venerdì 26 giugno 2020

ORIA - UN PEZZO DI STORIA VA VIA: CHIUDE IL FRANTOIO OLEARIO "ITALIANO"

Post aggiornato alle ore 14:00 del 27/06/2020 
(se qualcuno desidera chiarimenti circa la parte che ho cancellato e del perché ho cancellato, mi contatti in privato)

Lo storico frantoio oleario (nato forse oltre 70 anni fa) sito in Via Francavilla, angolo Via Ciriaco, l'unico nella zona con antico metodo di molitura con "molazza" ed estrazione dell'olio con metodo "a freddo" mediante presse con "fiscoli",  non aprirà più.


LE SEGUENTI DUE FOTO NON SONO RELATIVE AL FRANTOIO IN QUESTIONE, BENSI' TRATTE DAL WEB


domenica 21 giugno 2020

PROROGA REVISIONE AUTO, MOTO E CICLOMOTORI. --FATE ATTENZIONE ALLE FALSE INFORMAZIONI !!!!

Se siete proprietari di un'autovettura, motociclo o ciclomotore con revisione scaduta prima del mese di febbraio 2020 o scadente fino al mese di luglio 2020, siete autorizzati a circolare fino al 31 ottobre 2020 (data entro la quale occorre effettuare la revisione), senza che nessuna Forza di polizia possa multarvi e sequestrare il mezzo.
Mi è stato riferito che certi personaggi oritani (in malafede) vanno dicendo che è consigliabile far sottoporre subito il mezzo a revisione, poichè esiste (a loro dire) il rischio concreto che qualche operatore ignorante, in occasione di un controllo su strada, può fare multa e sequestrare il veicolo, salvo poi rivolgersi ad un legale (con relativo esborso di denaro) per ottenere l'annullamento dell'ingiusto verbale. 
A questa fantasiosa tesi i sedicenti personaggi,  per rendere più energico ed efficace  il terrorismo psicologico sul malcapitato  di turno,  aggiungono la frase: "in caso di revisione scaduta, la Compagnia assicurativa può esercitare in tutto o in parte il diritto di rivalsa in caso di incidente, e quindi per te sarebbero uccelli  amari, in quanto dovresti restituire le somme pagate nei confronti dei soggetti coinvolti nel sinistro."

Comportamento inqualificabile da parte di questi tizi.

Nell’ambito delle attività di contrasto alla diffusione del Covid-19 decise dal Consiglio dei Ministri ed inserite nel Decreto “Cura Italia“, c’è anche una norma specifica che proroga la scadenza delle revisioni auto:
‘’Prorogata fino al 31 ottobre 2020 la circolazione dei veicoli da sottoporre entro il 31 luglio 2020 alle attività di visita e prova di cui agli articoli 75 e 78 del Codice della Strada, ovvero alle attività di revisione di cui all’articolo 80 del medesimo Codice”.

Diego Brambilla, vicepresidente Aicc (Associazione ispettori centri di controllo), in un post sul suo blog   afferma che in base alla circolare del Ministero dell’Interno prot. 300/A/3977/20/115/28 del 05/06/2020, sono autorizzati a circolare fino al 31 ottobre 2020 anche i veicoli con la revisione scaduta prima del mese di febbraio 2020.
Tale circolare parla di un regolamento UE in base al quale è prevista una proroga di 7 mesi per i veicoli immatricolati in paesi membri.

venerdì 5 giugno 2020

ORIA - VIA FILIPPO (Filippa) DI COSENZA RETTIFICATA OLTRE UN ANNO FA..... MA SOLO SULLA CARTA !!!

Grazie alla nota inviata alla sindaca nel febbraio 2019 da un'associazione, due mesi dopo l'amministrazione comunale aveva finalmente deciso di porre riparo ad uno strafalcione della toponomastica cittadina (risalente al 2001), ma, ahimè, a distanza di ben 14 mesi la rettifica è rimasta solo sulla carta.

