domenica 24 maggio 2020

ORIA - CHI ERA ROSARIA GRECO?

Rocco e Rosaria Greco
Dopo la pubblicazione nei giorni scorsi di un mio post  (LINK) alcuni amici mi hanno chiesto “Chi era Rosaria Greco? Perché dovrebbe essere ricordata, commemorata?”.

Belle domande, a cui non è facile rispondere con pochi righi.

La domanda “Chi era Rosaria Greco?” trova risposta nel contenuto del libretto post mortem scritto dal padre, dal titolo “In memoria di Rosaria Greco”, che potete leggere al seguente LINK (se vi riesce difficile con lo smartphone vi consiglio di utilizzare un computer). L’unica cosa che non troverete scritta è la malattia che le causò la morte quando ancora non aveva compiuto 16 anni.

Per rispondere all’altra domanda “Perché dovrebbe essere ricordata, commemorata?” devo necessariamente parlarvi del suo papà: Rocco Greco.

Ciò premesso, devo evidenziare che l’occasione per scrivere nei giorni scorsi di Rosaria Greco mi è stata data da un sopralluogo che ho effettuato il giorno 14 c.m. in Via Vela, dovendo confezionare un articolo relativo alla toponomastica (LINK). Percorrendo detta strada periferica, mi sono soffermato ad osservare per qualche minuto, dall’esterno, il “Centro Sociale ANNIBALE MARIA DI FRANCIA delle Suore Figlie del Divino Zelo”.

Tornato a casa, chissà perché, come stregato, come attirato da non so che, sono stato letteralmente calamitato da un'assillante curiosità, ovvero ricercare notizie sull’origine di detto istituto.

L’unico mezzo per colmare la mia curiosità, non potendo recarmi nella biblioteca e/o archivio storico comunale (in quanto ancora chiusi), era di cercare qualche dato in alcuni libri della mia modestissima collezione. La fortuna mi ha arriso, facendomi leggere alcune pagine di un libro donatomi dal
compianto prof. Alvaro Ancora, con tanto di dedica autografa datata 15 luglio 2013. In una delle pagine, dedicate alla presenza in Oria, agli inizi del secolo scorso, di Padre Annibale Maria di Francia, era riportato lo stralcio del testamento olografo di Rocco Greco, genitore di Rosaria.
"....voglio anche destinare [....] parte di dette mie sostanze all'Orfanotrofio Antoniano Femminile del luogo, il quale assumerà gli obblighi come appresso indicati [....]
- Parte del fondo Vela o Parietone con la Casina Civile, fabbricati annessi e connessi ed accessori, ove ho vissuto per circa sedici anni con la mia cara Rosaria, e perciò ricco di innumerevoli incancellabili ricordi che per me lo rendono inestimabile.
All'Orfanotrofio Antoniano Femminile del luogo, mobili, biancheria ed ogni suppellettile esclusi - perchè vi venga dalla Direzione del detto Istituto creata una Colonia, se non permanente, almeno estiva, di conveniente numero di Orfane di menomata salute fisica, convertendo in Cappella la camera ove la mia Rosaria esalò la sua bell'anima a Dio ed apponendo sul frontespizio del fabbricato civile ed a caratteri cubitali la seguente dicitura: Colonia Rosaria Maria Egidia [....] Preciso anche che l'intero salotto con la radio Fada si apparterranno al precitato Orfanotrofio Antoniano Femminile per mobiliare in permanenza la sala di entrata di Casina Parietone [....]. Sui due fiorenti Orfanotrofi Antoniani Maschili e Femminile, ammirata opera di carità e di fede del compianto Fondatore Canonico Annibale Maria di Francia, il cui fervido apostolato viene perpetuato dal Rev.mo Padre Francesco Vitale, piovano le benedizioni di Dio e dell'Umanità beneficata e l'augurio di ogni prosperità [....]
 Oria, dalla Casina Parietone 18 luglio 1943 -             Rocco Greco"

Sempre rovistando nei miei libri ho rintracciato qualche notizia sulla figura di Rocco Greco, che andasse oltre quello che molti oritani hanno sempre sentito dire, ovvero “quel Rocco Greco, podestà in Oria durante il fascismo, passato alla storia come quello che nel 1933 permutò il castello normanno-svevo con Palazzo Martini di proprietà del Commendator Giuseppe Martini Carissimo.” Giova evidenziare che negli ultimi anni, in occasione dell’acquisto del castello da parte della Borgo Ducale srl, avvenuto nel 2007, molti, nel leggere l’atto di permuta del 1933,  hanno forse frettolosamente pensato (e scritto) che il fascistissimo podestà Rocco Greco (LINK)  fece un regalo al Martini Carissimo. Per capire come effettivamente si arrivò a quella permuta vi consiglio di leggere il libro di Glauco Caniglia “Il Castello di Oria, vicende giuridiche e prospettive….”

