mercoledì 7 maggio 2008

PERSONAGGI DEL SALENTO DEL PASSATO: PAPA GALEAZZO

Se la tradizione e i monumenti non accertassero la vita reale di Domenico Galeazzo, sarei indotto a ritenerlo una creazione dello spirito popolare. Domenico Galeazzo fu arciprete di Lucugnano, paesello posto nel capo di Santa Maria di Leuca ed in quello si addita la casuccia, sul fronte della quale è apposta una lapide che porta la iscrizione: Questa camera fu la stanza Di Domenico Galeazzo Del mondo 1560 e nella chiesa parrocchiale di quella terra si conserva la di lui effigie in olio e altri ritratti si veggono altrove. Il nome di Domenico Galeazzo, comunemente conosciuto con quello di Papa Galiazzo, è giunto a noi attraverso tre secoli e si mantiene celebre e vivo per i suoi aneddoti faceti, più che non sia quello del pievano Arlotto famoso per le sue goffaggini. Senza meno il nostro Galeazzo fu giovialone, volgeva le cose in baia, con spontaneità e vivacità per far ridere, ora alle sue spalle, ora a quelle degli altri. A giudicar la di lui figura, dalle sue buffonerie, appare triviale e sommamente plebea, perché la gioconda festività, che costituisce il ridicolo, in lui si rispecchia nella storpiatura dei vocaboli, nel doppio senso e in un giuoco eccessivo della parola.... (INTRODUZIONE)
Da: Il Breviario di Papa Galeazzo, Congedo Editore, Galatina (LE), 1979
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L’ASTRONOMIA DI PAPA GALEAZZO

Un giorno, Papa Galeazzo invitò a pranzo il predicatore che aveva fatto un corso di conferenze spirituali nella chiesa di Lucugnano. Costui era una specie di frate missionario, pretendeva molto a dottrina, e specialmente si reputava versatissimo nelle teorie astronomiche.

Durante il pranzo, nacque una vivissima disputa sul giro del nostro pianeta e, mentre il reverendo missionario si trovava incalorito e interessato nelle argomentazioni, venne servito a tavola un bel piattone di costolette arrostite, contornate da salsiccia e tordi arrotolati allo spicconardo e maggiorana.

Intanto, il caso aveva voluto che i tordi si trovassero nel piatto tutti dal lato dell’Arciprete, cosa che non potè fare a meno di non destare un terribile sospetto nell’animo del frate predicatore, il quale, colto il destro del discorso in cui si trovava accalorito, per mettere dalla sua i tordi, cercò con l’esempio ad illustrare il giro della terra.

- Ecco, Arciprete, supponete che questo piatto fosse la terra, e immaginando che esso sia animato da movimento rotativo, il piatto gira su se stesso, e gira così anche da questa parte; - e in così dire fece che i tordi e i migliori bocconi si trovassero dalla parte sua.

Papa Galeazzo si accorse dell’astuzia volpina del fraticello e, fingendo di continuare nella discussione tesi che egli intendeva sostenere, ghermito il piatto lo rigirò dalla parte sua dicendo:

- Sì! Avete ragione! Ma è anche vero che la terra, girando sul proprio asse, ritorna al punto da dove comincia il suo moto di rotazione – e, tirandosi lestamente nel suo piattino tutto l’uccellame, lasciò con un palmo di naso il predicatore.

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