venerdì 29 febbraio 2008

PERCHE' "CUORE POETICO"


IL CUORE POETICO DI ORIA. La linea rossa dell'immagine rappresenta la circamenia (Via M.Pagano, Via G.D'Oria, Via D.Bonifacio). La linea corta assottigliata: Piazza Manfredi e Via Roma. A sinistra si vede il rettangolo verde del campo di calcetto. L'immagine può essere ingrandita cliccando sopra.

Fra due giorni, il 19 febbraio, decorre il 50° anniversario della morte di Ciccio La Pizzenti (Francesco Erminio Ariano), mio nonno materno, una delle mie radici, una figura della mia infanzia che non ho mai dimenticato. Io ero il più piccolo dei suoi nipoti e non ho avuto la fortuna di trascorrere molto tempo insieme a lui, essendo deceduto a soli 69 anni, quando io avevo tre anni. La sua è stata una vita piena di stenti e di sofferenze a causa anche di postumi di gravi lesioni riportate in occasione del ciclone del 21 settembre 1897. Nonno Ciccio aveva allora 8 anni; rimase per parecchie ore sotto le macerie di case crollate nei pressi dell’attuale Scuola Media “F.sco Milizia”. Nelle “carte storiche” di quell’evento depositate nell’archivio del Comune di Oria è così annotato in una relazione a firma di un medico, il Dr. Oronzo Biasi “Francesco Ariano di Michele, frattura al terzo superiore del femore destro, commozione cerebrale e contusione ed ecchimosi all’occhio destro. E’ tuttavia in letto. Non manca di mezzi.” Il nonno guarì ma il suo fisico rimase segnato, menomato per tutta la vita, palesemente claudicante, e con altri problemi di salute, si sforzava per portare un pezzo di pane a casa e sfamare moglie e 5 figli. Intraprese il mestiere del “trainieri” (carrettiere, ovvero conduttore di traino tirato da mulo). Erano momenti difficili, di crisi anche a causa della I^ guerra mondiale e nonno Ciccio non riusciva ad assicurare una vita dignitosa alla famiglia. Decise così nel 1930 di “spedire” i due figli maggiori (rispettivamente di 17 e 15 anni) in Argentina, dove si erano già stabiliti quattro fratelli della moglie, la mia cara nonna Leonzia Massa. Nessuno di loro è mai più tornato in patria e le loro ossa giacciono tuttora in quello stato sudamericano, così come tanti altri italiani ed oritani. Torno indietro…. al disastroso ciclone, o meglio “turbine atmosferico” come venne definito dal prof. Cosimo De Giorgi, illustre meteorologo di fama internazionale di allora. I danni a persone e cose furono ingenti; oltre al Comitato locale di soccorso in data 28 settembre 1897 si costituiva in Lecce (allora capoluogo di provincia dell’intero Salento e quindi anche per Oria) un Comitato di beneficenza. Il Prefetto di Lecce in data 2 ottobre 1897 ordinò l’affissione di un manifesto in tutti i comuni del Salento. Così iniziava: "Cittadini di Terra d’Otranto! La vostra antica Messapia è desolata! Chi l’ha veduta in questi giorni n’è rimasto pieno di raccapriccio….Se la carità fu segnacolo di progresso per gli avi, essa oggi è figlia della civiltà che non tollera egoismi. Cittadini! Ricordiamo il grido dei nostri padri per tramandarlo ai più lontani nepoti: la Terra d’Otranto è patria non solo di forti, ma pure degli uomini di cuore….F.to Il Reggente Prefetto Presidente Nanni – Seta. Orbene fatta questa premessa vi devo raccontare un sogno che ho fatto la notte scorsa. Questa la scena. Io fanciullo mi trovavo nella “sala” della casa dei nonni materni. Oltre a loro due vicino al comò, con i piedi poggiati “allu peti ti la fracera” vi era anche Pippinieddu (il nonno paterno di Alessio Carbone). Nonno Ciccio indossava la “cappa” che era solito indossare nei mesi invernali e che gli avvolgeva tutto il corpo, la nonna con il rosario nelle mani recitava la sua solita lunga sfilza di preghiere. I tre avevano un