lunedì 13 dicembre 2010

UN VIDEO SEMPRE ATTUALE: Buon Natale con David Anzalone (handicappato & carogna)


A 9 anni David Anzalone capì per la prima volta d’essere nato attore, il suo attuale mestiere. Ma fu il solo a rendersene conto, perché appena divenuto adolescente in municipio gli scrissero sulla carta d’identità, alla voce «professione», l’incredibile sentenza: «Handicappato». La gente, si sa, non va oltre le apparenze e le sue gli sono avverse fin dalla nascita: una tetraparesi spastica,

cioè un deficit muscolare dei quattro arti, che gli provoca problemi di deambulazione e difficoltà nell’articolazione della parola. «D’estate i miei genitori mi mandavano in vacanza dalla nonna materna a Piticchio, un piccolo borgo medioevale, abitato perlopiù da anziani, nell’entroterra marchigiano. Ogni pomeriggio i nonnetti si radunavano in una piazzetta nei pressi delle mura. Mi sentivo i loro sguardi addosso. “Poverino, che disgrazia...”, mormoravano.

Pensai: vuoi vedere che stanno parlando di me? Ebbi uno scatto d’orgoglio:ma quale disgrazia, in fondo sono soltanto handicappato! Così decisi di andarmi a sedere proprio in mezzo a loro. Fuggifuggi generale. I pochi rimasti avevano l’espressione di chi pensa: “E ora? Lo guardo o faccio finta di niente?”. Finché un vecchietto prese coraggio ed esclamò: “Ma non è che per caso s’attacca?”. La “malattia”, intendeva. E io, di rimando: no, tranquillo, solamente se sputo. Ci fu un attimo di silenzio, poi tutti scoppiarono a ridere. In quel momento capii che con le risate potevo movimentare un po’ l’ambiente».

Passati 23 anni, è questo che David Anzalone continua a fare: ridere di se stesso. Su Internet, in televisione, a teatro (il suo monologo Targato H, che dal gennaio 2006 ha girato l’Italia, il 19 febbraio tornerà in scena a grande richiesta: prima tappa Milano, Teatro della Cooperativa), adesso anche in libreria, con Handicappato e carogna, edito da Mondadori, scritto a quattro mani con Alessandro Castriota. «Carogna» perché ad Anzalone, in arte Zanza, non fa certo difetto il sarcasmo, che esercita innanzitutto contro le persone nelle sue stesse condizioni. Infatti si presenta così: «Dopo tanti comici handicappati, finalmente un handicappato che fa il comico. Ci chiamano diversamente abili e tu stai tutta la vita a chiederti: ma a che cazzo sarò abile io?».

Nato a Senigallia nel 1976, vive da sempre a Cesano, una frazione spalmata sull’Adriatico. «Qui mi conoscono un po’ tutti, anche perché mi piacesocializzare. Praticamente sono stato un rompiballe fin da piccolo». Nei suoi racconti, molto crudi, Zanza prende di mira i luoghi comuni e il pietismo che lo circondano da quand’è nato e lo fa senza riguardi per nessuno. Come quando denuncia il cinismo dei genitori che accompagnano i figli handicappati alla visita della commissione medica incaricata di accertare il grado d’invalidità da cui dipende il vitalizio. «Non si chiedevano reciprocamente il nome del figlio, come si usa fare per fingere un reale interessamento. No, loro chiedevano con avida curiosità: “Ma il tuo, che percentuale ha?”. Un po’ come se si trattasse di titoli quotati in Borsa. L’apice di questo simposio d’economia alternativa fu quando fecero la domanda fatidica a mia madre e lei orgogliosa rispose: “Modestamente, il nostro è un 100 per cento!”». (Fonte: ILGIORNALE.IT)
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...