domenica 28 giugno 2015

EROE ORLANDO DE TOMMASO da Oria (PARTE SECONDA)

Se nella città di Oria la figura del Cap. De Tommaso è stata messa in un certo qual modo in luce, il merito va tutto all'oritano  B.P. Marsella, insigne letterato e storico. (Vedi foto qui a sinistra. Cliccare QUI per cenni biografici).

I due erano legati da profonda amicizia ed è lo stesso Marsella a spiegarlo in un suo scritto: "Orlando, da piccolo, mi fu alunno nel Ricreatorio San Luigi e - da grande - mi fu amico fedele e quasi devoto".
Entrambi vivevano a Roma:  Marsella si era ivi  stabilito all'inizio del secolo scorso, abbandonando la natìa Oria, dopo essersi "spogliato" da prete, mentre De Tommaso, era di stanza nella capitale in quanto Comandante una Compagnia presso la Scuola Allievi Carabinieri.

Attraverso il libro sulla toponomastica cittadina, del dr. P. Spina, "ORIA. Strade vecchie, nomi nuovi. Strade nuove, nomi vecchi." apprendiamo che Don Pasquale Marsella (o Papa Pascali, come assai affettuosamente usavano chiamarlo gli oritani, a seconda della lingua parlata), il 13 marzo 1952 inviò un'appassionata lettera all'allora amministrazione comunale di Oria al fine di rendere omaggio al Cap. Orlando De Tommaso, eroe nazionale della Resistenza, previa apposizione di una lapide commemorativa sulla facciata della casa dove era nato (al pianterreno di casa Contento, in Via Piazzella, 72 -successivamente Via F. Milizia), nonchè intitolazione del tratto della via che da Porta degli Ebrei conduce fino alla casa natìa del De Tommaso.
La Giunta Comunale, capeggiata dal sindaco Avv. Luciano Calò, accoglie (in parte) con entusiasmo la proposta del Marsella (Delib. n.216 del 13.8.1952) "....e ritenuto che il nome dell'eroico cittadino va ricordato ai posteri come colui che offrì la propria vita in olocausto per la liberazione della nostra terra dal nemico invasore e che quest'Amministrazione rendendosi degna di tanto onore, nonchè sicura di interpretare i sentimenti dell'intera cittadinanza è ben lieta di dare una prova della sensibilità della cittadinanza stessa consacrando all'eroe caduto una lapide da fare apporre sulla facciata della sua casa natìa, delibera assumere l'impegno della spesa di circa lire 12.000 da corrispondere allo scultore Carbone Angelo di Giovanni per l'applicazione di una lapide in marmo con epigrafe sulla facciata della casa di abitazione del Capitano Orlando De Tommaso, caduto il 9-09-1943 a Roma nella lotta di liberazione contro il nemico per eternare la memoria di tanto eroe."

Sia Marsella che Spina non spiegano nei loro rispettivi testi cosa accadde di preciso successivamente alla pubblicazione di detta delibera. Qualcosa sicuramente andò storto se si considera che sulla facciata della casa natìa del Cap. De Tommaso non è mai stata apposta alcuna lapide.
Il 5 ottobre 1952 sulla facciata di Palazzo Martini (allora sede del municipio) venne scoperta una lapide dal seguente testo:
SARA' DA QUESTA LAPIDE 
NEI SECOLI CELEBRATO
IL CAPITANO
ORLANDO DE TOMMASO
CADUTO PER LA LIBERTA' DI ROMA, CHE ALL'EROE
DEDICO' LA CASERMA DEGLI AA.CC. D'ITALIA
16.02.1897   - 9.9.1943
GLI ORITANI NON IMMEMORI RICORDANO AI POSTERI
IL CITTADINO CHE MERITO' LA MEDAGLIA D'ARG. AL V.M.
E TUTTI I CADUTI PER LA PATRIA
5- X - 1952

Come dicevo, qualcosa non andò per il verso giusto, se si considera che nell'opuscolo celebrativo della cerimonia di scoprimento di detta lapide, Don Pasquale Marsella ebbe a scrivere: "
.....La lapide, che oggi inauguriamo, tramanderà ai Posteri il suo nome glorioso, insieme col ricordo di tutti gli Oritani Caduti per la Patria.
Per incomprensione di chi avrebbe dovuto ambirne l'onore, non ci fu permesso che fosse apposta sulla casa natìa dell'eroe; perciò si è scelta la facciata del Palazzo di Città, dove si conserva la lapide del nostro Francesco Milizia, il quale - dall'Aldilà - esulta, certamente, per le onoranze che gli Oritani tributano ai concittadini meritevoli.
La meritata esaltazione del capitano De Tommaso sarebbe stata più completa, se - come avevo proposto - si fosse intitolato al suo nome il tratto della via che, da Porta degli Ebrei, conduce fino alla casa dov'Egli nacque: non, perciò, avrebbe corrugato la fronte altera l'ombra del sommo Architetto; poichè il fiero assertore di libertà, vissuto e morto in Roma, avrebbe  gradito la decurtazione della via, a lui dedicata, in omaggio al concittadino caduto per la libertà di Roma. ....."
(......CONTINUA.........)