aspetto serio e preoccupato e mi hanno subito confidato che erano preoccupati per tutto ciò che da un po’ di anni si verifica in Oria...... preoccupati per le sorti di noi vivi, ma preoccupati anche per le loro ossa sepolte nel cimitero monumentale. Quasi in coro hanno detto: “Che ne sarà delle nostre tombe…. Che ne sarà delle nostre ossa….. visto quello che è capitato ai nostri antenati messapi…. anche l’attuale cimitero in futuro può essere oggetto di distruzione. Perché Franco…perché accade questo?” Ho capito subito la gravità del momento e per distoglierli da quei pensieri ho fatto loro la seguente domanda: “Un Professore nell’Università di Firenze ha chiamato Cuore Poetico il centro storico di Oria…. Sapete dirmi perché? Forse per i poeti oritani?”. Mi ha risposto Pippinieddu: “Mio nipote Alessio sa perché…. Lui ha studiato queste cose.” e nonno Ciccio a seguire disse: “Adesso lo ha chiesto a noi e gli rispondiamo….. vedi caro nipote…. come tu sai….. noi adesso stiamo in cielo e dall’alto vediamo ciò che tu non vedi….. quel professore ha detto Cuore Poetico perché….. così è Oria vista dall’alto… a forma di cuore. Un cuore che è stato infranto per la distruzione di quelle tombe. Per fare cosa? Un campo per rincorrere una palla!” Mia nonna che pur pregando aveva ascoltato tutto rivolse la seguente domanda: “Io però non ho capito per quale motivo hanno scavato…. Hanno portato via tanta roccia ….solo perché dovevano giocare a palla….. Si gioca forse meglio ad un livello più basso?” Mio nonno, quasi interrompendola, disse: “Ué Liò no ti scurdari lu pruverbiu ti l’antichi:- PIATTU MUCCIATU NO CACUNU LI MOSCHI- ossia: “Occhio non vede…. Cuore non soffre”” in tal modo i giocatori non vengono notati da lontano e quindi non si da contezza dell’obbrobrio che è stato commesso”. E Pippinieddu: "Pizzica.... allora onnu sciutu cu la pietra amposcia!!", e la nonna Leonzia:"E menu mali ca sontu cristiani ti chiesa!" In verità ho capito ben poco da quelle affermazioni. Ho salutato e sono andato via saltellando in direzione di Porta degli Ebrei (i nonni abitavano in Vico Cormons). Giunto nella vicina piazzetta dove una volta vi erano le botteghe di Cosimo Mazza e di Pippinieddu, ho visto ad una parete affissi dei manifesti grandi di colore bianco con scritte color nero. Così era scritto: “: Cittadini di Terra d’Otranto! L'antica necropoli di Oria, capitale della Messapia, è stata violata, irrimediabilmente distrutta! Chi l’ha veduta in foto in questi giorni, nel blog www.notediarpa.blogspot.com, n’è rimasto pieno di raccapriccio….Se la civiltà fu segnacolo di progresso per gli avi, essa oggi non trova dimora in talune menti moderne. Cittadini! Ricordiamo il grido dei nostri padri per tramandarlo ai più lontani nepoti: la Terra d’Otranto non può essere patria di incivili, ma di uomini forti e di cuore…., si cuore poetico, come dall’alto appare il centro storico di Oria. Svegliatevi da questo torpore, da questo degrado culturale, indignatevi e…… reagite! Democraticamente, ma reagite per il vostro bene e dei vostri posteri. F.to Il Reggente Prefetto Presidente Nanni – Seta.” A quel punto mi sono svegliato di soprassalto e mi sono seduto sul letto come se fossi reduce da un incubo. Ho subito pensato: “Era un sogno, realtà o fantasia?”. Mezzo frastornato mi sono alzato e come ogni mattina mi sono diretto all’angolo del PC. L’ho acceso e nell’attesa che “caricasse” tutte le sue cose ho sorbito una bella tazza di caffè in cucina. Tornato al computer …… m’è venuto un colpo! L’ultima goccia di caffè mi è andata di traverso…… sul desktop del monitor era in bella mostra l’immagine che vedete qui sopra. Strano ma vero!

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