Rocco Greco, nato in Oria il 26 ottobre 1881, era figlio di Antonio, proprietario terriero che fu assessore comunale nella Giunta capeggiata dal Cav. Francesco Milizia (1905-1906). Fra i fratelli e sorelle di Rocco mi è stato possibile rilevare finora due nomi: Innocente e Francesco. Rocco studiò e conseguì la laurea di Dottore in Farmacia; partecipò alla prima guerra mondiale come Ufficiale degli Alpini (riportando una mutilazione), in congedo col grado di Tenente Colonnello. E’ stato sindaco di Oria dal 03/08/1924 al 20/06/1926. Con l’avvento del Fascismo, fù uno dei primi ad iscriversi al Partito Nazionale Fascista e fedelissimo al Duce ricoprì per ben 6  volte, non consecutive,  la carica di Podestà (fino al 22/07/1939). Carica podestarile che ricoprì anche nella vicina Erchie nel 1926-1927.
Forse non sbaglio se affermo che egli ha il primato come durata alla guida del governo della città, se si considera che fra la carica di Sindaco e di Podestà ha esercitato per 150 mesi, pari a complessivi circa 12 anni e 6 mesi.

 Per le sue doti e le sue benemerenze fu insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia e, a differenza di qualche amministratore del nostro tempo, non usava firmare anteponendo il titolo di Dr. e/o di Cav.

Nella vita privata fu un uomo molto provato dalle avversità: il 2 febbraio 1925 gli muore il figlio Antonino di appena sei mesi; il I° settembre 1925 nasce la figlia Rosaria che muore, non ancora sedicenne, il 21 maggio 1941, a seguito di alcuni anni di sofferenza causata da una malattia allora incurabile (tisi, mi è stato riferito); dopo pochi mesi, la moglie si ammalò di tifo e morì il I° gennaio 1926. Rocco Greco, distrutto dal dolore causato dalla prematura morte della diletta figlia Rosaria (Sara), insieme alla  quale aveva vissuto per oltre 15 anni, morì all’età di 62 anni.

Durante il Fascismo, per combattere la disoccupazione furono avviati lavori pubblici: la costruzione dell’edificio scolastico “De Amicis” dopo la demolizione del Palazzo dei Celestini 
(avvenuta nel 1912, prima dell'avvento del Fascismo, per volere del sindaco Gennaro Carissimo); la pavimentazione di Via Pasquale Astore e Via Castiglione; la realizzazione di parte della strada per il Santuario di San Cosimo; nell’aprile 1926 ci fu l’inaugurazione della rete elettrica pubblica; intorno al 1927 l’acqua del Sele giunse ad Oria e fu avviata la costruzione della rete fognante, che fu completata con la costruzione delle vasche di spurgo sulla via per Torre SS; furono innalzati tre monumenti: a Costantino nel piazzale della Cattedrale, il Fante Glorioso nell’attuale piazza Lorch, il monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale nel piazzale antistante il cimitero; fu acquistato il terreno da adibire a campo sportivo (ove adesso trovasi il municipio e l’adiacente area archeologica). Nell’attuale piazza De Jacobis, ove adesso è ubicato l’ufficio postale sorse La Casa del Fascio, un immobile a tre piani che ospitava la sede del Partito Nazionale Fascista, la sede della GIL (Gioventù Italiana del Littorio) la sede della ONB (Organizzazione Nazionale Balilla); la sede dei Giovani Italiani e degli Avanguardisti.

