martedì 27 aprile 2010

BASTA PAROLE, VOTIAMOCI A SANT'ANDREA! (a cura di Eliseo Zanzarelli)

(L'immagine è "una perla" di quei mattacchioni del blog "gli amici della lanterna")

Traggo, come sono abituato a fare, spunto dall'argomento “clou” del periodo – la strada Sant'Andrea - per alcune riflessioni sull'avvio di questa campagna elettorale in vista delle comunali del prossimo anno. Di questo si tratta, è palese. Lo faccio pur non essendo o, a maggior ragione non essendolo, un politico. Né sindaco, né consigliere né assessore provinciale.
Premessa. La strada Sant'Andrea è importantissima sebbene – a mio modestissimo avviso – non fondamentale come qualcuno o più di qualcuno vuole o vorrebbe far credere.
Mi spiego. È possibile che in un paese al collasso, con attività che chiudono e altre che aprono sapendo già che chiuderanno, con ragazzini che di meglio non hanno da fare che imbrattare muri (vedasi largo cattedrale e parete esterna liceo scientifico), con adolescenti che di meglio non trovano che berci su, con giovani preparati a cui non resta che emigrare, con le poche associazioni sportive culturali e ricreative ancora esistenti costrette a vivere alla giornata contando sulle proprie forze o su mance comunali “una tantum”, con amministratori che di meglio non fanno che soprassedere, la priorità diventi un tratturo di campagna che lontano è e lontano resterà dalla superstrada al di là di ogni qualsivoglia allargamento e abbellimento?
Suvvia, signori, siamo seri che, se c'impegniamo, ci riesce pure bene. Chi, secondo voi, questi anni ha rinunciato a venire a Oria o ad andare a Brindisi o a Taranto o altrove perché la Sant'Andrea era uno scempio?
Chi ha rinunciato ai suoi affari perché doveva arrivare a Oria, in alternativa, da un tratturo dissestato, da Francavilla o da Latiano?
Io credo nessuno, ma tant'è, in campagna elettorale evidentemente tutto fa brodo e, in assenza di altre vivande, i cittadini devono accontentarsi di un bel brodino vegetale, che è sempre meglio di molto fumo e poco arrosto. Il problema, infatti, è a monte: che da e per Oria, affari non ne passano granché.
Al di là dell'ironia. Sapete quanto ci si impiega a passare da un'uscita all'altra sul raccordo anulare a Roma? Dipende dai giorni e dal traffico ma di sicuro molto più di quanto s'impieghi da Oria a percorrere a proprio rischio e pericolo il tratturo Sant'Andrea o a imboccare la statale 7 da Francavilla o Latiano.
È un bene, certo, che i nostri consiglieri provinciali si battano per una questione che riguarda da vicino il paese che ha consentito loro di accomodarsi in Provincia, ma dopo i primi botta e risposta – appurato che la Sant'Andrea è interesse comune a tutti – l'argomento diventa un poco stucchevole.
È singolare, peraltro, che si sfrutti un argomento “provinciale” per parlare di questo territorio. Ma a quelli prettamente locali, di guai, chi pensa?
D'altra parte, se proprio ci si volesse scervellare sul tema viabilità coinvolgendo l'ente provinciale, perché allora non caldeggiare il completamento della circonvallazione?
Forse quella sì, sarebbe più utile: decongestionerebbe il traffico cittadino – certe ore è davvero impossibile percorrere la circamoenia – di conseguenza gioverebbe all'ambiente e, soprattutto, costituirebbe un toccasana per la salute dei cittadini.
Qualche anno fa, ricordo, era stato presentato un progetto da realizzare in project financing – quindi grazie alla collaborazione tecnico-economica pubblica e privata – per lo sbancamento di Piazza Lorch al fine di ricavarne un parcheggio sotterraneo che avrebbe potuto, se non risolvere, migliorare il problema parcheggi e, al contempo, l'intasamento in superficie.
Ebbene, quel progetto è finito nel dimenticatoio e non tanto, e non solo, perché il privato che l'aveva proposto nel frattempo si è tirato indietro, ma anche perché nessuno ha fatto davvero qualcosa per incentivarlo a persistere nell'originario intento.
Più recente, invece, è il progetto di riqualificazione – questa volta in superficie – della stessa Piazza Lorch per mano di due giovani e preparati progettisti oritani (Alessio Carbone e Giuseppe Modeo) che, per amor del proprio paese, vi avevano lavorato gratis. Dopo un grazie ricevuto a denti stretti, Carbone e Modeo hanno dovuto rassegnarsi all'idea che la loro fatica finisse in uno dei tanti cassetti impolverati dell'Ufficio tecnico. Dove, peraltro, è in buona compagnia: assieme al progetto di rigenerazione del centro storico, a quello del macello comunale, a quelli di ristrutturazione del palazzetto dello sport e del campo comunale. Solo per citarne alcuni, of course.
Ma all'epoca, le priorità erano altre: c'era da “sistemare” le basole di piazza Mannfredi e rilanciare l'economia della principale agorà cittadina. Obiettivi raggiunti? Macché. Le “chianche” sono state “maltrattate” e ricollocate secondo un preciso disegno (criminoso, però). L'economia della piazza? Da allora non si è più ripresa, è tuttora mortificata. Chiedere agli esercenti per credere. E menomale che agosto si avvicina. Ché di solo torneo ormai si è abituati a campare. Ma, a lungo andare, di solo torneo si potrebbe morire. Nonostante l'“eccezionale” contributo di 20mila euro della Provincia, che servirà appena a pagare il “Federico II” di turno (sarà la volta di Richard Gere quest'anno?).
Da qualche tempo a questa parte, però, Oria a fine aprile ha anche la sua fiera, anzi, la “fera” di San Cosimo, rispondente più alla logica - alcuni la chiamano arte - dell'arrangiarsi che ad altro, come del resto molte situazioni “made in Oria”.
A ridosso della “fera”, la casa protetta Madre Teresa di Calcutta che – per la modica cifra di 83,00 (ottantatre/00) euro al mese di affitto, anzi canone enfiteutico, che poi nei fatti fa lo stesso – opera in quello che avrebbe dovuto rappresentare un super-seminario o - fallita l'esperienza seminaristica per il calo delle vocazioni o delle ambizioni - qualsiasi super-altra cosa.
Il rischio, tra mille e più questioni, è quello di divagare - come probabilmente ho già fatto – così, tornando al discorso d'origine, davvero credo che la Sant'Andrea in questo momento non rappresenti la panacea in grado di curare tutti - ma forse neppure uno solo - i mali oritani.
Nella vicina Francavilla - tanto perché l'erba del vicino è sempre più verde o almeno così sembra - è stata da qualche giorno istituita e assegnata a un assessore giovane e donna e preparata (sacrilegio plurimo!) – l'architetto Roberta Lopalco – la delega alla “Cittadinanza attiva”: l'amministratrice si occuperà, oltre che di Urbanistica (perché finalmente lì si discute di Pug, mentre a Erchie l'hanno adottato da un paio d'anni e qui si va avanti con il piano di fabbricazione degli anni '70), di lamentele e soprattutto di proposte dei cittadini per migliorare e rendere più vivibile la città. Chiaro è che presupposto per attivare questo ramo amministrativo sarebbe l'esistenza, prim'ancora che di una cittadinanza attiva, di un'amministrazione o quantomeno di un assessore attivo.
Ma per come stiamo messi oggi – pur con tutto l'ottimismo di cui uno sia capace – più che discuterne, a Sant'Andrea converrebbe “votarsi”. Nel senso non elettorale del termine, ovviamente.

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