Ricevo e pubblico dall'Avv. Tommaso Carone - già Consigliere Comunale
[SUL CASTELLO RISPONDO AL DOTT. VITTOLa risposta unicamente personale data dal coordinatore Dott. E. Vitto del PDL oritano dà l'idea di come si faccia e si discuta di politica ad Oria ed in particolare di come discuta e faccia politica il PDL o almeno il suo coordinatore cittadino.
Si tratta infatti di una risposta sferrata all'insegna dell'attacco personale al sottoscritto, senza alcun elemento costruttivo che
Si tratta infatti di una risposta sferrata all'insegna dell'attacco personale al sottoscritto, senza alcun elemento costruttivo che
aiuti la soluzione della vicenda e che affronti il vero nodo politico del rapporto fra la Città e le sue ambizioni di rilancio turistico e sviluppo economico.
Ma tant'è, rassegnamoci a tanto! E peraltro, di cosa sorprendersi se tale attacco proviene da chi, pur coordinatore cittadino e addirittura assessore, del quale per la verità nessuno ha sentito parlare, non si è mai distinto né si è mai visto prendere pubblica posizione su alcuno dei mille problemi che attanagliano la Città, dei quali avrebbe fatto bene ad occuparsi: dopo cinque anni il dott. Vitto prende la parola non per offrire un contributo ma per attaccare una presa di posizione, critica si ma contenente comunque una proposta e una sollecitazione garbata e costruttiva.
Ebbene, mi sono convinto e sono convinto, senza averlo mai taciuto, che l'acquisto da parte dei privati è stata e resta la soluzione migliore, la buona politica dovendo invece trovare il migliore equilibrio fra l'interesse dei privati e le esigenze della collettività, pronta a cogliere le opportunità che possono offrirsi.
E poi, perché non dire che la giunta Ferretti per acquistare il castello voleva caricare sulla spalle della Città un mutuo gravosissimo e insopportabile sia per le finanze comunali che per le sue future prospettive di sviluppo?
E quand'anche lo avesse acquistato, dove avrebbe trovato gli altri soldi per restaurarlo?
E poi, ancora, la proprietà pubblica sarebbe stata capace in soli tre anni di ristrutturarlo?
E ancora, siamo o no d'accordo che lo sviluppo delle attività ricettive e congressuali nel castello, contemperate con le esigenze relative alla fruibilità della parte monumentale da parte dei turisti e dei visitatori, possa rapidamente diventare il volano dello sviluppo turistico della Città?
Siamo o no d'accordo che ciò porterà ovvi quanto benéfici effetti sulle presenze e quindi sulle attività economiche che potranno nascere in città (commerciali, di ristorazione ed alberghiere)?
Siamo o no d'accordo che bisogna darsi, ed era ora, una politica efficace dello sviluppo turistico, inesistente in questi ultimi anni, che assicuri le presenze, che garantisca l'accoglienza e destagionalizzi i flussi turistici?
Ebbene, parliamo di questo, abbandoniamo la logica di Fort Apache, apriamo un confronto ed evitiamo le sterili contrapposizioni e risolviamo la questione!
Consentiamo cioè alla proprietà di poter svolgere le attività che la legge consente siano svolte all'interno del castello, senza pressioni indebite e senza forzature, nell'interesse di tutti.
E cerchiamo, altresì, di ottenere e di realizzare per la Città ciò che sino ad oggi invece non si è mai dato: la realizzazione di un parcheggio pubblico, la possibilità di poter usufruire di canali di promozione turistica sino ad oggi sconosciuti o impraticabili, e quant'altro utile e necessario a un nuovo “deal” che faccia, produca e sviluppi turismo ad Oria.
A tal proposito, sono convinto che il Commissario prefettizio Dott.ssa Iaculli saprà assicurare la più ampia attenzione e ogni utile e più opportuno intervento.
D'altronde, è assolutamente necessario che la proprietà receda dalla determinazione di chiudere alle visite turistiche il castello, poiché neppure questo è confronto e dialogo, e perché, innanzitutto, il castello è addirittura elemento identitario e patrimonio culturale ed affettivo di tutta la Città e comunque del territorio e della collettività, che ha diritto a conoscerlo, a visitarlo ed a sentirlo e a percepirlo come monumento di tutti.