In Italia il Fascismo instaurò un duro regime poliziesco, gli oppositori venivano arrestati, imprigionati o costretti al confino, cioè a vivere in una località lontana dal luogo di residenza e dalla famiglia. Nella sola provincia di Brindisi, tra il 1926 e il 1943, furono 76 i confinati politici. Ad Oria fra coloro che subirono arresti e provvedimenti di confino, ho rilevato i seguenti nomi: Cosimo Delli Santi (padre di Albino, deceduto di recente), Luigi Oggiano,  Salvatore Mingolla e Pasquale Galiano.  Quest’ultimo, primo sindaco comunista, è colui che è stato il più perseguitato dal regime fascista (LINK in questo blog)
Interessante, altresì, da leggere  la pagina 67 del libro che potete scaricare al seguente LINK 

Inevitabilmente il dissenso e le conseguenti persecuzioni crearono odio, astio, dissapori e rancori fra coloro che gestivano il potere e una parte dei cittadini.
Per legge il  Podestà, coadiuvato da una Consulta municipale, accentrava su di se ogni funzione politico-amministrativa al pari dei Commissari Straordinari dei giorni nostri. In pratica però  il potere veniva anche esercitato (a volte abusandone) dal Segretario del Fascio e dai vari gerarchi.
Fra i Segretari del Fascio vengono maggiormente ricordati Paolo Filotico (padre del compianto Titti), Gaetano Scazzeri, Francesco Greco (fratello di Rocco), Arnaldo Scardapane. Fra i vari gerarchi fascisti, ovvero componenti del Direttorio, vengono maggiormente ricordati: Italo Caniglia, il rag. Giuseppe Palazzo, l’Ins. Giuseppe Proto, il rag. Pasquale Fullone. Mi è stato altresì riferito oralmente che un uomo del regime, alquanto attivo, era tale Don Peppu Ti La Posta (cognome PEPE) 

Il compianto avvocato Cosimo Iacovazzi, in un’intervista di circa 20 anni fa ebbe a dichiarare:
“Mio padre aveva la licenza elementare; reduce della guerra 1915-18, durante la quale aveva ricevuto sul campo dai francesi una medaglia di merito, venne assunto come vigile urbano. Egli non aveva la tessera fascista e, per controversie con il segretario politico del tempo, venne licenziato. Un giorno c’era un’adunata fascista in Piazza Manfredi e mentre quel segretario politico arringava la folla, passava, in piazza, mio padre che teneva me per mano (avevo due anni) e mia madre che era incinta di mia sorella Maria (era l’anno 1927). Il segretario, additando mio padre alla folla, disse: “In questo momento passa un nemico della patria, un sovversivo”, scese dagli scalini del Sedile e sferrò un calcio che colpì  al basso ventre mia madre. Questo gesto provocò l’indignazione di tutti, persino degli stessi fascisti, molti dei quali abbandonarono la piazza.” (Libro scuola media Oria, anno scolastico 2001-2002 dal titolo MOMENTI….. IL VENTENNIO FASCISTA IN ORIA)

A proposito di Pasquale Galiano è degno di nota quanto segue: ebbe otto figli e a 5 di essi diede nomi dal pregnante significato ideologico, libertario ed antifascista: Libertà, Libero pensiero, Libero amore, Eguaglianza e Giustizia, successivamente modificati contro la sua volontà in virtù di una sentenza del Tribunale di Brindisi. Durante uno dei tanti periodi di detenzione o confino, la moglie si recò al Comune di Oria per chiedere assistenza per la figlia Libertà, gravemente malata, ma il Podestà rifiutò dicendo: “Meglio se muore”. Quando Libertà morì a Pasquale fu concesso di assistere ai funerali. Dopo poco tempo anche la figlia del Podestà morì.” (da un’intervista ad Aurora, figlia di Pasquale Galiano) [(Libro scuola media Oria, anno scolastico 2001-2002 dal titolo MOMENTI….. IL VENTENNIO FASCISTA IN ORIA]

