giovedì 15 ottobre 2009

Dal Gennaio 2010 acqua più cara in Puglia.

(Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno online)
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Aumenta in Puglia il prezzo dell’acqua da 1,31 euro a 1,44 al metro cubo a partire dal primo gennaio 2010. Se ne parlava ormai da oltre un anno e veniva considerata una delle condizioni imprescindibili per poter piazzare somme significative sulla partita degli investimenti indispensabili all’ammodernamento della rete infrastrutturale dell’acquedotto pugliese.

Ancora oggi, infatti, nonostante l’avvio di una serie di lavori, le perdite di rete (l’acqua dispersa lungo la strada, insomma) si collocano tra il 30% e addirittura il 50%. E questo è già di per sé uno spreco insopportabile. L’Ato ha ratificato, insomma, con l’approvazione del nuovo piano d’ambito, quello che era stato già deciso molti mesi orsono (un precedente aumento a 1,36, in verità, era stato deciso a ottobre, ma la delibera era incorsa negli strali del Comitato di vigilanza per le risorse idriche che l’aveva bocciata).

Era l’ultimo atto, quello dell’adeguamento della tariffa, programmato nel piano d’investimenti della regione. Ma i consumatori insorgono. Con quest’aumento, l’acqua di Puglia costa più che nel resto d’Italia se si fa eccezione per la Toscana.

E va in scena anche il balletto delle cifre: chi dice che l’aumento non inciderà sulle bollette per più di 13 euro all’anno. Chi invece parla di un incremento di 30 euro. Polemica politica in coda. «Il Governo Vendola - attacca il capogruppo di Forza Italia-Pdl, Rocco Palese - continua con la sua politica vessatoria nei confronti dei pugliesi con aumenti di tasse e tariffe. La “stangata” si assomma alle addizionali Irpef e Irap già in vigore da circa tre anni e all’accise sulla benzina sospesa appena 10 giorni fa.
L’assessore Amati minimizza, il suo collega Pelillo rassicura: "Sarà come prendere un espressino, anziché un caffè". Commenti sui quali – se la gestione finanziaria ed amministrativa della Regione Puglia non fosse drammatica - ci sarebbe da ridere. Pelillo ed Amati, forse, pensano che i contribuenti pugliesi dispongano di risorse infinite e li trattano come spugne da spremere»
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