martedì 8 giugno 2010

LA VERITA' sulla figura del vescovo Alberico Semeraro.

LA VERITA' sulla figura del vescovo Alberico Semeraro, forse, non è tutta quella che traspare dagli scritti presenti nell'opuscoletto pubblicato in occasione del 10° anniversario della sua morte, celebrato in Oria il 31 maggio scorso.
All'interno di detto opuscoletto, reperibile nelle chiese oritane, troverete degli scritti a firma: (in ordine di impaginazione) dell'attuale vescovo di Oria Mons. Vincenzo Pisanello, del Cardinale emerito Salvatore De Giorgi, di Mons. Giovan Battista Pichierri, arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie, di Mons. Domenico Caliandro, vescovo di Nardò-Gallipoli. Me ne guarderei bene dall'accusare di ipocrisia i predetti alti prelati. Comprendo che a causa del Loro status non potevano non scrivere ciò che hanno scritto. Comprendo anche che a causa del Loro status alcuni sacerdoti che hanno partecipato alla funzione religiosa ed hanno dato il Loro contributo per la realizzazione del "Dipinto ad olio raffigurante il vescovo commemorato, opera dell'artista Eriberto Pasanisi", non potevano comportarsi diversamente nonostante sono stati acerrimi accusatori del vescovo Alberico Semeraro. Con questo mio articolo intendo rispolverare certe notizie del passato, non per desiderio di dissacrare e gettare nel fango la personalità di un vescovo deceduto, ma per amore della ricerca storica e della verità, stimolato da quel particolare riferito da M.A [Gli ultimi anni del suo episcopato furono turbolenti, tormentati da scandali piuttosto artificiali, questioni finanziarie e intestazioni personali delle moltissime opere che aveva creato in diocesi"]. Il termine "10° Anniversario" mi ha fatto volare con la mente alla normativa nazionale sulla toponomastica, in base alla quale non può essere denominata una via con il nome di un personaggio defunto, se prima non sono trascorsi dieci anni dalla sua morte. Sarei curioso di sapere le motivazioni date dal Legislatore a detto arco temporale. Azzardo delle ipotesi: - forse dieci anni è un periodo di tempo ragionevole per verificare se nella cittadinanza è vivo il ricordo di una persona che ha dato lustro alla città? Forse perché dopo dieci anni è facile perdonare al defunto qualche marachella commessa quando era fra i vivi? Ho scritto "amore della ricerca storica e della verità". Ed è proprio "LA VERITA' SUL SANTUARIO DI S.COSIMO ALLA MACCHIA DI ORIA" il titolo di un foglio unico edito nel 1979 a cura di alcuni sacerdoti di questa diocesi, in cui sono spiegate alcune marachelle di Mons. Alberico Semeraro, ivi compresa quella relativa a Parco Montalbano, oggetto del mio precedente articolo. Per il momento mi fermo qui e vi invito a leggere la successiva puntata..... prossimamente in questo mio spazio. Condividi con altri:AddInto
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