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Alcune immagini di V. Grande Europa tratte da Google Map (che erroneamente riporta Via Pisacane) |
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Non tutti sanno l'origine del toponimo Viale Grande Europa e degli alberi di tiglio ivi dimoranti.
Dal libro del Dr. Pasquale Spina "Oria - Strade vecchie, nomi nuovi;
Strade nuove, nomi vecchi", vi trascrivo qualcosa in merito:
GRANDE EUROPA (viale)
[La denominazione ufficiale che inserisce questa
via tra quelle del tessuto urbano risale al 1981.
Ha un percorso
costruito artificiosamente in quanto costituito dalla traversa che
unisce Via Torre S. Susanna alla Via vecchia per San Cosimo, l'attuale
Via Carlo Pisacane, più il tratto di quest'ultima, che necessariamente
cambia nome, fino al termine, indefinito, del centro abitato. Anche la
delimitazione usata nello stradario comunale è piuttosto vaga in quanto
pone il termine di questa strada in contrada Salinelle.
Questo
stratagemma fu escogitato perché si voleva rimediare ad una dimenticanza
in cui erano incorse negli anni antecedenti tutte le amministrazioni.
Per poter capire come è nato Viale Grande Europa è necessario tornare
dieci anni indietro rispetto a quando, 1981, questa strada fu
denominata. Risale, infatti, al 1971 l'inaugurazione ufficiale di quello
che si voleva che diventasse un immenso, lunghissimo viale alberato che
unisse Oria al santuario di San Cosimo alla Macchia.
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M. Mazza, Foto P. Mangia |
Questa era l'idea
del Comitato Verde e del suo dinamico presidente l'ins. Emanuele Mazza (
meglio coniusciuto come Michele, NdR),
che allora ricopriva anche la carica di vice-sindaco.
La Provincia aveva
da poco sistemato la via vecchia per San Cosimo allargandone la sede ed
asfaltandola: finalmente Oria riaveva il collegamento diretto col
Santuario. Lo straordinario flusso di gente diretto verso il Santuario non
poteva transitare su un'anonima strada provinciale, ma lungo un ombroso e
accogliente viale alberato.
Ipotesi validissima e suggestiva, ma di
difficile realizzazione. Nessuno degli enti pubblici territoriali poteva
o voleva intervenire per cui fu il Comitato verde a chiedere alle
amministrazioni di città e paesi di Puglia e Basilicata il dono di
alberi per il viale. L'idea suscitò un certo entusiasmo, si ebbero delle
risposte positive e si scelse anche il nome per il viale: si sarebbe
dovuto chiamare Viale Interregionale.
Ci fu la cerimonia
d'inaugurazione con l'intervento delle autorità e con la posa a dimora
delle prime piante. Nei mesi successivi l'opera venne in effetti
completata, ma come succede spesso l'impatto con la dura realtà fu
tremendo: la scelta sbagliata di alcune essenze no nadatte al nostro
arido clima, la problematica messa a dimora ai margini delle già
strettissime banchine che poneva, spesso, gli alberi a non più di
cinquanta centimetri dalla sede stradale, l'assoluta mancanza di
qualsiasi cura e protezione fecero sì che nel giro di pochissimo tempo
la maggior parte degli alberelli non esisteva più.
Solo le piante in
prossimità di Oria ebbero miglior fortuna e molte si salvarono: a parte
della strada su cui questi alberi erano piantati, e che sarebbe stato
bellissimo denominare Viale del Santuario, fu dato l'astruso nome di
Viale Grande Europa.]
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Inoltre, Forse non tutti sanno che nel periodo fascista Via Latiano, per qualche
anno, venne ridenominata Via Tunisi.
Dallo stesso libro di Pasquale Spina vi trascrivo qualcosa riguardante i
tentativi (risalenti fine anni sessanta, inizio anni settanta) di
cambiare nuovamente la denominazione a Via Latiano.