mercoledì 30 novembre 2022

ORIA - SCAVI STRADALI ENEL IN PARTE EFFETTUATI SENZA SORVEGLIANZA ARCHEOLOGICA.

Ieri sera io ed altri cittadini oritani abbiamo avuto la conferma ufficiale che per gli scavi stradali ENEL in atto, effettuati prima del 04/10/2022 (nelle vie Crocefisso,  Erodoto,  G. D’Oria e  Regina Margherita) non vi è stato il controllo archeologico continuativo ordinato dalla competente Soprintendenza in sede di rilascio dell’autorizzazione ai sensi dell’art.21 del D. Lgs. 42/2004.

Ieri sera, i dubbi ed i sospetti sono risultati fondati dopo aver ascoltato, in occasione dei lavori del Consiglio Comunale, la seguente testuale frase pronunciata da un Consigliere Comunale: “Io sono molto preoccupato per il tratto trinciato a ridosso dell’area archeologica vincolata del Parco Archeologico (denominato Pasculli, prospiciente Via Erodoto, NdR). Non vorrei che la Soprintendenza richiedesse la riapertura perché è stato fatto tutto in mancanza di archeologo, di sorveglianza archeologica)."

Personalmente, sicuramente per mio deficit, non ho capito quale fosse la preoccupazione del consigliere comunale.

Ciò premesso, ricordo a me stesso che solitamente nelle autorizzazioni rilasciate dalla Soprintendenza a sensi dell’art.21 del D.Lgs. 42/2004 si legge quanto appresso:

 “I professionisti archeologi incaricati dovranno redigere la documentazione archeologica cartacea, grafica (informatizzata e georeferenziata) e fotografica secondo gli standard metodologici correnti e le indicazioni che saranno fornite da questo ufficio; la documentazione dovrà essere consegnata a questa Soprintendenza entro 30 giorni……”

“La data di inizio dei lavori, un cronoprogramma attendibile dei diversi interventi ed il nominativo dell’archeologo incaricato dovranno essere comunicati a questo ufficio per iscritto e con congruo anticipo (almeno 15 giorni), in modo da consentire al personale competente per il territorio di effettuare i necessari sopralluoghi e fornire le eventuali indicazioni e/o prescrizioni che dovessero rendersi necessarie in corso d’opera.”

Viene spontaneo quindi farsi delle domande e darsi delle risposte ed una risposta certa è che l’archeologa incaricata a sorvegliare dal 4 ottobre u.s. non potrà presentare alla  Soprintendenza la prevista documentazione per gli scavi effettuati prima di tale data in Via Crocifisso, Via Erodoto, Via G. D’Oria e Via Regina Margherita. La domanda “sono stati rinvenuti e/o danneggiati reperti archeologici in tali scavi?” rimane senza risposta. 

Altra domanda spontanea è “chi doveva controllare e non ha controllato?”.

Concludo col dire che l’affermazione del suddetto Consigliere Comunale  era conseguente alla richiesta di altro Consigliere che, avendo ricevuto segnalazioni da parte di cittadini, invitava l’amministrazione comunale a verificare se le operazioni di rinterro degli scavi sono state finora eseguite secondo le prescrizioni imposte. L’assessore con delega ai Lavori Pubblici rispondeva che a tale scopo era stato invitato, per il giorno successivo (30 novembre), un responsabile dell’Enel, per una verifica sugli scavi già effettuati. 

domenica 13 novembre 2022

ORIA IGNORATA. Il Volto ri-trovato. (a cura della prof. A.M. Andriani)

 Oria ignorata.  Il Volto ri-trovato

Quello che la storiografia aveva dato per acquisito oggi è oggetto di riesame, è re-interpretato alla luce di nuovi metodi di indagine storiografica, delle nuove fonti della storia e dal loro intrecciarsi nel tessuto della grande storia nazionale ed europea.


Per Eugenio Montale la Storia è “Magistra di niente”; una “rete a strascico” che gratta il fondo, con qualche strappo, donde “più di un pesce sfugge”.