 Forse l'Ufficio Toponomastica e l'Ufficio Tecnico Comunale hanno ignorato le direttive della Giunta Comunale, se si considera che a tutt'oggi la targa toponomastica  porta ancora la dicitura VIA FILIPPO DI COSENZA.

Delibera di Giunta Comunale N. 57 del  02/04/2019 avente per OGGETTO: Rettifica Deliberazione di G.C. n. 71 del 11.05.2001 avente ad oggetto “Denominazione nuove vie nel centro abitato

Richiamata la precedente Deliberazione di G.C. n. 71 del 11.05.2001, con la quale si procedeva a denominare una serie di strade cittadine, tra le quali la Strada in Contrada Palombara Piccola, trasversale alla Via Provinciale per Manduria denominata “Via Filippo di Cosenza”;
Constatato che tale denominazione è da considerare certamente errata in quanto il personaggio storico alla quale si voleva intitolare la richiamata arteria stradale era la baronessa Filippa di Cosenza, seconda moglie di Guglielmo dell’Antoglietta, figlio di Giovanni, cavaliere francese che scese in Italia al seguito di Carlo I d’Angiò, che in Oria fece edificare la Chiesa ed il convento di San Giovanni Battista;
Ritenuto pertanto necessario correggere questo errore, aggiornando la toponomastica;
 DELIBERA 
I motivi indicati in premessa espressi si intendono qui integralmente riportati e confermati;
1.Di rettificare la precedente Deliberazione di G.C. n. 71 del 11.05.2001 avente ad oggetto “Denominazione nuove vie nel centro abitato” nella parte in cui denomina la strada in C.da Palombara Piccola, trasversale alla Via Prov.le per Manduria apportando la seguente modifica: “Via Filippa di Cosenza” in sostituzione di “Via Filippo di Cosenza”;
2.Di incaricare l’ufficio “Toponomastica” e l’Ufficio Tecnico Comunale ad adottare gli atti opportuni per modificare la denominazione della strada. 

lunedì 1 giugno 2020

ORIA, ANNO 1915: I RAPPORTI DI SANT'ANNIBALE M. DI FRANCIA CON IL VESCOVO ED I POLITICI (il prete Cosimo Ferretti Assessore Comunale)

Oggi in Oria si festeggia Sant'Annibale M. di Francia.
Pubblico lo stralcio di un  "lavoro" del compianto prof. Alvaro Ancora dal titolo "Il primo quindicennio del Novecento e P. Annibale M. di Francia."

