Dalla Gazzetta del Mezzogiorno dell’11.4.08. ALLA PUGLIA CINQUE MILIONI DI EURO PER I PRIMI DISTRIBUTORI DI IDROGENO. Accordo di programma. Il Ministro Pecoraro e l’economista Rifkin: “così diremo addio al petrolio” ROMA. La terza rivoluzione industriale potrebbe nascere in Puglia, dove sorgerà la prima rete al mondo di distributori di idrogeno per l'autotrasporto, prodotto in loco da fonti rinnovabili, sole e vento e che potrebbe essere realizzato in un anno. Una sperimentazione che farà della Puglia la California d'Italia, l'unico altro Stato in cui c'è un progetto analogo, anche se lì l'idrogeno viene prodotto in massima parte da idrocarburi, ed è quindi meno pulito. La mobilità sostenibile in Puglia è prevista da un accordo di programma siglato dalla Regione e dal Ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, che lo ha presentato ieri con il professore americano Jeremy Rifkin, autore di “Economia a idrogeno” e presidente della Foundation on Economie Trends. Con un investimento di 5 milioni di euro, 3 stanziati dal Ministero e 2 dalla Regione Puglia, verrà avviata la prima fase di stazioni di produzione e distribuzione di idrogeno verde, ma anche di idrometano, una miscela al 30% di idrogeno, «con produzione mediante elettrolizzatori, con energia elettrica generata da impianti solari ad alta efficienza ed eolico a basso impatto visivo e sonoro», spiega Nicola Conenna, presidente dell'Università dell'Idrogeno H2U. Quest'ultimo è un ente no profit, con sede a Cala Corvino-Monopoli, che ha proposto il progetto e che attende il via libera del presidente Vendola per coinvolgere gli atenei pugliesi e concordare il luogo in cui dovranno sorgere i distributori di idrogeno che “potrebbero essere da 3 a 5, con 5mila euro di budget”. I veicoli a cella combustibile alimentati solo a idrogeno non sono ancora commercializzati dalle case automobilistiche, a parte costosissimi prototipi come la Fiat Multipla esibita in conferenza stampa, firmata dall'ILT Technology, azienda toscana che due anni fa ha prodotto il primo distributore di idrogeno a Collesalvetti, Livorno. Le auto omologate per essere alimentate a metano, 700mila in Italia, possono essere convertite ad idrometano con poca spesa e potrebbero rappresentare la soluzione nella fase di transizione dal petrolio all'acqua, che ha come dead line il 2014, quando Rifkin prevede ci saranno i primi modelli di auto ad idrogeno per il grande pubblico. “Ma se intanto non si creano le infrastrutture per l'idrogeno, non entrano sul mercato le auto e non si riesce a rompere questo circolo vizioso”, sostiene Consoli, dell'Università dell'Idrogeno. Mentre il ministro racconta che Vendola vorrebbe creare un sistema di trasporto pubblico ad idrometano che abbatterebbe notevolmente le emissioni di CO2 e degli ossidi di azoto. Rifkin, inoltre, ritiene che il nucleare non sia la soluzione per fermare i cambiamenti climatici, dal momento che “per passare dall'attuale 5% al 20% di produzione di energia nucleare bisognerebbe costruire 3 reattori ogni 30 giorni nei prossimi 60 anni, senza contare che sono obsoleti la metà dei 439 reattori attivi nel mondo”. Una posizione a cui si aggancia Pecoraro Scanio che avverte che “il Pdl vuole le centrali nucleari, il Pd non le esclude e quindi devono dire ai cittadini dove le vogliono realizzare”.