La vicenda del diniego da parte del Comune di Oria della licenza categoria “C” richiesta dalla famiglia Romanin per lo svolgimento delle relative attività nel complesso del castello medievale impone una riflessione e prima di tutto un appello: non mettiamo la testa sotto la sabbia facendo finta che nulla accada in questa nostra Città, abbandonata e dimenticata, prima ancora che da Dio e dagli uomini, sopratutto, ahimè, dagli stessi oritani. Ebbene, la vicenda e il momentaneo
epilogo non mi sorprende e assolutamente condivisibile appare l'affermazione della famiglia Romanin allorquando dichiara che il diniego “...suona come testamento rilasciato dalla vecchia amministrazione...(quella Ferretti!)” la quale, non dimentichiamolo, ha sempre manifestato aperta ostilità all'acquisto del castello, impegnandosi dapprima in una inutile quanto velleitaria cordata per l'acquisto da parte di Comune, Provincia e Regione e praticando successivamente totale indifferenza verso la futura destinazione economica e sociale del complesso. Di fronte all'importante, profondo e rapidissimo restauro ed alla struttura ormai pronta ad ospitare visitatori e congressisti, siamo all'impasse, conseguenza di una politica miope sin qui praticata dall'amministrazione Ferretti, che non ha mai voluto avviare e praticare un confronto e un dialogo aperto con la proprietà, nell'interesse prioritario della Città e della sua collettività prima ancora che delle ragioni del privato. Non può non comprendersi e, credo, non può non condividersi, che lo sviluppo delle attività ricettive e congressuali nel castello, contemperate con le esigenze relative alla fruibilità della parte monumentale da parte dei turisti e dei visitatori (peraltro ampiamente garantite dalla proprietà), possa rapidamente diventare il volano dello sviluppo turistico della Città con ovvi quanto benéfici effetti sulle presenze e quindi sulle attività economiche (commerciali, di ristorazione ed alberghiere). E' ovvio che la famiglia Romanin non possa considerarsi legibus solutus ma è altrettanto ovvio che non può più praticarsi la politica dei vincoli e dei lacci e lacciuoli, che trasformano una legge in un ostacolo insormontabile alle ragioni del privato e agli interessi della collettività. Bisogna darsi, ed era ora, una politica efficace dello sviluppo turistico, inesistente in questi ultimi anni, che assicuri le presenze, che garantisca l'accoglienza e destagionalizzi i flussi turistici, approfittando delle nostre ricchezze che sono il patrimonio storico-architettonico e la presenza del castello e della famiglia Romanin. Ma facciamolo nell'interesse della Città, non nell'ottica dell'interesse personale o di parte, segno evidente di una logica bieca e particolare che premia i fideles di questa o di quella parte politica per esclusivo tornaconto elettorale. Cerchiamo di dare vita a un progetto di sviluppo culturale e turistico che guardi al futuro della Città coinvolgendo pubblico e privato, associazioni e istituzioni, privati cittadini, nella realizzazione di un grande progetto che rilanci l'immagine e le ambizioni della Città, alimentandone le possibilità di sviluppo economico, senza lasciarla confinata negli spazi angusti della contrapposizione fra fazioni politiche, se non in quelli dei risentimenti o delle preferenze personali. Ma, sopratutto, facciamolo sin da subito ed è per questo che auspico e chiedo l'immediato intervento della Dott.ssa Iaculli, quale commissario prefettizio del Comune di Oria, perché la vicenda sia complessivamente oggetto della più ampia attenzione e di ogni utile e più opportuno intervento.