MISSIVA DI PADRE ANNIBALE MARIA DI FRANCIA AL VESCOVO ANTONIO DI TOMMASO

Oria, 31 gennaio 1915
Eccellenza Venerabilissima,
Mi affretto a rendere consapevole la S.V. di un periodo non lieve che minaccia il possesso del Monastero di S. Benedetto goduto finora dai Signori Errico e dalla E.V.: pericolo che per legittima conseguenza minaccia la esistenza dell’Orfanotrofio e della Scuola di lavori che vi sono stabiliti con tante fatiche, con tante paterne premure, e con tanti dispendii da parte della E.V..
Tanto vengo ad esporle, perché la E.V. veda se vi sia da apporre qualche rimedio, che io non saprei quale; salvo il ricorrere con umili preghiere a Nostro Signore e alla SS. Vergine.
Ed ecco di che si tratta.
Sono pochi giorni che si presentò da me a S. Pasquale, il Rev. Padre Cosimo Ferretti, in qualità di Assessore al Municipio di Oria, e tra l’amichevole e l’officioso mi fidò che il Municipio, cioè l’attuale Amministrazione, intende di annullare il contratto di cessione del Monastero di S. Benedetto agli Errico e ripigliarsi il cespite, per mancata condizione, ovvero per inadempimento alla condizione sine qua non posta nel contratto, che nel termine di cinque anni, quale scopo esclusivo della cessione gratuita, il Dottor Barsanofio Errico avrebbe dovuto fondare un Istituto atto alla educazione delle giovanette di media condizione della Città di Oria.
Io obbiettai che il patto era stato di tenersi un’opera di beneficenza (così io avevo sempre appreso dagli Errico, ed anco, parmi, da V.E.). Ma il Ferretti mi replicò che non l’opera di beneficenza, ma un convitto di media condizione, si obbligò di fondarvi l’Errico in fra i cinque anni con clausola risolutiva del contratto. Mi assicurò, non di meno, che rientrando il Municipio nel possesso del Monastero rispetterà l’Orfanotrofio, salvo che si vorrebbe prendere una metà per cederlo al governo per mettervi i soldati chi sa il castello non fosse sufficiente. Anzi, a quanto mi fece capire, il paese vorrebbe che soldati ne venissero pure, perché dicono che spenderebbero per vivere, e così Oria avrebbe introiti. La metà che già il Municipio disegna di disporre per l’esercito sarebbe quella appunto dell’Orfanotrofio e dell’Esternato, telai, ecc., come più prossima al castello; l’altra metà, che hanno le Benedettine, il Municipio, disse il Ferretti, la cederebbe a noi, cioè all’Orfanotrofio. In quanto alle Benedettine, dice egli, le prenderemmo con noi!
Vede V.E. quale arruffamento di cose si va macchinando? Dopo la visita del Ferretti, io volli informarmi dei precisi termini del contratto per vedere se il Municipio, o noi, avessimo delle ragioni a cui appigliarci. Essendo io poco bene ad un piede per un urto in una quasi caduta da più di una settimana, mandai dai Signori Errico la Superiora dell’Orfanotrofio Suor M. Carmela per dimandare copia del contratto. Gli Errico si protestarono che essi sono nel loro pieno dritto, che il Monastero è di proprietà di loro e di V.E. e che il Municipio nulla à a che fare, ecc. ecc.. Ma fin qui parole. Copia del contratto dissero non averne o averla smarrita, ma il domani, che fu ieri, mi mandarono scritto a lapis il foglio che integralmente Le rimetto, dopo averne fatta copia.
Dai due articoli della Deliberazione del 20 giugno 1906, trascritta nel foglio accluso, chiaramente si rileverebbe che noi siamo dal lato del torto! Secondo questi due articoli il Municipio di Oria è nel suo dritto di ripigliarsi il cespite, poiché il Dottor Errico cessionario lasciò trascorrere i cinque anni senza fondare l’Istituto per le giovanette di media condizione! Per essere maggiormente certi di questo dritto, il Sindaco e gli Assessori, alquanti giorni prima della visita del Ferretti a S. Pasquale, mandarono sottomano a chiedere due fogli di quel Programma che scrisse V.E. e pubblicammo in occasione dell’apertura della scuola di lavori. Il Ferretti infatti citò a me quel Programma per dirmi che quello non accenna affatto ad Istituto per educazione di classe media. Ma perché due copie? Se ne vorrà mandare una all’Autorità Governativa?