sabato 27 giugno 2015

ORLANDO DE TOMMASO da ORIA (eroe nazionale della Resistenza) - PARTE PRIMA

 
(Stralcio dal libro di B.P.Marsella "In memoria del Cap. dei CC. Orlando De Tommaso", pubblicato nel 1952). 

Orlando De Tommaso nacque in Oria il 16 febbraio del 1897 al pianterreno della casa Contento di Via Piazzella allora segnata col numero 72. Fu il più piccolo di cinque fratelli di una famiglia onesta e modesta. Circa la sua infanzia può tracciarne la più lusinghiera nota caratteristica il suo vecchio pedagogo; nel convento di San Pasquale (oggi santuario di Sant'Antonio), con i due fratelli di lui maggiori, fu sempre inappuntabile ai lieti raduni, gareggiando coi migliori nello zelo e nel profitto. Quando il padre Giovanni si trasferì a Taranto, nel 1907, per l'educazione culturale dei figli, studiosi e volitivi, non fu deluso nei suoi sacrifici: essi superarono felicemente il ginnasio e il liceo: i primi tre spiccarono il volo verso gli studi universitari e, conseguita la laurea in legge, richiamarono a Roma tutta la famiglia.
Il nostro Orlandino, dopo aver partecipato con entusiasmo alla guerra mondiale del 1915-18, facendovi risplendere le non comuni doti di soldato e di ufficiale, continuò la carriera militare  nell'Arma benemerita dei RR. Carabinieri, con la fede e la fedeltà degli "Usi a obbedir tacendo"; fede e fedeltà che caratterizzarono il "curriculum" della sua vita matura, fino al sublime martirio della Patria terrena, per meritarsi la gloria della Patria celeste.
Più che per la medaglia di argento al V.M. (con proposta di commutarla in quella in oro), ci sentiamo orgogliosi per esserGli dedicata - in Roma - la caserma degli Allievi Carabinieri, prima intitolata a Vittorio Emanuele II. "Padre della Patria"!

