martedì 3 gennaio 2012

HO CHIESTO ALLE AUTORITA' COMPETENTI CHE VENGA INTERRATO IL SITO ARCHEOLOGICO DI VIA ERODOTO DI ALICARNASSO PER EVITARE ULTERIORI DANNI.

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(Trasmessa a mezzo Posta Elettronica Certificata)

Al Ministero dei Beni Culturali Roma
Al Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici Bari
Alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia
Al Sindaco del Comune di Oria
Al Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari - Arma dei Carabinieri

OGGETTO: ORIA (BR) - Sito archeologico Via Erodoto di Alicarnasso (prospiciente il municipio). Richiesta di interramento.


Io sottoscritto Francesco ARPA, cittadino residente ad Oria (BR), nonchè socio dell'associazione onlus ArcheoclubItalia,
PREMESSO CHE:
-il sito archeologico indicato in oggetto da anni versa in uno stato di degrado per vari motivi che ritengo superfluo elencare;

- lo stesso sindaco di Oria in occasione di recenti interviste di organi di stampa ha manifestato scarso interesse per detto sito e dichiarato: "Ora però in quella zona - continua Pomarico - vi sono solo più macerie. Ecco, rispetto a un cumulo di terra abbandonato e non fruibile nemmeno ai turisti, avere un campo da calcetto è certamente più utile ai cittadini."
CHIEDO:
-in virtù della normativa vigente che detto importante sito archeologico venga opportunamente consolidato ed interrato al fine di interrompere l'inevitabile opera di distruzione di agenti umani e/o naturali.
In tal modo il sindaco potrà realizzare tutti gli impianti sportivi che vorrà e nel contempo forse si riuscirà a tramandare a generazioni future più sensibili il ricco patrimonio archeologico della città di Oria.
Cordiali saluti.
Oria, lì 03 gennaio 2012
F. Arpa
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LA STAMPA di Torino del 2 gennaio 2012 (articolo a firma di Valentina Roberto)

L’antica necropoli cancellata per un campo di calcetto. La necropoli, in alto era formata da rare tombe con camera e una grotta destinata ad ancestrali riti religiosi. L’impianto sportivo, in basso, sorge nel cortile del palazzo dei missionari di San Vincenzo, zona sottoposta a vincolo archeologico Il sindaco di Oria: "Troppi siti". Ma c’è chi insorge:
"Distrutto un tesoro del Salento" .
Una partita di calcetto vale più di una necropoli messapica risalente al III secolo avanti Cristo? Probabilmente sì, visto che a Oria, in provincia di Brindisi e nel cuore del Salento, un sito archeologico composto da quindici tombe con corredo funebre è stato cancellato per lasciare spazio a un campetto da calcio a cinque. Fatto ancora più singolare è che l’impianto sportivo sorge nel cortile del palazzo dei missionari di San Vincenzo sul colle di Sant’Andrea, una zona sottoposta a rigidi vincoli dettati da un decreto del 16 marzo 1998 a firma dell’allora ministro ai Beni culturali e ambientali, Willer Bordon, che poneva inviolabili limiti di edificabilità tuttora in vigore.

