venerdì 1 febbraio 2008

CASO SOGEA - ABBIAMO FINITO DI PAGARE ???


Oggi inserisco questa nota perché un giovane concittadino, che mi ha chiesto di rimanere anonimo, mi ha rivolto la seguente domanda: "Tante volte ho sentito parlare del Caso Sogea ad Oria, ma sinceramente non ho mai capito bene di cosa si tratti; potresti spiegarmi....."
Bene, ho fatto una ricerca fra le mie cose ed ho trovato questo:
SOGEA: da pagare e subito 750 mila Euro.
Nel pomeriggio di oggi il Consiglio Comunale dovrebbe riconoscere la legittimità del debito fuori bilancio. Fonte SENZACOLONNE del 13.12.06
ORIA - La Corte d'Appello di Lecce ha infine accettato solo in parte la richiesta avanzata dal Comune di Oria di sospendere la provvisoria esecutività del decreto ingiuntivo con cui, lo scorso marzo, lo stesso Comune è stato condannato in primo grado dal tribunale di Brindisi a versare alla ditta Sogea quasi 2 milioni di euro per un vecchio ma arcinoto contenzioso tra l'ente e la società che dal 1983 al 1995 ha gestito in città il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Il Comune dovrà insomma sborsare per ora solo, si fa per dire, 750mila euro. Ma dovrà farlo subito, se vorrà evitare di andare incontro all'ennesimo pignoramento. L'immediato pagamento di quel che rimane, circa un milione e 250mila euro, è invece stato sospeso dalla Corte di Appello di Lecce che ha così voluto andare incontro alle esigenze dell'ente, viste le difficili condizioni finanziarie in cui versa. Preso atto di questo parziale gesto di clemenza, sta ora al consiglio comunale, convocato per questo pomeriggio, riconoscere la legittimità dell'immenso debito fuori bilancio che questi 750mila euro vanno a costituire. Nella proposta di delibera che verrà sottoposta all'assise vengono anche elencati i capitoli dai quali verrà racimolata l'ingente somma di denaro: soprattutto riserve accantonate per l'evenienza nei primi anni Novanta. Insomma, se per la città di Oria l'anno finanziario 2006 si è aperto male a causa delle restrizioni imposte dalla violazione del patto di stabilità, è ora possibile asserire che si chiude anche peggio.
Tutto a causa del "lodo Sogea": sicuramente uno dei più importanti, longevi e complessi grattacapi con cui la città di Oria abbia mai avuto a che fare. Un po' di storia. Il contenzioso civile tra il Comune e la Sogea trae origine dal contratto di appalto per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani stipulato tra i due soggetti nell'ormai lontanissimo 1983. Incarico che nel 1987, anno di scadenza del contratto, venne prorogato dall'ente alla società, agli stessi patti e condizioni, con due diverse delibere di giunta. Tale rapporto si protrasse per ulteriori nove anni, e precisamente fino al 1995, anno in cui la Sogea decise di recedere dal contratto. Che accadde nel frattempo? Molto semplicemente, nel corso degli anni si erano verificati, a carico della Sogea, aumenti per più di un decimo del canone di appalto. Ragion per cui la stessa società nel 1990 avviò un procedimento arbitrale per ottenere la revisione e l'adeguamento del canone mensile dovuto per l'espletamento del servizio. E così fu: il procedimento si concluse a favore della Sogea e nel 1992 il collegio arbitrale dichiarò il diritto della ditta a percepire dal Comune di Oria 700 milioni di lire, a cui aggiungere gli interessi, e ulteriori 35milioni per il canone mensile del 1987, 36milioni per il 1988, 37 milioni per il 1989 e 51 milioni per il 1990. Vicenda chiusa? Nemmeno a parlarne. Tale lodo infatti fu subito contestato dando inizio così a un nuovo capitolo della vicenda che si concluse nel 1998 con una sentenza che vide il Comune di Oria nuovamente soccombente. Preso atto di questa importante decisione, in quello stesso anno, la Sogea si è infine rivolta al giudice civile per reclamare le somme dovute, depositando presso il tribunale di Brindisi un ricorso per decreto ingiuntivo per un importo complessivo di quasi 4 miliardi di lire. Ed è proprio con questo ricorso che si è aperto l'ennesimo capitolo di questa incredibile vicenda, conclusosi esattamente un anno fa con la sentenza in primo grado emessa dal tribunale di, Brindisi, che ha condannato il Comune a versare una volta per tutte i 4 miliardi richiesti. A questo punto l'amministrazione ha deciso di tentare il tutto per tutto impugnando la sentenza in appello. Tale ricorso al secondo grado di giudizio però, non ha automaticamente annullato la sentenza di primo grado nel cui dispositivo si legge: "il tribunale civile di Brindisi rigetta l'opposizione confermando per l'effetto il decreto ingiuntivo opposto". Insomma: quello che si deciderà in appello, si vedrà, ma per ora il Comune paghi. L'ultima carta da giocare per evitare di dover sborsare sull'unghia 4 miliardi di lire, era chiedere la sospensione della provvisoria esecutività del decreto ingiuntivo per motivi gravi, tra cui le difficili condizioni finanziarie in cui languono le casse comunali.