Per comprendere appieno l'olocausto del nostro Concittadino (che intenzionalmente ho definito "martirio"; poiché è martire chi affronta la morte per un ideale) rievocherò qualche ora tragica della "passione di Roma", riepilogandola dagli appunti da me tracciati durante i dieci mesi fatali:
Sono, ormai, consacrate alla Storia le dolorose vicende della povera Italia, dall'Armistizio in poi; per quelle che riguardano la Capitale italiana, è bene ricordare che in Roma cessò ogni resistenza, contro il Tedesco aggressore, alle ore 10 del 10 settembre 1943.
L'Esercito e il Popolo romano, che gli si opposero coraggiosamente dalla notte dell'8 settembre a tutta la mattinata del 10, desistettero dalla lotta, perchè prestarono fede alla "parola di onore" del soldato prussiano, il quale - in guerra - è l'"eterno barbaro" carducciano.
Il tragico epilogo si compì per gli ordini caotici della prima e della seconda giornata di combattimento. Dalla Cecchignola a Porta San Paolo, Esercito e Popolo si opposero, ancora, alla manovra del nemico, ma l'ordine di permettergli l'attraversamento della Città, per ricongiungersi alle forze risalienti al Nord, svelò il tradimento.
La mattina dell'11 settembre, i Romani compresero che i Tedeschi erano padroni della situazione: oramai sciamavano - armati fino ai denti - nel centro e nella periferia di Roma, irrisoriamente dichiarata "Città aperta"....
Queste note di cronaca formano la storia autentica dell'inglorioso destino della Capitale d'Italia, per la cui difesa si prodigarono invano i Cavalleggieri della Montebello e i Granatieri di Sardegna, come invano si immolarono: tra i Militari, il Capitano De Tommaso con la sua compagnia di Allievi Carabinieri; tra i Civili, il magnanimo Prof. Raffaele Persichetti con altri popolani....
STRALCIO DAL "CARABINIERE":
"La sera dell'8 settembre la Legione Allievi Carabinieri ricevette l'ordine di tenere la truppa consegnata in caserma....
Il capitano De Tommaso riunì la sua compagnia, interessandosi dell'armamento collettivo e dirigendo la distribuzione delle munizioni..... verso le ventitrè echeggiarono le caratteristiche note dell'adunata. Il Comandante Generale dell'Arma comunicò che un battaglione doveva raggiungere, immediatamente, l'autostrada di Ostia, a disposizione della Divisione Granatieri di Sardegna, impegnata in aspro combattimento contro una divisione paracadutista tedesca, che tentava, in forze, di occupare la Capitale.
Appena giunti nei pressi della basilica di San Paolo, alla 4^ Compagnia (del capitano De Tommaso) fu dato ordine di appostarsi sull'autostrada, per evitare infiltrazioni nemiche....
I Tedeschi, preponderanti di uomini e di mezzi, cercavano di aprirsi un varco fra i Granatieri, che non cedevano un palmo di terreno.
La situazione era divenuta critica..... Al battaglione di Allievi Carabinieri giunse l'ordine di avanzare in località Magliana, per riconquistare il caposaldo n.5....
Alla testa del suo reparto, il capitano De Tommaso iniziò l'attacco, riuscendo ad avanzare, per oltre cinquecento metri, con i suoi uomini. Incurante del pericolo, si portava da una estremità all'altra dello schieramento.... Mentre cercava di soccorrere un carabiniere ferito, venne colpito al viso e all'addome da una raffica di mitragliatrice. In ginocchio, tenendo con la mano sinistra il Carabiniere caduto e, con l'altra, sollevando il mitra, ebbe ancora la forza di incitare i dipendenti al grido "Avanti! Viva l'Italia!"
Il nome del Capitano corse, di bocca in bocca, tra i combattenti: un fremito pervase tutti i carabinieri che, spezzarono la resistenza nemica e riconquistarono il caposaldo".

mercoledì 24 giugno 2015

DOMANDA DEL GIORNO

Una domanda. Immaginate di essere proprietari di una casa nel centro storico, dove sarebbe nato, nel secolo scorso, un eroe nazionale, medaglia d'oro al valor militare. Immaginate che l'amministrazione comunale decidesse di apporre una targa in marmo sulla facciata che da sulla pubblica via, a perenne ricordo dell'eroe. Immaginate che a voi l'idea starebbe antipatica e vorreste opporvi all'iniziativa, l'amministrazione comunale dovrebbe desistere oppure agire in modo coercitivo nell'interesse generale?

martedì 23 giugno 2015

ORIA - GIOVEDI' SERA, EVENTO CULTURALE DA NON PERDERE!

Poesia e musica: Leopardi e Chopin

Una serata oritana per conoscere e rivivere la loro lirica romantica 

Versi e note possono produrre vibrazioni nell’animo umano facendogli vivere un lirismo sublime. Lo hanno vissuto con grande intensità due grandi esponenti del Romanticismo, Leopardi e Chopin. Tali suggestioni, diverse da quelle proposte dalla nostra società attuale, saranno proposte in una prossima serata, il 25 giugno, presso la tenuta “LA PICA” di Oria dove opera l’Associazione culturale “Il Circolo”, che ha curato con fine sensibilità già due edizioni di un concorso nazionale di poesia. Questa volta propone agli appassionati di poesia e di musica (l’ingresso è libero a tutti) una serata per godere armonie di versi e note che i due romantici hanno creato.
Il luogo è un’oasi d’incanto, situata nel verde della campagna oritana, ben curata dal proprietario, l’agronomo Dr. Gino Calò, una persona molto sensibile e rispettosa della natura che ha saputo trasformare un pezzo di terra di alcuni ettari in un pezzo di Paradiso in cui  flora mediterranea ed esotica convivono armoniosamente e divengono sempre più oggetto di studio da parte di scolaresche e naturalisti. Ma è per tutti un luogo di pace e di godimento.

Nella verdeggiante struttura, denominata ”Masseria Piccola”, sarà proposta una combinazione lirica di poesia e musica. La poesia sarà presentata e commentata dall’esimio prof. Paolo De Stefano, docente in Scienze della Comunicazione presso l’Università “Aldo Moro” di Bari; i versi saranno declamati da componenti il Piccolo Coro dell’Università Popolare Oritana. I brani di poesia saranno abbinati a composizioni di Chopin. Al piano la prof. Anna Colucci e due giovani promesse oritane, Luigi e Irene Didomenicantonio.