Nello spirito di recupero dei ‘pesci’ sfuggiti dalla rete, l’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, in collaborazione con l’Unisalento e la SS.PP. di Lecce, ha avviato un discorso storico e storiografico per grattare il fondo dell’oblio e ri-prendere qualche pesce sfuggito dalla rete. Con convegni internazionali di studio ha portato alla luce eventi e personaggi ‘dimenticati’ o poco noti, uno dei quali è stato il teorico e critico d’arte del XVIII sec. Francesco MILIZIA (1725-1798), Neapolitanus che varcò la siepe, spinto dalla brama di conoscere, sorretto dalla fede nel progresso guidato dalla ragione, in un momento in cui tutta l’Europa del XVIII era pervasa da una ‘nuova scienza’, il grande moto riformatore ispirato dalle LUMIÈRES che, con gli enciclopedisti Diderot, d’Alembert, Voltaire, contribuì a fornire sollecitazioni critiche e politiche attraverso la letteratura, ad aprire nuovi orizzonti di conoscenze con la storia naturale e le scienze, a suggerire una nuova e più dinamica visione dell’uomo nella storia e nella società.


Quest’anno è stato ri-pescato dall’oblio della storia un personaggio di alto profilo culturale, politico, diplomatico e religioso: l’oritano Giovanni Battista CARBONE (1694-1750) grazie a tre studiosi salentini, E. De Simone, F. Frisullo e P. Vincenti, coordinati dal prof. M. Spedicato dell’Unisalento, che, oltre la siepe, si distinse a Lisbona in ambiti scientifico, diplomatico, religioso e artistico alla corte di Carlo V.

Da Oria a Lisbona è stato il primo risultato di una lunga ricerca. Il lavoro, introdotto in Oria l’8 luglio, sarà presentato nella Universidade NOVA di Lisbona il prossimo 16 nov. h.18,00, Gabinete de Estudos Olisiponenses, alla presenza di: Joao Luis Lisboa Universidade Nova, Gaetano Sabatini, Università Roma Tre, Mario Spedicato; e gli autori del volume.

Liber Baptizatorum IV, 1684-1720.

Il palcoscenico sul quale si avviò l’avventura umana di Giovanni Battista Carbone, tutta inclusa nella prima metà del ‘700, fu ORIA e si concluse a Lisbona. 

Inizialmente Carbone fu uno scienziato-astronomo: studiava metodicamente i dati delle rilevazioni delle fasi delle eclissi applicabili in geodesia e nella cartografia. Per un bizzarro gioco del destino, divenne consigliere fidatissimo e influente del sovrano Carlo V, rivelandosi abilissimo diplomatico e intermediario tra la corte lusitana e gli altri Paesi europei, Roma compresa, per risolvere questioni nodali scientifiche e politiche. Rilevante fu anche la sua influenza in faccende religiose. La Compagnia di Gesù, ordine nel quale egli ebbe un ruolo assai rilevante, subì un brutto attacco circa il metodo d’insegnamento praticato fondato sulla ratio studiorum.

 Sebbene riconosciuto fondamentale il ruolo svolto dai gesuiti nella ricerca scientifica, il metodo di insegnamento era ritenuto “retrogrado e conservatore”, in quanto basato sui principi della filosofia aristotelica. L’oritano Carbone, figura chiave dell’ordine gesuita in Portogallo, si trovò in piena querelle tra ‘antichi’ e ‘moderni’ cioè: se e fino a che punto l’orientamento seguito dai gesuitici avesse impedito, ostacolato, o addirittura ritardato la diffusione della filosofia moderna di Copernico, Galileo, Newton.

Egli visse in un contesto europeo in cui l’orientamento culturale diffuso tra la rivoluzione inglese (la glorious o bloodless revolution, 1688) e la rivoluzione francese (1789) si fondava sull’esercizio critico della ragione umana in ogni settore della vita.

Giovanni Battista Carbone si trovò a muoversi tra ragioni generali e tensioni operative: tra tradizione superata e innovazione, tra modelli e valori millenari e la ‘Modernità’.

Quale fu il suo atteggiamento e quali le problematiche astronomiche, politiche, diplomatiche, religiose che affrontò solo la lettura dei numerosi carteggi potrà darcela.

Forse bisognava aspettare questi nostri giorni su cui gravano tante ombre del passato e tanti orrori del presente perché ciò potesse accadere.


