giovedì 10 dicembre 2009

Cose del passato oritano: "la ngegna" (la noria)

Caro Franco,
visto che riporti cose del passato oritano e considerato che ciò viene gradito dai lettori del blog, ti invio un mio scritto autobiografico nel quale è evidenziato un marchingegno che nel passato veniva utilizzato dai contadini per estrarre l'acqua dai pozzi di falda freatica. Mi riferisco alla NORIA, in dialetto NGEGNA, che veniva azionata solitamente da un asino che legato ad un lungo palo di legno, camminava lentamente in senso antiorario, con moto cadenzato e monotono, attorno al pozzo.
I miei genitori erano dei poveracci che non possedevano nulla. Lavoravano la terra in affitto o a mezzadria in contrada Squartati-Camarda. Per tirare l'acqua dal pozzo ci si serviva della NGEGNA che veniva azionata dal CIUCCIO (che non possedevamo). Avevamo una vigna a mezzadria, di proprietà di un macellaio di carne equina di Latiano, un certo Ngiccu Lu Pupu e quando all'inizio di giugno ci trasferivamo in campagna questo tizio ci dava in prestito un asino, possibilmente il più fesso e più magro. Noi lo tenevamo per tutta l'estate per farlo lavorare alla NGEGNA, in cambio lo dovevamo fare ingrassare ben bene così quando lo restituivamo all'inizio di novembre, Ngiccu Lu Pupu l'Uccieri ti Latianu lo "scannava" e lo vendeva per braciole. Il più delle volte questi cacchio di ciucci non erano abituati a girare alla NGEGNA oppure si fermavano (il più delle volte per la stanchezza e fame cronica). Io, da CACANITO che ero, avevo il compito di BADARE affinché il CIUCCIO non si addormentasse allu PALU. E quindi mi sedevo sul PILONE e ogni volta che il CIUCCIO passava io gridavo AH! AH! e quello accelerava. Ricordo che avevamo un cane di razza bastarda che a furia di sentire me urlare aveva imparato anche lui e, fermo vicino a me, quando passava l'asino iniziava ad abbaiare. Ero riuscito ad addestrare il cane (che si chiamava Titino) a rimanere lì e fare da guardia anche quando mi allontanavo. Io ne approfittavo per andare a caccia di lucertole oppure acchiappare farfalle. Un bel giorno il cane non tornò più dopo una scorribanda notturna con altri cani e cagne. Io rimasi senza amico cane e quello che era più grave ero obbligato a non muovermi dal punto di guardia per tutto il tempo che quella bestia di ciuccio girava alla ngegna. Mi confidai con una persona adulta, un vicino latianese, il quale era un grande pigghianculo. Lo sai che fece? Mi diede un consiglio. Disse:
"Ue vagnò lu sani cce ha dda fari? Pigghia nu tiaulicchiu, lu scuerci nu picca ti nanti e lu vungi anculu allu ciucciu."
Io ragazzino di 9-10 anni non vuoi che metto in atto il consiglio? Non ti dico le conseguenze.... LU CIUCCIU STA FUCI ANCORA!!! E per un pò pure io andavo di corsa per non buscare pere-picozze dal mio papà. Alla Ngegna vi furono dei danni... si ruppero delle CALETTE ed altre cose.
Un abbraccio a te e a tutti i tuoi lettori, oritani e non.
Un amico.
Nell'immagine seguente potete osservare una "ngegna" in miniatura realizzata da Tonino Italiano, oritano.... da anni emigrato al nord. Detto bene culturale si trova attualmente all'interno della Curia Vescovile e viene ogni anno utilizzato per allestire il presepe.
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