Ma i protagonisti dell’evento saranno Leopardi e Chopin. Sono contemporanei, vissuti nella prima metà dell’800, tutti e due per 39 anni. Uomini che hanno rielaborato nell’arte le aspirazioni e gli avvenimenti culturali di quell’epoca; entrambi hanno sperimentato grandi sofferenze fisiche e spirituali. Il dolore, tuttavia, non lo hanno subito passivamente, ma trasformato in strumento di riflessione e di elevazione universale dell’umana sventura.

Furono particolarmente attratti dal paesaggio notturno che stimola più facilmente una riflessione sul nostro destino, sulle ragioni del nostro esistere, sull’amore soprattutto se profondamente sofferto, perché rifiutato, o perché non pienamente goduto. L’uno e l’altro espressero accorato amore per la Patria e vissero come proprie le sofferenze del popolo. In particolare erano accomunati dalla potenza lirica dell’arte, dalle diverse modulazioni della solitudine, dalla solitaria meditazione sul proprio io. E ovviamente siamo in linea con la solitudine odierna dell’uomo- tecnologico.

La Direzione “Il Circolo”

ORIA - RESTAURO TORRE PALOMBARA

Lodi, lodi, lodi ai proprietari per questa opera buona.

mercoledì 17 giugno 2015

ORIA - FERRETTI: SARO' IL SINDACO DI TUTTI.

Ringrazio di cuore tutti i cittadini, coloro che mi hanno votato e coloro che non mi hanno votato.

Da questo momento sarò il sindaco di tutti.

Ringrazio anche la dott.ssa Maria Lucia Carone, che è stata un'avversaria temibile ma sempre corretta e leale.

Riconosco che attorno alla sua figura si è raccolta una parte importante della popolazione che chiede il cambiamento, che chiede un cambio di passo nel governo della nostra città.

È mio compito pertanto dare delle risposte concrete anche in quella direzione, nella direzione cioè di un metodo nuovo e diverso di governare.

Mi auguro, quindi, che la dott.ssa Carone rimanga in Consiglio Comunale e voglia dare il suo contributo, seppure dalle fila dell'opposizione, alla crescita e allo sviluppo della Città. Da parte mia, sarò sempre pronto a tenere nella massima considerazione ogni suo contributo collaborativo.

GRAZIE ANCORA A TUTTI E AUGURI ALLA NOSTRA AMATA ORIA.

BALLOTTAGGI E ANALISI DEL VOTO

martedì 16 giugno 2015

HO VINTO LA SCOMMESSA (dopo aver perso la prima)

Non ho gran voglia di scrivere. Lo faccio per mantenere fede alla promessa fatta col precedente post, anche in considerazione del fatto che alcuni lettori mi hanno chiesto di farlo.
Orbene ho vinto la scommessa fatta con un amico circa il nome del sindaco di Oria per il prossimo lustro. Avevo scommesso su Ferretti, non per mera simpatia verso la sua persona e/o la sua coalizione (FRA L'ALTRO NON MI SONO RECATO AL SEGGIO ELETTORALE IN NESSUNO DEI DUE TURNI ), bensì a seguito di mie considerazioni su vari aspetti dell'attuale situazione socio-politica oritana.
Avevo perso la precedente scommessa dando per certo che la D/ssa Carone non avrebbe accettato di candidarsi a sindaco, essendo impegnata in questi mesi nei preparativi del matrimonio del figlio Agostino, fissato per il prossimo settembre. Ciò perché, a mio modo di vedere, per una donna-madre la famiglia dovrebbe venire prima di ogni cosa, specie se per motivi di lavoro ciò non è stato possibile per un bel po' di lustri.

domenica 14 giugno 2015

HO SCOMMESSO SUL NOME DEL NUOVO SINDACO DI ORIA

ORIA-ELEZIONI:  due mesi fa ho scommesso una cena con un amico circa la probabilità che una persona si candidasse a sindaco. Ho perso e ho pagato. Ho scommesso con lo stesso amico sul risultato del ballottaggio di domenica prossima. Tra poco vi farò sapere se dovrò pagare un'altra cena.

mercoledì 3 giugno 2015

Elezioni ad Oria. Mi piacerebbe che.....

Sarebbe cosa a me graditissima apprendere che sia la Carone che Ferretti non accettano apparentamenti con Pomarico o Zanzarelli  e che nei prossimi giorni, in occasione di separati comizi, siano in grado di presentare al pubblico la probabile squadra di assessori.
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