLIERE NICOLA D'IPPOLITO:
La cosa che mi ha fatto insospettire è stata la velocità di risoluzione a questo problema.
Veramente è stata una cosa indescrivibile. La burocrazia italiana, di solito, ci porta alla lungaggine delle pratiche (che è una cosa mostruosa).
Il 22 di novembre del 2004 si costituisce una società "Madre Teresa"; il 12 dicembre monsignore Marcello Semeraro dà in concessione trentennale a questa società a cui facevo riferimento prima; la pratica viene presentata al Comune di Oria il 29.12.2004; il 10.1.2005 viene rilasciato il permesso a costruire. Anche se, da una superficiale lettura dei documenti, tra l'Ente e la società "Madre Teresa" si evince una disparità di trattamento tra il locatario ed il locatore; ma non è questo che mi interessa.
La cosa che mi interessa a me, è come mai in questo Comune ci sono delle opere di urbanizzazione che giacciono da mesi e mesi nell'Ufficio Tecnico, ad oggi ancora non si dà una risposta e questa pratica, nell'arco di un mese, viene portata a termine.
La cosa, da Consigliere Comunale, mi insospettisce.
Questa cosa sarebbe successa se ci fosse stata un'Amministrazione forte? Io credo di no.
Queste cose succedono perché l'Amministrazione Comunale di questo Comune è latitante, è debole, e quindi altri ne approfittano. Io non voglio parlare di interessi o di altro, ma, vista la velocità dell'atto qualcosa c'è sotto; non c'è niente da fare.
Sindaco, lei può pensare tutto quello che vuole, però avendo un'esperienza su questo Comune della lungaggine delle pratiche, è stata una velocità che mi ha fatto insospettire.
Secondo me, deve fare revoca di quell'atto ed andare in Consiglio Comunale, perché, secondo me, il cambio di destinazione d'uso io non va dato così. Io non ho nulla contro l'Ufficio Tecnico, ma non me la prendo né con l'Ufficio Tecnico né con nessuno. Io me la prendo con il Sindaco, perché è capo di questa Amministrazione, è capo di questo Comune, e deve tutelare gli interessi di questo Comune, perché tu sai benissimo - eri allora Sindaco - i sacrifici che molti oritani hanno fatto, insieme a tutta la Curia di Oria, cioè hanno dato il famoso mattone, diecimila lire. Quindi, lei, caro Sindaco, deve tutelare questi interessi, che sono gli interessi della città. Noi non possiamo entrare nel privato. La velocità di quest'atto mi fa insospettire, la cosa sicuramente puzza, c'è qualcosa sotto.