Dal 2° articolo della Deliberazione del 20 giugno 1906, si rileva pure che dimani, se la S.V. dovesse riconsegnare al Municipio di Oria il locale (il buon Dio non voglia), tutte le spese fatte per accomodi e trasformazioni sarebbero perdute! Ovvero andrebbero a vantaggio dei soldati! Le avremmo fatte proprio per loro!
Ora io non so comprendere come non si sia pensato di trovare, in fra i 5 anni, un mezzo per accertare la proprietà, adempiendo in certo qual modo, tanto da potersi premunire contro future eventualità, la condizione dell’Istituto per la classe media! Si avrebbe potuto inserire nel Programma un semplice rigo: Si ammettono giovinette della classe media, nei dieci anni, in convitto, mediante la retta mensile di Lire trenta, restando a carico dei parenti i vestiti, ecc. ecc. Anzi, dato che la prima condizione è che il locale doveva servire esclusivamente per tale scopo, dell’Orfanotrofio non doveva farsi cenno alcuno, o meglio ancora essendoci allora il Carissimo, ed essendo la popolazione entusiasmata per le orfanelle di Messina, si poteva benissimo modificare o innovare la deliberazione. Ma non essendosi fatto nulla di questo, ora a me sembra che il caso sia quasi disperato. Se non altro è abbastanza grave! Al Municipio di Oria non c’è più il Carissimo, e ci sono due massoni: Parlagreco (Rocco Greco? Ndr) e Parlatano, i quali propugnano la risoluzione del contratto, e forse avranno iniziato pratiche presso la Prefettura di Lecce. E’una mia supposizione fondata sulla richiesta delle due copie e sopra gli intenti massonici dei due nuovi assessori.
In quanto al Ferretti, però, debbo dire alla E.V. che in lui non ci scorgo nulla, coscienziosamente, di torto che egli voglia fare alla E.V. né all’Orfanotrofio. Ci scorgo solo un so che di solidarietà che vuol mantenere coi colleghi della Giunta.
Se quando si cedette il locale alle orfanelle mi si avesse fatto leggere il contratto, io avrei azzardato qualche pensiero per premunirci per l’avvenire, ma per me non potei mai sapere effettivamente a chi appartenesse il cespite, se a […?] Benedetto, se al Dottor Errico, se a V.E., e tanto meno le condizioni del contratto.
Ora non saprei come trovare vie d’uscita. Ciò non toglie però che V.E. potrà avere una più ampia conoscenza delle cose e delle persone, e possa, con la sua mente fecondissima, trovare il mezzo termine per rilevare (?) un locale così importante a un Orfanotrofio ed un Esternato che costituiscono finora una vera Opera di beneficenza e di moralità!
Per me non posso far di meglio che informare la E.V. e attendere i suoi ordini.
Fò notare alla E.V. due cose, chi sa potessero valerci. La prima, che il I° articolo dice: conforme alla dimanda. Il Dottor Errico come fece la dimanda? Che dimandò? E’ da esaminarsi. La seconda è che noi abbiamo avuto due ragazze civiline di Oria: la Mazza e la Ribezzo. Questa è ancora con noi. Ma il Programma ci tradisce.
Inoltre, qui si dovrebbe studiare per intero la dimanda fatta dagli Errico, e per intero la deliberazione. So io pure, perché mi pare avermelo detto gli Errico e V.E., che ci fu una 2^ deliberazione dopo la venuta delle orfanelle, con cui si cedevano i corpi bassi che il Municipio aveva riserbato a sé. In quali termini era questa 2^ deliberazione?
Insomma si dovrebbe tutto bene esaminare, e sottoporre forse ad un avvocato dei migliori. O venire ad accordi! Ma quali accordi con massoni?
La povera Superiora si è preoccupata di questo pericolo, e se divenisse realtà, dove dovremmo andare? Dove trasportare l’Orfanotrofio?
***
Era in sul finire questa lettera quando mi giunse il telegramma della E.V. con cui recideva ogni speranza di potere avere Gesù Sacramentato nell’Oratorio di San Benedetto!