Nel 1903 l’avvocato Baldassarre Terribile denunciava “l’incomprensibile silenzio dei cosiddetti storici locali, su un personaggio di assoluta rilevanza a livello scientifico, politico e diplomatico”: Giovanni Battista CARBONE. Ben noto negli ambienti accademici e politici europei, indagato dalla storiografia portoghese, che ne ha recuperato la sua “missione” diplomatica al servizio della corona lusitana e il pregevole contributo alla scienza astronomica, in Italia è stato dimenticato dagli storici del suo stesso ordine e pure dagli eruditi del suo loco natio.

È auspicabile un abbraccio culturale tra l’Atlantico e il Mediterraneo attraverso un Gemellaggio.

L’abbraccio tra Atlantico e Mediterraneo

Copertina del libro
                                                                                                  Anna Maria Andriani

sabato 12 novembre 2022

ORIA - LA GIUNTA COMUNALE INTITOLA 5 NUOVE VIE CON MODALITA' DISCUTIBILE.

Il Consiglio Comunale di Oria, con delibera n. 27 del 27/07/2022 ha approvato il Regolamento Comunale della Toponomastica e Numerazione Civica.
 La delibera veniva approvata all'unanimità dei presenti (assenti solo tre consiglieri di minoranza: Ferretti, Carone, Carbone). Il consigliere relatore, Almiento, affermava che la competente commissione consiliare aveva fatto un buon lavoro.
 
Non sono riuscito a leggere tale regolamento, poiché a tutt'oggi non è stato pubblicato sul sito del Comune nella sezione Regolamenti, ma ho motivo di ritenere che il testo è stato quasi interamente copiato da tanti altri presenti su internet e già adottati da altri Comuni. 

Nel testo della predetta delibera assume particolare importanza il seguente passaggio: 
 "ATTESO che il Comune di Oria intende tutelare la storia toponomastica del suo territorio, avendo cura che nelle assegnazioni di nuove denominazioni venga rispettata l'identità culturale e civile della città."

 Se pensate che con ciò è stato fissato un importante paletto per le future denominazioni, a mio parere vi sbagliate, poiché la Giunta Comunale capeggiata dalla sindaca Carone (assente Lucia Iaia), ha ignorato l'atto di indirizzo del Consiglio Comunale, se si considera che dovendo intitolare n. 5 nuove vie del territorio comunale nell`Insula `C11`(già Contrada Chiusurella, interclusa fra la circonvallazione, Via Torre e Viale Grande Europa, vedasi cartina qui pubblicata) nella delibera n.129 del 24/10/2022 così ha motivato la scelta: 
" RITENUTO: di dover intitolare le strade in questione ai Magistrati: 
- Giovanni Falcone, nato a Palermo e morto a Palermo il 23 maggio 1992;
- Rosario Angelo Livatino, nato a Canicattì e morto ad Agrigento il 21 settembre 1990; 
- Paolo Borsellino, nato a Palermo e morto a Palermo il 19 luglio 1992;
- Rocco Chinnici, nato a Misilmeri e morto ad Palermo il 29 luglio 1983;
- Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, nato a Saluzzo e morto a Palermo il 3 settembre 1982,
quali vittime della mafia, affinché il loro ricordo rimanga nella memoria collettiva, ed in particolare nelle giovani generazioni, perché abbiano contezza del loro sacrificio, del valore simbolico della loro vita donata per la difesa della legalità al servizio dello Stato- Il perenne ricordo di queste eminenti figure è, inoltre, fondamentale per sensibilizzare alla lotta alla mafia e ad ogni altra forma di criminalità ed illegalità."

 E dire che il Consigliere Almiento in Consiglio Comunale, in occasione dell'approvazione del regolamento sulla toponomastica, aveva riferito circa la costituzione di una commissione consultiva che doveva nominare la sindaca, della quale dovevano far parte anche tre esperti esterni! 

E dire che il medesimo Almiento aveva riferito circa il diritto di iniziativa, ovvero della possibilità che associazioni con almeno 20 iscritti, oppure gruppi di almeno 50 cittadini potessero avanzare richiesta di nuove denominazioni.

 E dire..... e dire..... parole.....parole.....parole. 
E, a proposito di parole, è forse il caso di citare il marchese del grillo " IO SONO IO E VOI NON SIETE UN......".

Concludo col chiedermi se è normale che nessun oritano (consiglieri comunali compresi) si sia finora indignato! 
P.S.: Dalla Chiesa non era un magistrato! 
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