Rocco Greco, oltre ad essere un fedelissimo del Duce ed avere influenti ed importanti amicizie anche fuori Oria, era sicuramente dotato di quei requisiti necessari per esercitare le funzioni di Podestà, come si può rilevare dal contenuto di una relazione del Prefetto Perez al Capo di Gabinetto del Capo del Governo, datata 13.11.1929: “……..Ad Oria fu necessario addivenire allo scioglimento del Direttorio del Fascio, del quale facevano parte due impiegati del Comune che ne abusavano per violare i loro doveri d’ufficio…… Il dissidio tra il Podestà Cav. Dott. Rocco Greco e  il Segretario Politico è stato transitorio ed ebbe origine dalle contravvenzioni elevate a carico di certo_________ per violazione alla legge sulla disciplina del commercio. Il fascio parteggiava per il Segretario politico, destando il risentimento del Podestà, che peraltro da qualche tempo, e dopo lo scioglimento del Direttorio è tornato in buoni rapporti con il dott.___________ 
Il Podestà Dott. Rocco Greco, che è un vecchio fascista, ha certamente carattere autoritario in parte modificato, dopo ripetuti richiami avuti da me. D’altro canto, in un paese come Oria che già risentiva del sovversivismo della vicina Francavilla Fontana un podestà poco energico non sarebbe assolutamente indicato. Invero io ho pensato ripetutamente alla sostituzione del podestà, che mi ha accennato varie volte di dimettersi, ma mi sono arrestato di fronte alla difficoltà della scelta perché se qualche elemento più idoneo del Greco esiste in Oria per assumere alla carica di Podestà, esso non è iscritto al Partito, che localmente non offre uomini utilizzabili alla bisogna. …..”

Secondo le risultanze delle ricerche del prof. Alvaro Ancora, Rocco Greco nel 1914-1915 sarebbe stato considerato un “massone” e insieme ai Consiglieri Comunali Zaccaria Pinto, Nicola Salerno Mele ed Arcangelo Parlatano si teneva in contatto con la Loggia Massonica di Taranto. Per il Parlatano ed il Greco esiste la testimonianza scritta di Padre Annibale (lettera del Di Francia al Vescovo Di Tommaso del 31 gennaio 1915). Nella seduta consiliare del 24 luglio 1914 per le elezioni del Sindaco e della Giunta, Salerno Mele venne nominato sindaco, Greco assessore delegato e Parlatano assessore ai lavori pubblici.

Dopo questi accenni sulla figura di Rocco Greco e su alcuni aspetti del periodo fascista in Oria, torno a parlare del libretto “In memoria di Rosaria Greco”.
Rocco Greco scrive:
- all’alba del 5 maggio impetra dalla Madonna Ausiliatrice la grazia della sua guarigione; presenta alla Stessa il suo voto di castità e implora perdono per i miei peccati;
- verso la sera del giorno 7 mi dice “Papà mi sento fiacca…… La Madonna mi porterà con sé.”
-  verso le ore 11:00 del  13 maggio, la figlia Rosaria ha una visione ad occhi aperti, riferendo ai presenti che le sono apparse varie figure (Gesù Crocefisso, la Madonna che schiaccia la testa al serpente, alcuni Santi, l’Eterno Padre con un grande libro in mano, etc.);
- che Rosaria morì alle ore 1 del 21 maggio, giorno dedicato alla Vergine Santissima della Croce;
- parole struggenti quelle dette da Rocco Greco al cimitero. Parole che mi hanno toccato e mi toccano profondamente ogni volta che le rileggo. A mio parere è una sorta di testamento spirituale e materiale, concludendo che non vede l’ora di riunirsi con la figlia diletta, ma anche con la moglie ed il piccolo Antonino. Degno di nota il seguente passaggio “ Ossequiente alla volontà di mia figlia, Vi prego di perdonarmi se involontariamente Vi arrecai offese, così come io a tutti ho perdonato”.
Sicuramente tanto dolore lo portò alla morte. Morì circa due anni dopo, all’età di 62 anni dopo aver scritto di proprio pugno il testamento col quale donava alle suore dell’Orfanotrofio Femminile la casina del Parietone con annessi e connessi. Per il momento mi fermo qui, riservandomi di tornare a scrivere per spiegarvi altro.

P.S.: non so a voi, a me ha fatto molto riflettere un filo comune che lega alcuni accadimenti che hanno avuto come protagonisti Rocco Greco e la figlia nel mese di maggio 1941. Filo comune di carattere altamente religioso. Mi riferisco alla Madonna.  Il 13 maggio, giorno in cui  Rosaria ebbe una visione  celestiale,  mi ricorda l’apparizione della Madonna ai tre pastorelli di Fatima, avvenuta anni prima. Una domanda nasce spontanea: altri prima di me hanno fatto queste riflessioni? A qualcuno è mai venuto in mente negli scorsi decenni di chiedere la beatificazione di Rosaria Greco? 

giovedì 21 maggio 2020

ORIA - PERSONE LEGATE A SARA GRECO, DOPO AVER VISTO IL MIO POST ........



