martedì 7 dicembre 2010

C'erano una volta ad Oria....... "LI CARELLI" (a cura di Tina Massa)

Li Carelli [Cinque simpatiche sorelle, Perrucci di cognome, delle quali solo una, Uccia, si sposò (con il compianto Emanuele Pipino). Abitavano in Via F. Milizia, laddove oggi c'è il ristorante Alla Corte di Hyria. Ringrazio Tina Massa per farmi rivivere gli anni della mia fanciullezza in quel bellissimo angolo dell'antica Oria.... LA CHIAZZEDDA]

Caro Franco…siamo alla frutta (oggi si dice così)!
Invece una volta, la frutta era l’occasione di giocare insieme attorno al fuoco, grandi e piccini insieme, con le mele-cotogne arrostite nella cenere, le bucce di arance e mandarini spruzzate negli occhi e poi buttate nella “fracera” per profumare l’ambiente (spesso l’unico della casa), e patani “zzuccarini” come dolce, e “cunti”, veri o falsi, poco importava…………….
Attorno al fuoco, anche venti e più, e “li sazizzi e li putricieddi” erano compagni di inverni lunghi e freddi, ma caldi di pomeriggi e serate a veglia nella casa scelta nel vicinato, dove affluire per un rituale di scambio di notizie, intime confidenze, onori ai saggi anziani, condivisione di un’appartenenza vera e disinteressata.
E a me non può che venire in mente una famiglia: li Carelli! Sotto la “chiazzedda”, un pilastro d’acciaio!
Bianca, Nina, Noemi, Albina: quattro sorelle mitiche, diverse, ma un corpo solo.
Credo che si possa dire facessero concorrenza al più luminare psicologo di tutti i tempi! La porta sempre aperta (anzi, la vetrina), chiunque passasse doveva almeno un attimo fermarsi a chiacchierare, altrimenti Noemi agitava le sue affusolate dita per invitare ad entrare, mentre Bianca tesseva al ritmo del suo fedele telaio lenzuola e tovaglie, e le faceva eco insieme a Nina, che preparava il pranzo. Era un andirivieni di donne, bambini, notizie…. scherzi e ammiccamenti, specialmente di Noemi. Aveva sviluppato una curiosa abilità nell’uso dell’alluce e del secondo dito, e così, di nascosto si toglieva le calze e strappava i peli delle gambe a chiunque ne avesse.
La sua pettinatura era inconfondibile, sempre la stessa fino a due anni fa, quando l’ho vista per l’ultima volta: un alto pocchio di capelli dorati lunghi fino al fondo schiena.
Bianca era una donnina tarchiata e dolce, parlava poco, ma acconsentiva ad ogni marachella della sorella carismatica, e si contorniava di bambini che le caricavano di cotone “li cannulicchi” per il telaio. Nina era una donna alta, molto scura di capelli, corpulenta e altera, dall’ancora visibile bellezza del suo viso in gioventù. Lei era quella che, per fare l’ago della bilancia, come fosse un copione studiato, ridimensionava tutto ciò che Noemi esasperava. Albina era la più piccola, la coccola delle tre, alta, magra, con occhi scuri e profondi, ma anche lei votata come le sorelle a rimanere zitella; la sua partecipazione a questa attività sociale era sporadica perché ottenne un impiego presso l’ospedale, ma quando c’era, condivideva l’armonia delle serate. Quella casa era un confessionale: tutte le donne correvano a sfogare lì le loro ansie, le loro gioie, le loro paure, chiedevano consiglio…………… Ma tra tutte, solo Noemi era il sacerdote, sempre gioviale, pronta all’ascolto, alla consolazione, al consiglio pacato, al sostegno. La morte di Bianca segnò moltissimo le altre, e poi quella di Nina…………..
La casa diventò più terrena, Noemi perse un pò d’oro dei suoi capelli, ma la sua carica umana non si spense mai! Ora anche Noemi non c’è più……………
La notizia della sua morte, al telefono, mi fu data da mia sorella proprio mentre mia madre, che era da me, diceva di non sapersi spiegare come Noemi riuscisse a mangiare tutto con la dentiera, mentre lei no….! Albina è ancora viva, ma non l’ho più rivista . E’ bello sapere che dietro quella vetrina oggi c’è nuovamente tanta vita, grazie ad un avviato ristorante. E sono sicura che Noemi continuerà ad infondere coraggio, buonumore, allegria e dolcezza tra i commensali.
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