venerdì 29 febbraio 2008

IL NOSTRO POVERO CUORE POETICO (OVVERO DISTRUZIONE DI UNA NECROPOLI MESSAPICA)



Cari lettori di questo speciale blog, che ha il coraggio di porre delle domande liberamente, oggi una domanda la vorrei porre io con la speranza che qualcuno mi illumini con una saggia risposta capace di togliermi un sottile sospetto o forse l’errore che mi induce a pensare che in fin dei conti tutto ad Oria si può fare.
Una mattina di qualche anno fa, frequentando la prima lezione del corso di Urbanistica presso la Facoltà di architettura di Firenze, rimasi meravigliato nel vedere che la prima diapositiva che il prof. Ventura proiettava riguardava, una foto del centro storico di Oria visto dall’alto. Lui lo chiamò Cuore Poetico (probabilmente a causa della forma di cuore della circamenia: Via D. Bonifacio, Via M. Pagano e Via G. D'Oria, NdR) del nostro Comune e io mi sentii pieno d’orgoglio perché dal nostro centro storico iniziavano le lezioni del corso.
Oggi riproiettando la diapositiva dell’attuale centro storico, forse il mio prof. mi domanderebbe come mai una macchiolina verde intenso è spuntata proprio nel nostro Cuore Poetico. La macchiolina verde è un piccolo regalo fatto alla comunità, forse, un dono che raggruppa tanti ragazzi e li stringe intorno ad uno sport.
Insomma nel Cuore Poetico del nostro bel comune è sorto da qualche anno un bel campetto per il calcetto e tutti noi siamo molto più felici!
Ma a me non riesce di capire solo una piccolissima cosa, come si sia riusciti a costruirlo?
Per carità è una sciocchezzuola, una piccola curiosità che forse qualche bravo lettore saprà soddisfare…
Il campetto è stato realizzato all’interno del Palazzo dei Missionari di S. Vincenzo, importante costruzione fondata nel 1744-50.
Il palazzo sorge sul colle S. Andrea, oggetto principale del vincolo posto dal decreto 16 marzo 1998. Questo decreto del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali, presieduto dal Ministro On.le Willer Bordon, fu fatto appositamente per Oria, per la sua superba posizione geografica e per il suo imparagonabile panorama, fatto di torri fortificazioni, cupole e case, che si integrano perfettamente con le singolarità geologiche e le caratteristiche ambientali in modo da formare un’unità rappresentativa e figurativa.
Dallo studio delle norme di attuazione relativo alla zona omogenea “A”, si apprende che gli unici interventi che si possono fare in edifici monumentali-artistici sono relativi al loro consolidamento e restauro senza alterazione di volumi. Sono inoltre vietate le integrazione arbitrarie e come espresso anche nell’ articolo 81 del regolamento edilizio gli interventi all’interno di zone “A” sono soggette al rilascio della licenza edilizia subordinato al preventivo rilascio del nulla osta della Soprintendenza per i beni ambientali, architettonici, artistici e storici di Bari.
Le aree libere all’ interno della zona”A” sono inedificabili, inoltre sono esclusi svuotamenti, manomissioni e tutte quelle opere che alterino la struttura originaria dei fabbricati, sia essa visibile o non visibile dall’ esterno.
Queste norme “forse” sono state disattese poiché l’opera eseguita non ricade all’interno delle opere eseguibili in zona “A”, inoltre vi è stata un’alterazione di volume relativa allo sbancamento dell’area interessata dal progetto perché se non erro il volume non deve aumentare ma non deve nemmeno diminuire…
Consultando poi il mio manuale sulle norme urbanistiche non riesco a trovare nessuno strumento capace di farmi realizzare una simile opera in simili restrizioni, perché qui non basta una D.I.A. o un permesso per costruire previo nulla osta della Soprintendenza. Questo è davvero un rebus! Chissà se qualcuno mi sa indicare che documento devo preparare per fare anch’io un campetto di calcio o magari una piscina scoperta in zona A… Inoltre si è costruito all’interno di una zona libera, ex giardino conventuale, che come norma vuole è inedificabile.
Quante cose strane… e pensare che mi avevano detto che forse lì c’era una necropoli messapica con una bella grotta, ma proprio non posso credere che una ruspa abbia tolto circa 300 metri cubi di roccia anche se a dire il vero io quella necropoli l’ho vista…e forse la state vedendo anche voi!
Allora io proprio non capisco perchè il mio vecchio professore si ostinava a dire che, quel meraviglioso documento, che è il nostro Cuore Poetico dovesse rimanere intatto per rammentarci chi siamo e da dove veniamo, perché noi Oritani forse non ce lo ricordiamo più e allora è meglio una partitella a calcetto lì, proprio dove i nostri avi una volta avevano seppellito le loro famiglie. Grazie mille. Alessio Carbone.
C'è da vergognarsi di essere oritani !!!
.....CAN WE CHANGE ???

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