sabato 12 aprile 2008

E COSI' DIREMO ADDIO AL PETROLIO......

Dalla Gazzetta del Mezzogiorno dell’11.4.08. ALLA PUGLIA CINQUE MILIONI DI EURO PER I PRIMI DISTRIBUTORI DI IDROGENO. Accordo di programma. Il Ministro Pecoraro e l’economista Rifkin: “così diremo addio al petrolio” ROMA. La terza rivoluzione industriale potrebbe nascere in Puglia, dove sorgerà la prima rete al mondo di distributori di idro­geno per l'autotrasporto, prodotto in loco da fonti rinnovabili, sole e vento e che potrebbe essere realizzato in un anno. Una sperimen­tazione che farà della Puglia la California d'Italia, l'unico altro Stato in cui c'è un pro­getto analogo, anche se lì l'idrogeno viene prodotto in massima parte da idrocarburi, ed è quindi meno pulito. La mobilità sostenibile in Puglia è prevista da un accordo di programma siglato dalla Regione e dal Ministro dell'Ambiente Al­fonso Pecoraro Scanio, che lo ha presentato ieri con il professore americano Jeremy Rifkin, autore di “Economia a idrogeno” e pre­sidente della Foundation on Economie Trends. Con un investimento di 5 milioni di euro, 3 stanziati dal Ministero e 2 dalla Regione Puglia, verrà avviata la prima fase di stazioni di produzione e distribuzione di idrogeno verde, ma anche di idrometano, una miscela al 30% di idrogeno, «con produzione me­diante elettrolizzatori, con energia elettrica generata da impianti solari ad alta efficienza ed eolico a basso impatto visivo e sonoro», spiega Nicola Conenna, presidente dell'Università dell'Idrogeno H2U. Quest'ultimo è un ente no profit, con sede a Cala Corvino-Monopoli, che ha proposto il pro­getto e che attende il via libera del presidente Vendola per coinvolgere gli atenei pugliesi e concordare il luogo in cui dovranno sorgere i distributori di idrogeno che “potrebbero es­sere da 3 a 5, con 5mila euro di budget”. I veicoli a cella combustibile alimentati solo a idrogeno non sono ancora commer­cializzati dalle case automobilistiche, a parte costosissimi prototipi come la Fiat Multipla esibita in conferenza stampa, firmata dall'ILT Technology, azienda toscana che due anni fa ha prodotto il primo distributore di idrogeno a Collesalvetti, Livorno. Le auto omologate per essere alimentate a metano, 700mila in Italia, possono essere convertite ad idrometano con poca spesa e potrebbero rappresentare la soluzione nella fase di tran­sizione dal petrolio all'acqua, che ha come dead line il 2014, quando Rifkin prevede ci saranno i primi modelli di auto ad idrogeno per il grande pubblico. “Ma se intanto non si creano le infrastrutture per l'idrogeno, non entrano sul mercato le auto e non si riesce a rompere questo circolo vizioso”, sostiene Consoli, dell'Università dell'Idrogeno. Men­tre il ministro racconta che Vendola vor­rebbe creare un sistema di trasporto pub­blico ad idrometano che abbatterebbe no­tevolmente le emissioni di CO2 e degli ossidi di azoto. Rifkin, inoltre, ritiene che il nu­cleare non sia la soluzione per fermare i cambiamenti climatici, dal momento che “per passare dall'attuale 5% al 20% di pro­duzione di energia nucleare bisognerebbe costruire 3 reattori ogni 30 giorni nei pros­simi 60 anni, senza contare che sono obsoleti la metà dei 439 reattori attivi nel mondo”. Una posizione a cui si aggancia Pecoraro Scanio che avverte che “il Pdl vuole le cen­trali nucleari, il Pd non le esclude e quindi devono dire ai cittadini dove le vogliono rea­lizzare”.
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