Non le nascondo, Eccellenza, che questa negativa mi giunse amara! ….Dopo cinque anni di aspettazione in cui ci lusingavamo che finalmente la E.V. avrebbe condisceso ad un santissimo desiderio, questa recisa negativa non poteva non affliggermi! E tanto più in quanto che per me è proprio incomprensibile come in un tempo in cui c’è tanto bisogno di spingere anime a pregare e gemere innanzi al Santo Tabernacolo, la E.V., col negarci Gesù Sacramentato viene a scemare il fervore, a restringere la pietà, non potendosi più attuare la visita continua alternata al SS. Sacramento tutto il giorno, qualche volta per qualche ora di notte, cosa che è impossibile di attuare nella Chiesa delle Benedettine per valevoli ragioni. Ed Oria, specialmente, à tanto bisogno di anime umili e innocenti che preghino innanzi al Sacramentato Iddio e lo compensino per tanta freddezza e forse per tanti sacrilegi! .... Incomprensibile, replico, mi giunse la negativa così recisa della E.V., pure perché oggi la S. Chiesa à aperto in modo più particolare i tesori della SS. Eucaristia, e chiama e invita tutto il mondo ai Piedi di Gesù Sacramentato e si sforza di renderlo accessibile a tutti! Per cui senza nessuna difficoltà suole permettere gli Oratori privati Sacramentali alle Comunità e agli stessi Educandati diretti da Suore, non ostante che abbiano Chiesa pubblica annessa sacramentale! Es., noi in Messina nel Monastero dello Spirito Santo, le Figlie della Carità in Oria, e migliaia di altri simili esempii.
Ciò non di meno, gli ordini e la volontà dei Superiori sono sacri! Sacri quantunque incomprensibili! Io mi inchino dinanzi al reciso divieto della E.V. e lo venero tanto più quanto meno lo comprendo. Alle povere Suore e alle povere orfanelle nulla finora ò detto della recisa negativa di V.E.. Povere figlie aspettano ansiosamente e dicono che questa volta la E.V. avrà pietà di loro e accorderà la Grazia! Si figuri V.E. che tutta la Novena del nome SS. Di Gesù, cioè dal 22 al 31 gennaio, giorno in cui abbiamo festeggiato il SS. Nome, ogni notte, alternativamente da una notte all’altra, quattro o cinque della Comunità facevano un’ora di veglia e di preghiere dinanzi al Tabernacolo vuoto! Poverine stanno ad aspettare il Messia! Io temerei di partecipare loro la recisa negativa di V.E. perché, attesa la umana fragilità, ci sarebbe da temere un abbattimento spirituale; tanto più che tanto il giorno quanto la notte queste povere figlie pregavano con grande entusiasmo per la E.V. Et sicut oculi servorum in manibus dominurum suorum, sicut ancillae in manibus dominae suae, mi erano rivolti gli sguardi di queste povere Suore (che tanto si sono sacrificate) e di queste povere creaturine alle sacre mani della E.V. donec avesse avuta di loro pietà! Io non insisto, non intendo insistere presso E.V. perché con taglio radicale me lo proibisce! Ricordo però benissimo che una volta V.E. mi disse che la proibizione non partirebbe direttamente da V.E. ma da altri Personaggi. Questo ricordo che in questo momento mi viene mi farebbe pregare V.E. che se fosse possibile mi facesse conoscere chi è che la proibisce tra gli alti Personaggi di S. Chiesa ed io le assicuro, Eccellenza, che con esporgli le mie umili e motivate dimande, otterrei la sospirata Grazie! Sempre però che la proibizione non fosse stata della E.V. perché senza il volere e il beneplacito delle E.V. Le giuro che nemmeno per concessione Pontificia terrei il SS. Sacramento in quell’Oratorio! O’ rispettato sempre i Vescovi come le persone stesse degli Apostoli, così ò venerato sempre i Vescovi dove tengo le  Case, così venero la E.V.! E mentre si è presa questa responsabilità in coscienza, io debbo acquietarmi e non insistere di più. Potrebbe anche darsi che V.E. si mostrasse così negativo per esercitare la Fede della Comunità; potrebbe anche darsi che quello che non si concede oggi, crederebbe giusto concederlo in altre circostanze più opportune.
Mi perdoni la E.V. se l’ò intrattenuta su quest’argomento: mi compatisca perché il colpo mi è riuscito molto sensibile!
***
Tornando ora all’argomento del Monastero e delle pretese dell’attuale Municipio, sono ai comandi di V.E. che vuole che faccia.
Termino con baciare le sacre mani alla E.V. e implorando genuflesso la sua Pastorale Benedizione per tutti i miei e per me, con ogni perfetto ossequio mi dichiaro:
della V.E.
Umilissimo devotissimo servo
Canonico Annibale M. di Francia

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