sabato 26 aprile 2008

ANNIVERSARIO 25 APRILE: è stato ricordato in Oria?

Sulla Gazzetta del Mezzogiorno di oggi 26 aprile 2008, in seconda pagina, si legge un articolo dal titolo: "In ogni centro ricordato il significato del 25 aprile". All'interno dell'articolo si legge altresì:" La ricorrenza, tuttavia, è stata celebrata con manifestazioni pubbliche ovunque e, in alcuni centri cittadini, l'evento era stato preparato con convegni e dibattiti nelle scuole".
Io mi chiedo: "Due sono le ipotesi .... o la redazione della Gazzetta non è stata informata circa il fatto che ad Oria non è avvunuto tutto questo (manco un manifesto!) oppure Oria non fa più parte della provincia di Brindisi, se si considera che l'articolo riguardava i comuni di detta provincia."
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Ho appreso poco fa che in Oria ieri è stato distribuito il seguente volantino:

PARTITO DEMOCRATICO ORIA ------------------ PER NON DIMENTICARE
“Mamma adorata,
quando riceverai la presente sarai già straziata dal dolore. Mamma, muoio fucilato per la mia idea. Non vergognarti di tuo figlio, ma sii fiera di lui. Non piangere Mamma, il mio sangue non si verserà invano e l’Italia sarà di nuovo grande. Da Dita Marasli di Atene potrai avere i particolari sui miei ultimi giorni. Addio Mamma, addio Papà, addio Marisa e tutti i miei cari; muoio per l’Italia. Ricordatevi della donna di cui sopra che tanto ho amata. Ci rivediamo nella gloria Celeste. Viva l’Italia Libera!” Achille Barilatti, 22 anni Fucilato senza processo il 23 Marzo del 1944 Medaglia d’oro al valor militare Abbiamo scelto questa lettera, tra le migliaia scritte, per non dimenticare. Per ricordare che tutto ciò che abbiamo, dalla libertà all’acquisito benessere, lo dobbiamo ad Achille Barilatti, e a tutte quelle migliaia di suoi giovani coetanei che 60 anni fa lasciarono di spontaneamente case, mamme, fidanzate, fratelli e amici, per regalare a noi, che saremmo venuti dopo, una vita migliore. Morirono per noi, e lo fecero a testa alta. Avrebbero potuto fregarsene. Fare così come oggi fanno tanti giovani, che se ne fottono, che non si indignano più nemmeno di fronte a un politico che inneggia alla mafia, che come massima preoccupazione hanno il bel vestito, l’auto, il drink in piazza. E che troppo spesso dimenticano che se oggi possono permettersi tante e tali libertà, non è per uno strano dono del cielo. Ma perché 60 anni fa, dei loro coetanei, donarono volontariamente la vita in una devastante guerra contro il nemico nazi-fascista. Oggi il loro, il nostro dovere è quello, per lo meno, di non dimenticarli. E noi non li dimenticheremo mai. E li ricordiamo. Li ricordiamo, caro Sindaco, dedicando quella lettera proprio a lei, che per il secondo anno consecutivo ha deciso, con poco rispetto nei confronti della fascia tricolore da lei indossata, di non onorare quelle vite, nemmeno con uno straccio di manifesto. Per ricordarle un’ultima volta che l’autore di quelle righe è stato fucilato a soli 22 anni, per permettere anche a gente come lei, di prendersi la libertà di non ricordarne il martirio, nemmeno con un manifesto. Ma in fondo, anche questa è Libertà.
Partito Democratico-Sezione di Oria---------------
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Interessante ciò che ho letto a proposito del significato del 25 aprile nel blog lachiazzafrancavillese. L'amico Giuseppe Bruno conclude il suo articolo così: "Di seguito un breve ed intenso discorso fatto da Piero Calamandrei ai giovani. Mi chiedo perchè a scuola non leggano più queste cose?"
Orbene, ho letto lo stralcio del discorso di Calamandrei (che dal basso della mia ignoranza non conoscevo) e mi ha appassionato molto.... fino al punto di ricercare su internet la versione integrale. L'ho trovata addirittura in formato registrazione audio e la inserisco in questo mio blog con un invito ai giovani ad ascoltarla. A mio parere quel discorso pronunciato in data 26 gennaio 1955 è molto significativo ed attualissimo..... e non solo per i giovani! Interessante il passaggio: ".....una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica. L’indifferentismo è un po’ una malattia dei giovani . -La politica è una brutta cosa. Che me n’importa della politica?-" E la conclusione? Da rimanere a bocca aperta, eccola: "Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione."
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