domenica 7 febbraio 2010

Dalla leggenda alla storia: Uriana, oritana bellezza della quale si invaghì il condottiero cartaginese Annibale Barca. (a cura del prof. A.Benvenuto)

ORIANA o come altri vogliono URIANA.
Oriana è per gli Oritani ciò che era Nefertiti o Cleopatra per gli Egizi, oppure Elena per i Troiani, o Francesca per Paolo o Giulietta per Romeo e i Veronesi: è un simbolo che mette insieme "Bellezza femminile", "arte" e "storia".
Tutti in Oria sanno che Uriana è l'oritana bellezza che fece divenire "molle" uno dei condottieri più importante quale fu Annibale, ma se ai più si chiede chi ha scritto di Oriana pochi lo sanno, ancor meno sanno indicare il testo.
Per colmare questa lacuna mi permetto di citare uno scrittore del XIV secolo e tre del XVI secolo che hanno parlato di Oriana. Per primo sono le fonti latine poi Francesco Petrarca del XIV secolo che nei “Trionfi” ne parla, poi è la "Descrizione di tutta l'Italia" di Alberti Leandro del 1550 e l'altro la "Cronica di Magna Grecia" di Cristofaro Cieco da Forlì 1575 che si è rifatto all'Alberti.

“ L’altro è il figliolo d’Amilcare e nol piega in cotant’anni Italia tutta e Roma; vil femminella in Puglia il prende e lega!” ved.nota 1)

"......Et seguitando il continuo chole vedesi la antiqua città di horea nominata dai scrittori greci e latini Iria: fu edificata questa città dai chretesi che passarono con minos in Sicilia, et essendo morto a chocale, i chretesi andorno a prender la città di chamico, et avendola tenuta assediata 5 anni, et non havendo potuto pigliare, si ritornorno ale navi, et così navicando pervenne a questo lito del mare con gran pioggia, scontorno in terra tutti affanati; onde cessata la pioggia, aparve iria larcho vergine da loro chiamato Iris, et con questo aughurio fondorno la città nominandola Iria, che in loro lingua significa Riposo.
Achrebbe poi questa città in gran possanza insino ai tempi di anibale cartaginese, il quale la prese, onde ne naque la rovina di cartagine, impero che lui si innamorò in questa città in una nobilissima donna nominata Oriana, la quale la menò secho a chapua, onde vi stette tutta la invernata insino alla primavera, et era tanto aceso in costei che quasi non si ricordava più di guerre, onde per questo fu rotto et vinto da Scipione" ved.nota 2)

A voler essere un pò più completo ci piace dire ciò che riporta Domenico Tommaso Albanese, il quale cita come fonte Girolamo Marciani così dicendo:

“Nell’anno 3756 (della fondazione del mondo) fù la Città d’Oria tolta à j Romani d’Annibale Cartaginese nel tempo ch’egli prese Taranto, qui dicono di essersi innamorato d’una Donna, nomata Uriana, che avendola menata seco à Capua, e statosi con essa tutto l’inverno, venne in tanta lascivia, e mollezza d’animo, che si scordò affatto del giuramento fatto negli Altari, e dell’ottenute Vittorie contro j Romani, perdendo in brevissimo tempo tutto quello, ch’egli aveva con tanti anni con senno, e valore acquistato”. ved.nota 3)
A cura del prof. Antonio Benvenuto
Note:
1) F. Petrarca: I Trionfi, Canto III, vv. 25 – 28.
2) Il corsivo indica la parte che il Cristofaro Cieco da Forlì copiò dall'Alberti. Nel testo i nomi di alcune antiche città sono in minuscolo come pure alcuni nomi di personaggi.
3) Girolamo Marciani. Libro 4, cap. 6 e 14.

(Antonio Benvenuto, attualmente in pensione, docente di Disegno e Storia dell’Arte presso il Liceo Scientifico di Oria. Da anni si interessa attivamente di Beni culturali, curando i 5 volumi dei Beni culturali della città di Latiano (Brindisi). Benvenuto ha diretto per 30 anni la Biblioteca Diocesana di Oria e ha contribuito ad istituire la Biblioteca di Latiano. Ha catalogato i Beni culturali del Comune di Villa Castelli e nella sua lunga attività ha diretto numerosi progetti di lavoro presso la Diocesi di Oria, finanziati con leggi statali e regionali. Ha inoltre offerto il suo impegno per l’istituzione del Museo Diocesano di Oria. Collabora con varie biblioteche comunali della provincia di Brindisi.)
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(Nota del gestore di questo blog): Permettetemi una piccola divagazione. Nel suo scritto dedicato ad Uriana il Prof. Benvenuto così sortisce: "Oriana è per gli Oritani ciò che era Nefertiti o Cleopatra per gli Egizi".
Orbene, caso ha voluto che navigando in internet mi sono imbattuto in alcuni blog gestiti da una scrittice di nome Enrica, la quale in un suo e-book dal titolo Khepri, al capitolo 6 racconta che Ramsess II si innamora di Uriana tanto da farne la piccola Regina del suo harém.
Significativo il seguente passaggio:
“Men-ka amico mio, tu ricorderai certamente la principessa Uriana, l’Ittita, quella che presi prigioniera a Kadesh,,,”
- “ E che hai portata a Tebe per farne una piccola regina, certo mio signore, è talmente bella, come avrei potuo dimenticarla?”
- “Lei mi ha stregato,” e qui Ramsess rise come un fanciullo che trova un gioco oltremodo divertente” tu non sai, non puoi capire il piacere che sa darmi e come, deve essere una specie di maga, lo sai che parla sei lingue, compreso il Sumero? E tra le cosce ha miele purissimo, te lo giuro Men-Ka, miele purissimo”
-“Me ne rallegro mio signore, perché è evidente che lei ora ti ama, l’odio di Kadesh si è trasformato dunque in amore...”
Trovo interessante tutto l'e-book di Enrica ed altrettante interessante che abbia scelto proprio il nome Uriana per indicare una creatura di siffatte qualità, di cotanta bellezza.

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