Ma nessuno fermò le ruspe. Gli scavi per realizzare l’area ricreativa su questo terreno di proprietà della Curia iniziarono nel 2002 e da quei lavori emersero in maniera sorprendente le radici della comunità brindisina: il cimitero dei padri era celato lì, da millenni, sotto un sottile tappeto di terra ai piedi di quel monastero settecentesco. Nessuno avrebbe potuto immaginare che a pochi centimetri dal suolo fossero nascoste rarissime tombe con camera e una grotta destinata ad ancestrali riti religiosi. La Soprintendenza, debitamente avvertita, scrisse una perizia nella quale annotava «la presenza in loco di diverse tombe di grandi dimensioni, assimilabili a semicamere. L’area necropolare è di notevole rilevanza - si legge nella relazione – e densamente utilizzata tra l’ultimo venticinquennio del IV e il III secolo a. C.». Un sito, verrebbe di alto valore e dunque da tramandare all’umanità. Ma evidentemente non è stato ritenuto tale visto che i lavori per il campo da calcio, oggetto di un esposto alla Procura della Repubblica, sono andati avanti fino ad offrire attualmente un impianto sportivo con tanto di palestra per il fitness annessa. «Il campetto da calcio - spiega il sindaco Cosimo Pomarico - è utile alla comunità e ai nostri giovani che possono fare riferimento ad un centro sempre a loro disposizione. C’è una scuola calcio per i bambini molto frequentata e una palestra dove tanti ragazzi si ritrovano per tenersi in forma. Un impianto del genere non c’era in città, mentre di siti archeologici qui a Oria, ve ne sono tanti». Il primo cittadino fa riferimento alla caserma dei carabinieri, la cui realizzazione non è mai stata portata a termine a causa dei numerosi reperti antichi ritrovati durante gli scavi. «Ora però in quella zona - continua Pomarico - vi sono solo più macerie. Ecco, rispetto a un cumulo di terra abbandonato e non fruibile nemmeno ai turisti, avere un campo da calcetto è certamente più utile ai cittadini». Una versione, quella del sindaco, che non convince tutti gli oritani. Infatti mentre i seminaristi e le scuole calcio della città rincorrono il pallone a 3,5 euro all’ora per ogni giocatore in campo, alcuni cittadini guidati da Franco Arpa, ispettore superiore di Polizia in pensione, stanno organizzando una petizione per chiedere una commissione d’inchiesta sulla necropoli distrutta. «Non riusciamo a capire come un impianto sportivo abbia potuto sostituire in toto, senza trovare nessun ostacolo nè dalla Soprintendenza nè dal Comune, un’area archeologica - precisa Arpa e come sia stato possibile concedere le autorizzazioni edilizie. Vogliamo chiarezza perchè non tutti pensano sia meglio fare delle partitelle di calcio proprio lì, dove sorgeva la culla della civiltà salentina».
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SERVIZIO AGENZIA STAMPA NAZIONALE ADNKRONOS in data 2 gennaio 2012
"QUI DA NOI CI SONO TANTE NECROPOLI, MA NON VENGONO VALORIZZATE"
(Adnkronos) - Il sindaco manifesta "perplessità" sul clamore che intorno alla vicenda si sta facendo negli ultimi tempi, Una sorpresa forse dovuta al fatto che "a Oria ci sono molte necropoli", spiega. "Certamente è una fortuna averne", precisa Pomarico che, per sottolineare la mancata valorizzazione delle aree archeologiche, cita due casi di necropoli scoperte nel centro cittadino. In un caso venne trovata in un’area a fianco al palazzo comunale dove stava per realizzarsi, grazie a cospicui finanziamenti statali, la nuova caserma dei carabinieri. Non appena furono trovate le tombe, anche queste dello stesso periodo di quelle del Monastero, i lavori furono bloccati ma neanche l’area archeologica è stata valorizzata.
"E così non si è più realizzata la caserma con grave danno per la città - aggiunge Pomarico - e al suo posto c'è un cumulo di pietre non fruibili. Ma io sto lavorando per rilanciare quel sito", spiega. Più di recente, in piazza Manfredi, "ci sono stati lavori di ristrutturazione delle chianche, è stata scoperta una tomba molto interessante ma, d’intesa con la Soprintendenza, è stata ricoperta". Il sindaco insiste sulla questione della necessità della valorizzazione di questi siti. "La necropoli del monastero è una struttura privata - evidenzia - ed è il privato, in questo caso la Curia, che doveva decidere se tenersi quel sito con il rischio poi che non si realizzasse nulla o se costruire opere utili alla collettività. Io so che la Soprintendenza è andata molte volte a fare ispezioni su quell’area per valutare. Alla fine hanno deciso di fare il campetto di calcio dove mi risulta vadano molti bambini. E poi anche se la Curia si teneva quel cumulo di pietre, la domanda è: per farne cosa? Occorreva fare un progetto ma, dal momento in cui sono state scoperte a quando si sono conclusi i lavori, nessuno si è interessato o ha fatto una proposta, nemmeno gli enti pubblici".

(segue)

(Pas/Ct/Adnkronos) 02-GEN-12 19:02

E' POLEMICA SULLA STRUTTURA SPORTIVA COSTRUITA NEL CORTILE DI UN ANTICO MONASTERO

Brindisi, 2 gen. (Adnkronos) - "Secondo me c'è stato troppo rumore su questa vicenda. La politica poi non c'entra nulla". Così all’ADNKRONOS il sindaco di Oria, in provincia di Brindisi, Cosimo Pomarico, chiude la polemica sul campo di calcetto costruito su una antica necropoli messapica del IV-III secolo avanti Cristo, all’interno delle mura di un monastero del 1700 in pieno centro cittadino.
La proprietà dell’area è della curia vescovile della cittadina federiciana ma, ovviamente, quando si tratta di beni archeologici,l’interesse è pubblico. I lavori cominciarono nell’inverno del 2002 e terminarono forse nel 2003-2004. Per entrare in funzione il campo di calcetto e un’altra struttura sportiva annessa ci hanno messo altri anni. La questione delle circa 15 tombe comprendenti, a quanto pare, preziosi corredi funerari, sembrava dimenticata ma è riemersa grazie anche a un esposto-denuncia presentato alla Procura dall’attivismo di un blog gestito da un ispettore di Polizia in congedo.