Tale richiesta è stata inviata alla corte d'appello poco dopo la sentenza. E la risposta è stata parzialmente favorevole per il Comune di Oria condannato a pagare solo 750 mila euro dei 2 milioni dovuti. Per ora.
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Nell’ottobre 2002 venne distribuita in Oria una lettera aperta ai cittadini, a firma di uno degli arrestati di allora: l’ex sindaco Nino De Pace. In detto documento si potevano leggere i nomi dei responsabili, a dire del De Pace tutti Consiglieri Comunali che fecero ricorso al CO.RE.CO. ed inviarono l’esposto alla Procura della Repubblica. Si trattava di: Cosimo Pescatore, Sergio Ardito, Roberto Palmisano, Lorenza Conte, Cosimo Iunco, Cosimo Della Porta, Antonio Benvenuto, Ennio Suma, Ermanno Vitto, Nicola D’Ippolito, Quinto Modeo, Euprepio Carbone, Salvatore D’Amuri, Albino Delli Santi.
Qui di seguito segue il volantino citato.

LODO ……. SOGEA

Concittadini carissimi,
come promessovi col manifesto pubblico eccovi i chiarimenti sul caso SOGEA che, a giusta ragione, sta preoccupando la cittadinanza oritana.
Dopo l'esito del processo penale nel quale il Tribunale di Brindisi ha mandato assolti il sottoscritto e la sua giunta dal reato di abuso di ufficio, si parla e si scrive sul "benedetto" LODO tra il COMUNE e la SOGEA (all'epoca appaltatrice del servizio rifiuti), per cui è doveroso informarvi su quanto si è effettivamente verificato. E lo faccio riportando le conclusioni finali della difesa svolta dal mio avvocato Franco Neglia dinnanzi al Tribunale, le quali sintetizzano con lucidità l'accaduto e quello che purtroppo accadrà:
« fatti addebitati al sindaco De Pace ed ai componenti la sua giunta, assessore Chieti, Di Bella, Fantini, non sussistono, dato che non esiste legge o regolamento che imponga ad una Amministrazione Comunale di impugnare il lodo. Trattasi di scelta discrezionale che, nel caso che ci occupa, il De Pace ebbe a prendere con l'avvedutezza del buon padre di famiglia nella sua funzione di Sindaco, che deve tener conto nelle sue decisioni solo degli interessi dei cittadini. Tale scelta non fu inopportuna e tanto meno favorente la SOGEA, ma ragionata e vagliata, dopo che il DE PACE - appreso l'esito del lodo da una diffida di pagamento della SOGEA, ma della cui esistenza procedimentale nulla sapeva - non fu soddisfatto dalle delucidazioni dell'Avv. Salvatore Sanzo che aveva difeso il Comune, il quale non dava certezza in ordine all'esito di una eventuale impugnativa, la cui proposizione comportava però l'anticipo di gravose spese. Ma non solo ! Egli non accettò il lodo nei suoi effetti (che erano e sono vincolanti), ma con tenacia riuscì a transarre lo stesso convincendo la SOGEA, in rapporto a quanto stabilito dal LODO, di accontentarsi della somma capitale di £. 700.000.000 stabilita per il passato; di rinunciare agli interessi maturati fino allora di £. 167.677.899; di far slittare l'importo del canone revisionato di £. 51.534.806, tenendolo fermo, dall'anno 1990 all'anno 1991. E nel contempo risparmiando la somma di £. 200.000.000 per le spese necessarie da anticipare per l'impugnativa del lodo dall'esito incerto! Ed il De Pace fece bene a non proporre l'impugnativa, dato che la stessa era (per le disposizioni di legge relative al lodo e vigenti all'epoca) inammissibile in ordine alle somme stabilite dal lodo arbitrale, tanto è vero che quella proposta successivamente dal Sindaco Ardito Sergio (con l'avv. Salvatore Sanzo e proseguita dall'avv. Roberto Palmisano) è stata rigettata da questo Tribunale Civile con ulteriore aggravio di spese e competenze del giudizio a carico del Comune. Purtroppo oggi sulla collettività oritana pende le scure di una causa civile di condanna basata sul lodo e le cui somme sono lievitate (si dice) oltre i 5 miliardi di lire».
PERCHE' TUTTO QUESTO !
