sabato 26 aprile 2008

RICEVO E PUBBLICO UN INVITO A UN'ANALISI POLITICA

Caro signor Arpa,
sono uno studente di Oria e mi permetto di proporre un'analisi della situazione politica oritana (alquanto deludente). Da elettore del centro-sinistra (nelle ultime elezioni ho votato "Italia dei valori"), penso che sia opportuno esprimere qualche opinione sull'attuale opposizione oritana. Credo, infatti, che il ruolo di una maggioranza sia quello di governare, ma l'opposizione deve comunque assumere una linea politica di contrasto piuttosto efficiente. Se così non fosse, anche coloro che non fanno parte della maggioranza, avrebbero grosse responsabilità nella gestione governativa del nostro bel paese. Ed è proprio il ruolo di questa opposizione che più mi preoccupa, incapace di contrastare le velleità di potere della controparte. Bisogna anche mettere in evidenza che non ci si può attendere molto da una fazione politica che non ha sostenuto unanimamente la candidatura del prof. Fistetti ( che la politica la studia per mestiere e la insegna nelle Università diffondendone i principi con i suoi scritti a livello internazionale) e non ha addirittura permesso l'esecuzione delle primarie che avrebbero fatto scegliere al popolo di centro-sinistra il candidato preferito legittimandone la posizione. Questa "rivoluzione passiva" dell'opposizione completa il quadro di una classe dirigente senza capacità politiche, e peggio ancora, orientata a privilegiare il proprio "particulare" (purtroppo c'è chi si approfitta della democrazia). Vorrei che queste mie parole giungessero nei cuori e nelle menti di coloro che, nel nostro paese, avrebbero voluto un rinnovamento nella politica oritana, in particolare in quel centro-sinistra che è stato spazzato via nelle ultime elezioni, un rinnovamento dovuto dopo la pesante sconfitta e dopo i modi in cui essa si è concretizzata. Tale processo di ristrutturazione dovrebbe riguardare non solo le persone ma anche i contenuti, perchè quando una formazione politica fallisce i propri obiettivi è necessario che si riconoscano le responsabilità in maniera tale da avanzare proposte volte al miglioramento. Mi rendo perfettamente conto delle difficoltà di un processo che ristrutturi un sistema politico, che significherebbe mutare il tessuto socio-culturale da cui esso scaturisce, ma sono anche convinto dell'improcrastinabilità di tale azione. Gli intellettuali che danno importanza ai valori umani e le persone spiritualmente illuminate, la cui integrità morale è sopra ogni dubbio, dovrebbero costituire la guida principale per una nuova classe politica, per le nuove generazioni che si riconoscono in un movimento illuminista, capace di difendere e di promuovere l'auto-strutturazione della società e un programma di rigenerazione sociale utile alla nostra comunità. E' soprattutto necessario privilegiare, alla luce delle esperienze passate, un accesso rigidamente meritocratico alle cariche politiche: ridiamo la politica ai politici e non più agli opportunisti. Concludo questo mio pensiero con una frase di un grande filosofo inglese, John Locke, che non vuole essere un atto d'accusa polemico ma un appello costruttivo destinato a tutti coloro che operano attivamente in una polis che si fregia del titolo di civiltà: "Una volta che si è ben considerata la capacità del nostro intelletto, che si è scoperta l'estensione della nostra conoscenza e che si è individuato l'orizzonte, che stabilisce il confine fra le parti illuminate e quelle scure delle cose, fra ciò che è e ciò che non è comprensibile per noi, gli uomini acconsentirebbero forse con minor scrupolo all'ignoranza dichiarata dell'uno, e adopererebbero i loro pensieri e i loro discorsi con maggior vantaggio e soddisfazione nell'altro".
( John Locke "Saggio sull'intelletto umano")
Alessandro Perrucci, 20 aprile 2008, ore 17.58
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