lunedì 1 marzo 2010

Lo Stato Italiano si appresta a celebrare il 150° anniversario dell'Unità d'Italia e........

A molti lettori di questo blog interessano le cose del passato di Oria (storia locale, toponomastica, uomini illustri, proverbi, tradizioni etc.). La conferma l'ho avuta stasera incontrando in momenti diversi e separatamente due persone le quali mi hanno chiesto se avevo concluso la mia ricerca circa l'esatta ubicazione della casa in cui nacque Francesco Milizia. Inoltre una delle due mi ha riferito che anche un suo conoscente era interessato alla vicenda.
Orbene ciò mi ha dato lo stimolo per continuare nell'azione intrapresa, dal basso della mia ignoranza ... ovviamente e con tutti i miei limiti e difetti.
Come avrete avuto modo di osservare negli ultimi mesi, sono molto interessato a mettere in luce il periodo del Risorgimento Italiano in Oria, nella consapevolezza che allora nella nostra città sono accaduti fatti (e misfatti) di una certa rilevanza ad opera di personaggi che sono poi passati alla storia. Ho più volte accennato alla figura del Vescovo di Oria (di origini francavillesi) Luigi Margarita, sospettato di "simonia", il quale fu processato insieme al suo segretario Pietro Ferretti, per ostentato spirito reazionario e filoborbonico all'indomani dell'Unità d'Italia.
Avendo letto in qualche posto che nel gennaio 1990 si tenne in Oria il convegno: "Mons. Luigi Margarita e la Diocesi di Oria prima e dopo l'unificazione nazionale", a cura dell'Istituto per la Storia del Risorgimento, ho pensato giorni addietro di ampliare le mie conoscenze su detto vescovo attraverso la lettura degli atti di quel convegno. Ho dovuto però rinunciare in quanto mi è stato risposto da persona "informata e degna di fede" che allora non fu pubblicato alcun documento circa gli interventi, in particolare, di padre Battista Pezzarossa, del prof. Alvaro Ancora e della d.ssa Annamaria Andriani.
In verità sono rimasto un pò deluso di ciò, anche se capita di sovente che atti di un convegno non vengono pubblicati. Fra l'altro è ciò che si è verificato anche con il Convegno di Studi sull'Età Sveva organizzato il 29-30 novembre 2008 dalla locale sezione della Società di Storia Patria.
Con i limiti della mia ignoranza non riesco a capire i motivi di tale rilevante lacuna.
Sempre nei giorni scorsi mi è capitato un altro episodio in relazione a questa mia attività di "ricerche storiche". Avendo appreso che alcuni studiosi locali stanno preparando "qualcosa" (forse un convegno?) in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia ho manifestato il mio interesse a tale loro attività. Alla domanda: "Perché saresti interessato?" ho risposto che potrei pubblicare qualcosa in questo mio spazio virtuale. Sapete cosa mi ha detto l'interlocutore? "Mica certe cose si possono pubblicare su un blog". Non ho ritenuto opportuno polemizzare ed ho salutato cortesemente l'acculturato concittadino.
Non volendo tediarvi oltre, dopo questa lunga premessa vi dico che lo scrivente, piaccia o non piaccia a qualcuno, continuerà a scrivere e/o copiare-incollare (nei limiti del lecito) notizie su persone e fatti del passato oritano.
Un personaggio meritevole di attenzione a mio parere è Camillo Monaco (Oria 1819-1896). Basti pensare che appena tre anni dopo la sua morte il potere costituito decise di dedicargli una via. Inoltre, come ben sappiamo, una delle due scuole elementari porta il suo nome. Chissà quanti oritani hanno mai letto qualcosa di questo personaggio illustre di Oria (così è classificato sul sito internet del Comune).
Così scrive di lui il Dr. Pasquale Spina nel suo libro sulla toponomastica oritana: "Apparteneva ad una delle famiglie più antiche e ricche di Oria. A leggere i due lavori più probanti scritti su C. Monaco, la "biografia" del figlio Attilio e il "processo" di A. Benvenuto, sembra, quasi, di trovarsi di fronte a due personaggi completamente diversi: da un lato il martire dei borboni, il patriota ispirato da ideali di libertà, il propugnatore di idee nuove; dall'altro un personaggio prepotente e vendicativo che per perseguitare le sue vittime non esitava a usare la violenza".
Mi permetto di esternare una mia considerazione sull'accenno dello Spina ai "i due lavori più probanti scritti su C. Monaco". Non possiamo sottacere che la biografia è stata scritta dal figlio e quindi, a mio parere, innegabilmente "di parte", mentre il prof. Benvenuto ha tracciato un profilo del Monaco e rivisitato gli avvenimenti di quel tempo con maggiore analisi, dopo aver letto, oltre alla predetta biografia, anche un carteggio in copia rinvenuto presso la famiglia Filotico.
Bene, per il momento mi fermo qui invitandovi a leggere prossimi articoli sull'argomento "Oria, il Risorgimento Italiano e l'Unità d'Italia" sul blog che ho appena creato: http://oria1861-2011.blogspot.com.
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