mercoledì 20 aprile 2011

Il prof. FISTETTI ed il dr. PERRUCCI ci scrivono circa gli SCRUTATORI.

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Caro Arpa, sulla questione degli scrutatori non ho cambiato idea. Ritengo che il sorteggio sia il sistema più equo da applicare. Ho espresso in qualità di capolista di Sel questa stessa posizione, che spero venga fatta propria da tutti i componenti della Commissione Elettorale. Perciò, ognuno si assumerà le proprie responsabilità di fronte a se stesso e agli elettori. Un cordiale saluto
prof. Francesco Fistetti
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Caro Franco, ti ringrazio per aver pubblicato nuovamente il mio articolo del marzo 2010 relativo alla nomina degli scrutatori di seggio elettorale; ti ringrazio perché mi dai l'opportunità di ribadire, ancora una volta, se possibile con maggiore incisività, quello che è il mio pensiero. Sottoscrivo tutto quell'articolo, parola per parola, sillaba per sillaba, senza indietreggiare anche di un solo passo.
Mi si dirà: "Eh, ma tu sei candidato nella stessa lista di uno dei componenti che dovrà "scegliere", tra gli elettori, i prossimi scrutatori!!!". Tutto vero, ma precisiamo i rispettivi ruoli di ogni singolo individuo. Io sono Alessandro Perrucci, candidato indipendente ( e sottolineo più volte l'aggettivo "indipendente") nella lista SEL, lista di cui fa parte anche Giancarlo Marinò, colui il quale avrà "l'increscioso compito" di "selezionare" alcuni dei prossimi scrutatori. Detto questo, mi pare opportuno precisare la mia assoluta chiarezza nel ribadire le mie opinioni sull'argomento al diretto interessato: ho più volte discusso con Giancarlo del tema, senza riuscire a smuoverlo da quelle che sono le sue convinzioni; altresì, il sottoscritto continua a pensarla allo stesso modo. Il mio ruolo non è quello di cambiare le cose in corso tantomeno le persone (anche perché non ne avrei il potere): il mio ruolo è stato quello di far emergere ciò, che a mio avviso, risulta essere l'ennesimo strumento che, indirizzando il consenso verso certi canali, svuota la democrazia della sua essenza reale derubricandola in una formale "democrazia elettorale", dove ciò che conta sono esclusivamente i voti e non i volti delle persone che si rappresentano. Mi permetto di ricordare a tutti il mio slogan per questa campagna elettorale: "Nel sistema, dentro il sistema". Sono convinto, infatti, della necessità di esserci dentro un sistema, sapersi integrare nei perimetri di una dimensione che, per quanto torbida, necessita di un elemento interno che la modifichi. Ecco: io sono "solo" il "germe" di quella che io reputo la "buona politica", germe inoculato all'interno di un organismo indubbiamente alterato dalla vischiosità della "cattiva politica". Mi auguro, un domani quanto più prossimo possibile, che questo germe di "buona politica" sia presente in una quantità tale da sconfiggere i "batteri" della cattiva politica, "contaminando", di fatto, l'intero sistema. Infine, mi sia concesso esprimere il reale motivo della mia candidatura: io non ambisco a essere eletto consigliere nè tantomeno a essere nominato assessore. La mia ambizione è, rapportata ai canoni della "buona politica a cui ho appena fatto cenno, ancora più alta: io spero in un rinnovamento culturale del tessuto antropologico oritano; io spero in una comunità dotata di uno spirito critico che le permetta di emanciparsi dal fango dell'ignoranza; io spero in un paese che abbandoni quell'atteggiamento di "assuefazione allo schifo" dinnanzi a certi comportamenti dei nostri rappresentanti; io spero in un gruppo di elettori che, alle offerte di ruoli di scrutatore o altro rispondano: "No, grazie. Io sono un cittadino non un suddito". Nella sostanza, caro Franco, un piccolo esempio penso di averlo dato: la mia umile e semplicissima campagna elettorale si è caratterizzata per un video e un programma politico. Non ho, al contrario di altri, offerto posti di lavoro, centinaia di panini con le salsicce o ruoli di scrutatore: ho offerto il mio impegno, la mia disponibilità, la mia voglia di rinnovamento, le mie idee. Lo so: è niente, un esile goccia nel mare ma, al momento, è quello che posso fare. Il mio è l'inizio di un percorso che, mi auguro, prosegua raggiungendo importanti traguardi. Non guardo al 2011, io guardo oltre: a tal proposito, mi viene in mente la frase di Alessandro Guiccioli, marchese e conservatore liberale dell'800, il quale osservò: "E' legge che le rivoluzioni non si compiano dalla generazione che le incominciò". Chissà: magari saranno i nostri figli a usufruire di vantaggi che, al momento, sono difficilmente raggiungibili; magari i figli dei nostri figli. Io spero di raggiungere determinati obiettivi al più presto: staremo a vedere. Mi rendo conto della difficoltà del percorso da me scelto ma un domani potrò guardarmi allo specchio dicendo: "Io ci ho provato".

Con stima e affetto, Alessandro Perrucci.
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