mercoledì 16 marzo 2011

PERSONAGGI ORITANI DEL PASSATO. Emanuele (Michele) MAZZA, grand'uomo da tutti dimenticato!

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L'ho conosciuto personalmente ai tempi della scuola elementare. Il figlio Tommaso era mio compagno di classe, il nostro maestro era il compianto Antonio Moretto. Aveva un altro figlio maschio, Benedetto, e forse anche una figlia femmina. Finì la sua esistenza in un comune della provincia di Bari. Vorrei in questo mio spazio stimolare la memoria dei lettori più grandicelli al fine di tracciare un minimo di biografia di questo oritano dimenticato da tutti che tanto fece per Oria.
Per il momento vi invito a leggere qualcosa che di lui ha scritto il Dr. Pasquale Spina nel suo bel libro sulla toponomastica oritana: ORIA strade vecchie nomi nuovi, strade nuove nomi vecchi.
VIALE GRANDE EUROPA La denominazione ufficiale che inserisce questa via tra quelle del tessuto urbano risale al 1981. Ha un percorso costruito artificiosamente in quanto costituito dalla traversa che unisce Via Torre S. Susanna
alla Via vecchia per San Cosimo, l'attuale Via Carlo Pisacane, più il tratto di quest'ultima, che necessariamente cambia nome, fino al termine, indefinito, del centro abitato. Anche la delimitazione usata nello stradario comunale è piuttosto vaga in quanto pone il termine di questa strada in contrada Salinelle. Questo stratagemma fu escogitato perché si voleva rimediare ad una dimenticanza in cui erano incorse negli anni antecedenti tutte le amministrazioni. Per poter capire come è nato Viale Grande Europa è necessario tornare dieci anni indietro rispetto a quando, 1981, questa strada fu denominata. Risale, infatti, al 1971 l'inaugurazione ufficiale di quello che si voleva che diventasse un immenso, lunghissimo viale alberato che unisse Oria al santuario di San Cosimo alla Macchia. Questa era l'idea del Comitato Verde e del suo dinamico presidente l'ins. Emanuele Mazza, che allora ricopriva anche la carica di vice-sindaco. La Provincia aveva da poco sistemato la via vecchia per San Cosimo allargandone la sede ed asfaltandola: finalmente Oria riaveva il collegamento diretto col Santuario. Lo straordinario flusso di gente diretto verso Santuario non poteva transitare su un'anonima strada provinciale, ma lungo un ombroso e accogliente viale alberato. Ipotesi validissima e suggestiva, ma di difficile realizzazione. Nessuno degli enti pubblici territoriali poteva o voleva intervenire per cui fu il Comitato verde a chiedere alle amministrazioni di città e paesi di Puglia e Basilicata il dono di alberi per il viale. L'idea suscitò un certo entusiasmo, si ebbero delle risposte positive e si scelse anche il nome per il viale: si sarebbe dovuto chiamare Viale Interregionale. Ci fu la cerimonia d'inaugurazione con l'intervento delle autorità e con la posa a dimora delle prime piante. Nei mesi successivi l'opera venne in effetti completata, ma come succede spesso l'impatto con la dura realtà fu tremendo: la scelta sbagliata di alcune essenze non adatte al nostro arido clima, la problematica messa a dimora ai margini delle già strettissime banchine che poneva, spesso, gli alberi a non più di cinquanta centimetri dalla sede stradale, l'assoluta mancanza di qualsiasi cura o protezione fecero sì che nel giro di pochissimo tempo la maggior parte degli alberelli non esisteva più. Solo le piante poste in prossimità di Oria ebbero miglior fortuna e molte si salvarono: a parte della strada su cui questi alberi erano piantati, e che sarebbe stato bellissimo denominare Viale del Santuario, fu dato l'astruso nome di Viale Grande Europa.
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