venerdì 12 agosto 2011

COSA SCRISSE TINA MASSA L'ANNO SCORSO QUANDO SEPPE DEL RIFIUTO DELLA PRO LOCO DI INTITOLARE IL PALIO 2011 A MARIO DE NUZZO.

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Tina Massa, poetessa e appassionata di teatro e madre, che è un'oritana che vive da anni a Prato nel settembre 2010 scrisse una lettera aperta ai dirigenti della Pro Loco, quando seppe del rifiuto di intitolare il palio 2011 alla memoria di Mario, nel ventennale della sua morte.

La leggenda di “Oria fumosa” continua a perpetuarsi.
"Oria fumosa, ccitèra nnu vagnoni, pi qquànt’era curiosu vulìa vveti la tenzoni…". (Oria fumosa, uccisero un ragazzo, per quanto era curioso voleva vedere la tenzone, n.d.r.)
Egregi signori, figli come me e come Mario De Nuzzo, della stessa madre Oria: soltanto scriverne il nome mi emoziona e mi commuove, un timore reverenziale verso una parola senza digrammi, O R I A, che si può pronunciare anche a bocca chiusa (provate!), quasi a immortalare l’eco di un urlo insoffocabile, o la benedizione di ogni madre, o, ancora, un sospiro d’orgoglio per essere sorta ancor prima di Roma. Vanto, quest’ultimo,di tutti gli oritani, fino a quando non arrivò il castello di un re con allegata maledizione! Meditazione è d’obbligo, a questo punto, sul mio titolo. Chi è, stavolta, il re (e quale la sua corte) che osteggia così macchinosamente la richiesta di intitolare il Palio 2011 alla seconda vittima immolata al castello? Di questo, infatti, si è trattato: un ragazzo ucciso da un soldato messo a difendere il re ed i suoi miseri divertimenti, da occhi indegni…!?? Peccato che il re, la corte e tutto il resto, erano solo una messinscena, ma purtroppo, il ragazzo è morto davvero! Come davvero è inevitabile, saltando per un attimo nella vita dell’autore del delitto, rintracciare una maledizione che precorrerà i tempi: due maledizioni in una, come al supermercato! La morte di uno del popolo, che muoia giovane, innocente, con l’ultimo pensiero rivolto al tifo per il suo rione in una mascherata ideata “per stordir le genti”, o con dei sogni ancora da realizzare, non fa certo business. Disturba, magari, è fastidiosa! Il prezzo della vita varia da persona a persona, secondo canoni o gradi diversi di civiltà e rispetto, secondo le mode, le tendenze, gli interessi; la” quotazione”, insomma, fa la differenza, come in Borsa! E così tutto andò avanti come previsto... Il torneamento ebbe luogo, incontrastato, proprio secondo la regola delle leggende: realtà e fantasia.
Intanto il sangue di Mario sgorgava eterno insieme alle urla di sua madre. La leggenda si compie e si ripete, mentre Mario De Nuzzo dona già il suo Palio a Oria offrendole la propria vita.
Beh, accidenti,adesso la “quotazione” c’è. Il Palio di Mario esiste già. E allora mi domando: quale perversa ragione dovrebbe impedirne la formalizzazione con uno stendardo intitolato? Le risposte me le posso anche dare ma sono troppe e potrei persino peccare di malizia. Mi piace invece pensare che ragione non ne vedo io e nemmeno voi, e che Mario De Nuzzo entrerà finalmente in quel campo, senza pagare il biglietto, con il suo Palio.]
Tina Massa
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