mercoledì 30 giugno 2010

ORIA - Costituito un comitato cittadino per ricostruire Porta Lama.

Sette cittadini oritani hanno dato vita ad un comitato che si prefigge di organizzare una petizione popolare al fine di rivolgere istanza all'amministrazione comunale affinchè venga ricostruita Porta Lama (ovvero Porta Brindisi).
Per un approfondimento della questione ho pensato di fare un copia-incolla dal libro sulla toponomastica di Pasquale Spina "ORIA - Strade vecchie, nomi nuovi; strade nuove, nomi vecchi.
[ …. distruzione, questa interamente voluta dagli uomini che governavano Oria, di quello che sarebbe stato il monumento simbolo di questo luogo, ossia la Porta che si apriva nella muraglia e che permetteva l'ingresso all'interno della città medievale racchiusa nelle mura. Già nel 1829 c'era stato un tentativo di abbatterla: ma per fortuna, grazie alla decisa protesta di donna Concetta Massa, il sindaco Vincenzo Errico, dovette desistere. La signora Massa, cita in giudizio il sindaco avverso l’abbattimento della Porta Comunale detta della Lama, compreso nel progetto del selciato della strada di tal nome, non perchè mossa da amore verso il monumento, ma perché la demolizione della porta pregiudica i di lei dritti di proprietà sull'aia superiore che è una loggia scoverta appartenente alle dì lei case attaccate e perché l'abbattimento porta il pericolo di crollare le stesse case a motivo che l'arco antico serve di appoggio, di suppunto [sic] e di resistenza per impedire il crollo. Grazie alla decisa presa di posizione della signora Massa, indipendentemente dai motivi più o meno nobili che l'avevano generata, la Porta detta Lama o Porta Brindisi riuscì a rinviare la sua fine di altri quarantasei anni: la Porta viene, infatti, demolita nel 1865. In realtà, si riprende a parlare dell'abbattimento della porta nel 1861, quando il Consiglio Comunale, tra le opere pubbliche da realizzare con un imprestito di cinquemila ducati, inserisce anche la demolizione dell'arco della Lama. Ancora una volta non se ne fa niente e non se ne conoscono i motivi, ma, nel 1865, il Consiglio Comunale tiene una seduta monotematica sul tema abbattimento dell'arco porta Lama. Prende la parola l'assessore Monaco che così relaziona: fò osservare al Consiglio che l'abbattimento dell'arco sulla porta Lama va nella categoria dell'ornato [sic] ed utilità pubblica. Ognuno comprende che quella porta od arco offre una visuale troppo meschina ed impropria ed un entrata di squallore. Dopo questa sconcertante premessa l'assessore Monaco illustra al Consiglio gli aspetti finanziari, ancora più sconcertanti, dell'operazione: L'Amministrazione è certo non porterà esito alcuno per tale abbattimento, del perché il muratore sig. Corrado Epifania a presentato una dimanda per abbatterlo a di lui spese senza farci rimanere alcun addentellato. Solo il sindaco Francesco Montanari si dimostra contrario alla proposta del Monaco ma unicamente perché è in rapporti di parentela colla sig. ra Astuto Adelaide, perloche alla porta Lama trovasi annesso e connesso il Palazzo del Sig. Santoro Michele già defunto marito della sig. ra Astuto e di conseguenza eleva protesta per qualunque danno, azione e ragione. La proposta viene accettata con otto voti favorevoli e quattro contrari.]
Mi viene un dubbio: il citato assessore Monaco era forse Camillo Monaco, passato alla storia come un eroe?
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