Alle ore 22,15 odierne due coniugi stranamente si sono ricordati che oggi ricorre il 79° anniversario della morte della giovane Sara Greco, alla quale sono legati (da.....), pubblicando foto ed altro sul loro profilo Facebook. Per rendere ancora più visibile la cosa hanno condiviso il post su un conosciuto gruppo Facebook locale.

Dico stranamente perchè non ci vuole la zingara a capire che mi hanno COPIATO, dopo aver visto quanto avevo pubblicato la scorsa notte.

 Prova ne è il fatto che negli anni scorsi non si sono mai ricordati di tale ricorrenza!
Lo prova il fatto  che stamattina ero l'unica persona  che ha partecipato alla messa in suffragio di Sara Greco, celebrata da Don Francesco Sternativo nella cappella del Centro Sociale del Parietone, alla presenza di alcune suore.

Sono comunque contento. L'importante è divulgare al massimo  il ricordo di Sara Greco e del suo papà.

Colgo l'occasione di informare i due coniugi, nonchè i loro lettori su Facebook e quanti altri eventualmente interessati, che nei prossimi 11 mesi ci saranno altre messe in suffragio di Sara Greco e che in occasione dell'80° anniversario della  morte (21.05.2021), le suore del Divino Zelo organizzeranno una solenne celebrazione pubblica.

Ciò premesso, mi piacerebbe scoprire  la presenza di persone legate a Sara Greco (da ....) in occasione delle prossime messe nella cappella del Parietone. Cappella che prese il posto della stanza dove visse la giovane Sara Greco.
AI PIEDI DELL'ALTARE UNA FOTO DI SARA GRECO

ORIA - 79 ANNI FA VOLAVA IN CIELO SARA GRECO, AL CUI NOME E' LEGATO L'ISTITUTO DELLE SUORE DEL PARIETONE


CLICCARE QUI PER LEGGERE IL LIBRETTO "IN MEMORIA DI ROSARIA GRECO" SCRITTO DAL PADRE.

giovedì 14 maggio 2020

ORIA - IL TOPONIMO VIA VELA NON SI TOCCA !!!!

La Giunta Comunale avrebbe deciso di cambiare denominazione a Via Vela, in assenza, ANCORA UNA VOLTA, di una Commissione Toponomastica (formata anche da esperti).

Stando a una confidenza fattami, la nuova denominazione dovrebbe essere "Via dello Sport" o "Via Giovanni Falcone" (in questo caso  la relativa targa dovrebbe essere inaugurata in occasione dell'anniversario dell'eccidio di Capaci).

Sempre stando alla confidenza fattami, tale decisione sarebbe la conseguenza di reiterate lamentele da parte di alcuni residenti in Via Vela, i quali a causa della mancanza di numeri civici all'ingresso delle loro residenze subiscono continui disagi dovuti alla mancata/ritardata/errata consegna di merci, plichi o corrispondenza da parte di corrieri e portalettere.

Mi è venuto il sospetto che i Signori del Palazzo che hanno anticipato tale decisione ai residenti sconoscono che quella strada ha un regolare toponimo (Via Vela), assegnato dal Consiglio Comunale con delibera n.107 del 15/07/1972, e che è inserita nelle varie mappe satellitari (Google maps, etc.).

Il suo nome deriva dalla contrada che si estende al di là del Parietone. Il toponimo Vela era già presente nel 1500.

Nella toponomastica uno dei principi fondamentali nell'assegnare i toponimi è conservare i riferimenti legati alla storia e alla cultura locale. Esistono altre vie la cui origine è legata a nomi di contrade (Via Visciglio, Via Frascata, Via Crocefisso, Via Cuturi, Via Madonna della Scala, Via Pappadà, Via San Lorenzo).

A mio parere non ci sono i presupposti per procedere alla ridenominazione della via in questione.

L'unica risposta alle lamentele dei cittadini  è l'apposizione dei numeri civici, nonchè di due targhe toponomastiche (una all'intersezione con Via Francavilla e l'altra  all'intersezione con Via Crocefisso). In verità, per risparmiare tempo e denaro pubblico, si potrebbero utilizzare le due targhe esistenti sostituendo la parola CONTRADA con VIA. E' un diritto dei cittadini; è un dovere del Comune. Non lo dico io, ma la normativa vigente!

 Mi riservo di tornare sull'argomento una volta pubblicata la delibera nell'albo pretorio del Comune, allo scopo di valutare eventuali azioni di contrasto nei modi e termini previsti dalla legge.

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