"La legge separa la responsabilità della politica da quella dei dirigenti - specifica Pomarico che guida il Comune da sette mesi - la politica non ha una grande titolarità su questa questione. La competenza è della Soprintendenza e degli organi preposti. Si tratta di un’area privata che appartiene al Vescovado e al seminario. All’epoca ero assessore in giunta - ricorda il primo cittadino - ma certamente la parte politica non è stata coinvolta, probabilmente quella dirigenziale". (segue)

(Pas/Ct/Adnkronos) 02-GEN-12 19:02

ARPA, 300 METRI CUBI DI ROCCE SBANCATE - IL SINDACO, NON MI RISULTA

(Adnkronos) - "Il nostro obiettivo - prosegue Arpa - non è quello di punire qualcuno ma di evidenziare i responsabili a futura memoria per evitare scempi come quelli purtroppo accaduti ai danni del nostro famoso Castello dove sono state spostate colonne e muretti medievali e per i quali sono indagate otto persone tra di loro quattro funzionari della Soprintendenza e un ex dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune. Il monumento è stato sequestrato e proprio il sindaco è stato nominato custode giudiziale".

Teoricamente si potrebbero recuperare le tombe? "Se si può fare, a me va bene - risponde il sindaco Pomarico - perchè io lavoro per rilanciare il turismo e sarebbe mio interesse accrescere il numero dei luoghi fruibili dai visitatori. La nostra economia si basa essenzialmente su questo".

E invece secondo Arpa quelle tombe sono state completamente distrutte: "ben 300 metri cubi di rocce sono stati sbancati", dice. "Un vero e proprio scempio. Lo dimostra il fatto che il campetto si trova a un livello più basso di quello delle tombe. Ci devono spiegare quello che è realmente accaduto. Il sindaco Pomarico sa quello che è successo come lo sanno il sindaco dell’epoca e gli altri politici, parte dei quali sono ancora oggi al potere". "A me risulta che la necropoli è stata riempita e coperta ma non distrutta", replica il primo cittadino. (segue)

(Pas/Ct/Adnkronos) 02-GEN-12 19:02

L'ANIMATORE DEL BLOG, L’AREA E’ SOTTOPOSTA A VINCOLO DAL 1998

(Adnkronos) - In totale contrasto la posizione di Franco Arpa, ispettore di polizia in pensione, e animatore del blog più seguito nella cittadina e dal territorio www.arpa-oria.com che già da alcuni anni sta ingaggiando battaglie su questa e altre vicende. "Lì non avrebbe proprio potuto sorgere un campo di calcetto - spiega - poichè la zona è sottoposta a un decreto di vincolo paesaggistico, ambientale, archeologico fin dal 1998, emesso dall’allora ministro dei Beni Culturali Bordon. E poi appellarsi alla natura privata di quell’area, come fa il sindaco, è sbagliato perchè i beni archeologici diventano di interesse pubblico".
"Fin dal 2008 - aggiunge - siamo impegnati su questa vicenda. Speravamo, anche sulla base di un esposto che è stato presentato a titolo personale da un funzionario della Soprintendenza, che venisse attivata un’azione della magistratura". (segue)

(Pas/Ct/Adnkronos) 02-GEN-12 19:02
PRONTI A CHIEDERE COMMISSIONE D’INCHIESTA, NASCERA' ANCHE UN COMITATO CIVICO

(Adnkronos) - Da parte sua il blogger preannuncia: "Se non ho notizie certe entro il 6 gennaio che c'è un fascicolo di inchiesta aperto sulla vicenda - afferma - iniziamo una raccolta di firme in cui si chiede una Commissione di inchiesta del Comune prevista dallo Statuto che faccia luce su tutto e un consiglio monotematico".
Nascerà anche un comitato civico. "Chiediamo al sindaco di tirare fuori le carte e il carteggio tra Curia, Soprintendenza e Comune". Per capire cioè se è vero o meno che ci fu un assenso della Soprintendenza all’intervento edilizio, in base a una presunta decadenza dell’interesse archeologico, che poi determinò il nulla osta del Comune. Quanto alle argomentazioni del sindaco sulla mancanza di proposte, Arpa si chiede: "chi avrebbe dovuto farle? La realtà è che i politici dell’epoca si sono tappati gli occhi. La scelta vera è stata quella di sbancare e di non denunciare. Nessuno ha vietato il campo di calcetto che poteva essere fatto rispettando la necropoli. Era più accettabile un abuso edilizio - afferma - piuttosto che la distruzione definitiva".

Il sindaco si dichiara "contrario a una commissione di inchiesta su una vicenda di 10 anni fa. Se qualcuno vuole procedere in altre sedi, lo faccia", conclude Pomarico.
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