Ed infine, caro Dott. Vitto, non si abbandoni ad espressioni da trivio, tenga alta l'asticella del dibattito politico: abbiamo bisogno, mi creda, della capacità di discutere dei problemi e di trovarne o di proporne le soluzioni, non di instillare miracolose cure di fosforo!
Ma tant'è, rassegnamoci a tanto! E peraltro, di cosa sorprendersi se tale attacco proviene da chi, pur coordinatore cittadino e addirittura assessore, del quale per la verità nessuno ha sentito parlare, non si è mai distinto né si è mai visto prendere pubblica posizione su alcuno dei mille problemi che attanagliano la Città, dei quali avrebbe fatto bene ad occuparsi: dopo cinque anni il dott. Vitto prende la parola non per offrire un contributo ma per attaccare una presa di posizione, critica si ma contenente comunque una proposta e una sollecitazione garbata e costruttiva.
Ebbene, mi sono convinto e sono convinto, senza averlo mai taciuto, che l'acquisto da parte dei privati è stata e resta la soluzione migliore, la buona politica dovendo invece trovare il migliore equilibrio fra l'interesse dei privati e le esigenze della collettività, pronta a cogliere le opportunità che possono offrirsi.
E poi, perché non dire che la giunta Ferretti per acquistare il castello voleva caricare sulla spalle della Città un mutuo gravosissimo e insopportabile sia per le finanze comunali che per le sue future prospettive di sviluppo?
E quand'anche lo avesse acquistato, dove avrebbe trovato gli altri soldi per restaurarlo?
E poi, ancora, la proprietà pubblica sarebbe stata capace in soli tre anni di ristrutturarlo?
E ancora, siamo o no d'accordo che lo sviluppo delle attività ricettive e congressuali nel castello, contemperate con le esigenze relative alla fruibilità della parte monumentale da parte dei turisti e dei visitatori, possa rapidamente diventare il volano dello sviluppo turistico della Città?
Siamo o no d'accordo che ciò porterà ovvi quanto benéfici effetti sulle presenze e quindi sulle attività economiche che potranno nascere in città (commerciali, di ristorazione ed alberghiere)?
Siamo o no d'accordo che bisogna darsi, ed era ora, una politica efficace dello sviluppo turistico, inesistente in questi ultimi anni, che assicuri le presenze, che garantisca l'accoglienza e destagionalizzi i flussi turistici?
Ebbene, parliamo di questo, abbandoniamo la logica di Fort Apache, apriamo un confronto ed evitiamo le sterili contrapposizioni e risolviamo la questione!
Consentiamo cioè alla proprietà di poter svolgere le attività che la legge consente siano svolte all'interno del castello, senza pressioni indebite e senza forzature, nell'interesse di tutti.
E cerchiamo, altresì, di ottenere e di realizzare per la Città ciò che sino ad oggi invece non si è mai dato: la realizzazione di un parcheggio pubblico, la possibilità di poter usufruire di canali di promozione turistica sino ad oggi sconosciuti o impraticabili, e quant'altro utile e necessario a un nuovo “deal” che faccia, produca e sviluppi turismo ad Oria.
A tal proposito, sono convinto che il Commissario prefettizio Dott.ssa Iaculli saprà assicurare la più ampia attenzione e ogni utile e più opportuno intervento.
D'altronde, è assolutamente necessario che la proprietà receda dalla determinazione di chiudere alle visite turistiche il castello, poiché neppure questo è confronto e dialogo, e perché, innanzitutto, il castello è addirittura elemento identitario e patrimonio culturale ed affettivo di tutta la Città e comunque del territorio e della collettività, che ha diritto a conoscerlo, a visitarlo ed a sentirlo e a percepirlo come monumento di tutti.
Ed infine, caro Dott. Vitto, non si abbandoni ad espressioni da trivio, tenga alta l'asticella del dibattito politico: abbiamo bisogno, mi creda, della capacità di discutere dei problemi e di trovarne o di proporne le soluzioni, non di instillare miracolose cure di fosforo!
Avv. Tommaso Carone - già Consigliere Comunale]