martedì 24 gennaio 2012

ORIA - SALVO IL BAMBINO CADUTO DAL TERRAZZO IL 5 GENNAIO

(Fonte www.senzacolonne.it)
BRINDISI – Il bimbo di otto anni caduto dal terrazzo il 5 gennaio scorso sta meglio, “grazie al dottore Maddalena e alla sua equipe”, ha spiegato il nonno, Antonio De Virgilis. Aveva fatto un volo di otto metri schiantandosi al suolo. Era sul tetto di casa sua, in via Senatore Martini, a Oria, insieme al compagno della madre che intanto raccoglieva i panni.
La mamma, invece, stava allattando l’altro figlio neonato, in casa. All’improvviso, il piccolo, sentendo il campanello ha cominciato a correre e ha perso l’equilibro proprio davanti al basso muretto che dà sulla strada. Subito soccorso da un’ambulanza del 118 era stato portato al Pronto soccorso di Brindisi, in condizioni gravissime.
Il bambino ora resta ricoverato al “Perrino” di Brindisi nel reparto di Neurochirurgia, ma non è più in prognosi riservata. “Sta bene, cammina e gioca, sempre nei limiti certo, ma è salvo. E questo è un miracolo. Devo ringraziare i medici che l’hanno curato e coccolato e Sant’Antonio. A lui mi sono rivolto quando credevo che per mio nipote non c’era niente da fare” ha detto nonno Antonio emozionato.
Effettivamente le condizioni del bambino erano molto gravi, aveva riportato un trauma cranico e una seria frattura al braccio.
“Due giorni fa è stato operato all’arto, che ora riesce già a muovere” ha detto il nonno.
“Migliora giorno dopo giorno ma dovrà restare ancora in ospedale perché ha ancora bisogno di assistenza. Ma sta bene. Non gli resterà nessun segno di quello che è accaduto in quel drammatico giorno”, dice. “E lo devo solo ai medici. Quello del mio nipotino è un caso di buona Sanità, ed è giusto farlo sapere. Tutti, dagli infermieri ai medici ci hanno aiutato e supportato.
Non ci hanno lasciati soli nemmeno per un minuto. Sono stati straordinari.
Io, mia moglie e mia figlia (la mamma) non smetteremo mai di ringraziarli. Ci hanno ridato il nostro bambino e quel sorriso che pensavamo non potessimo più ritrovare”.
Sono passati 10 giorni da quel volo spaventoso e il bambino sta bene. Una storia a lieto fine, dunque, che se non la si può etichettare come miracolo. Di sicuro diventa una bella storia di “buona Sanità”. Insomma un finale che fa capire quanto sia sbagliato spesso generalizzare. In tutte le categorie, ci sono i bravi e i cattivi professionisti. Bisogna lodare i primi e denunciare i secondi. Ma mai fare di tutta l’erba un fascio.

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