Ecco il perché, cari cittadini. Il teste di accusa Q. P. ha riferito al Tribunale che un gruppo di consiglieri comunali animati da PATISSO LEONZIO, sono riusciti a fare annullare dal CO.RE.CO. la detta delibera che regolava gli effetti del lodo. Costoro, motivati da un concetto personale ed egoistico della politica, pur di far cadere la mia giunta, hanno danneggiato tutti i cittadini (le somme spettanti alla SOGEA dovremo pagarle tutti noi) e, impregnati della cultura dell'odio che li contraddistingue (anzi li acceca a tal punto che alcuni di loro sono risultati pure imputati per altro), hanno tentato di buttare fango alla mia persona e a quella dei miei assessori. I cittadini di Oria non meritavano questo danno, né io (anche se sono stato assolto) meritavo di essere denunciato da costoro perché mi ritengo una persona ONESTA e sull'onestà li sfido.
ECCO I NOMI DEI CONSIGLIERI COMUNALI
di cui ha riferito il teste di accusa e che fecero ricorso al CO.RE.CO. ed inviarono l'esposto alla Procura della Repubblica:
• Ing. COSIMO PESCATORE (APPARTENENTE ALL'EPOCA ADDIRITTURA AL MIO PARTITO PSI ED ELETTO, GUARDA CASO, SINDACO DOPO DI ME);
• dr. SERGIO ARDITO (sindaco uscente ed in carica per otto anni, il
QUALE DAVA INCARICO, IN NOME DEL COMUNE, DI PROPORRE L'IMPUGNATIVA DEL LODO RIGETTATA DAL TRIBUNALE CIVILE DI BRINDISI, DI COSTITUIRSI ADDIRITTURA PARTE CIVILE NEI MIEI CONFRONTI NEL PROCESSO PENALE E DI OPPORSI ALLA CAUSA CIVILE DI CONDANNA PROMOSSA DALLA SOGEA, LA CUI DURATA COMPORTERÀ UNA FORTE LIEVITAZIONE DI INTERESSI E SPESE. IL TUTTO A DANNO DEI CITTADINI!!);
• avv. ROBERTO PALMISANO (INCARICATO QUALE DIFENSORE DEL COMUNE dal Sindaco Ardito per i detti affari giudiziari e pagato con i soldi dei CITTADINI, PUR AVENDO SOTTOSCRITTO IL RICORSO-ESPOSTO?!);
• LORENZA CONTE, COSIMO IUNCO, COSIMO DELLA PORTA, PROF. ANTONIO BENVENUTO, PROF. ENNIO SUMA, DOTT. ERMANNO VITTO, NICOLA D'IPPOLITO, QUINTO MODEO, EUPREPIO CARBONE, SALVATORE D'AMURI, INS. ALBINO DELLI SANTI.
Nel ringraziarvi dell'attenzione prestatami con la lettura della presente lettera-volantino, COME SEMPRE, MI RITENGO A VOSTRA DISPOSIZIONE PER ULTERIORI DELUCIDAZIONI SUL CASO.
Oria, ottobre 2002
IL VOSTRO EX SINDACO Ferdinando De Pace
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Rimane la domanda iniziale: LA QUESTIONE E' CHIUSA ??? ABBIAMO FINITO DI PAGARE ???
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A margine è opportuno dire che il De Pace sicuramente oggi cammina a testa alta e non solo la Magistratura gli ha dato ragione, ma anche uno dei suoi accusatori di allora, il Dr.Ermanno Vitto, il quale oggi ha fatto pubblica ammenda, mettendo riparo a quella che fu la conseguenza per una sua firma di allora, cooptando, in qualità di Coordinatore cittadino di F.I., giorni addietro il signor Nino De Pace, inserendolo nel Direttivo di F.I., dandogli incarico di ECONOMO TESORIERE. Nella nomina giustificava la scelta ritenendo il De Pace persona di sua fiducia.
E come recita un vecchio proverbio: "Quale miglior medico del tempo per medicare le ferite?"
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P.S.: Caso «Sogea» se ne parla dopo 14 anni
RIFIUTI. Vecchia inchiesta
Si torna a parlare, ad Oria, del «caso Sogea» che -negli anni Novanta - portò all’arresto di alcuni ex amministratori, poi assolti a conclusione del processo. Sulla vicenda è stato scritto anche nel libro «Quando la cronaca diventa StOria» (Italgrafica edizioni, dicembre 2006) con il titolo «Affare Sogea, arresti ingiusti, ma l’assoluzione arriva solo dopo 10 anni». A tale proposito, l’autore precisa che l’ex sindaco, Ferdinando De Pace, non è mai stato in carcere come risulta da “errata corrige” già inserita nel libro stesso e che, comunque, viene tenuta a disposizione di coloro che non dovessero averla rinvenuta.
Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno dell'11.7.08
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