«Ci sono volute oltre 2200 giornate di lavoro di restauro, perché la struttura era veramente al collasso, ora però finalmente abbiamo realizzato questo che era davvero un sogno!».
A parlare è Giuseppe Romanin (nella foto insieme all'architetto Severino Orsan che ha curato il restauro), l'imprenditore veneto, sposato con una pugliese e venuto a fare affari al Sud con la Fael, ditta che produce porte blindate e la sala ricevimenti Borgo Ducale. «Il restauro è costato ben 5 milioni di euro e abbiamo fatto tutto senza alcun contributo di denaro pubblico. Vogliamo che il nuovo castello di Oria rispetti in pieno la tradizione, ciò che è stato e ciò che significa per la gente del posto. Di certo non diventerà una banale sala per ricevimenti, anche perché abbiamo a soli 30 chilometri di distanza una struttura che fa la stessa cosa, Borgo Ducale, sarebbe assurdo quindi farci concorrenza! Pensiamo più a convegni ed eventi culturali in generale che possano arricchire la comunità.
Per farlo abbiamo reso fruibile anche quella zona che prima era interdetta al pubblico perché residenza privata. Anche l'accatastamento è cambiato: da dimora privata ad attività economica. Cosa mi ha spinto in questa impresa? Beh, per essere un castello originale, 8 milioni di euro non sono poi così tanti, se pensiamo che ci sono ville in Sardegna che costano molto di più! Anche ristrutturarlo e rivenderlo poteva essere un'attività fruttuosa. Ma non è quello che intendiamo fare, perché è come se la storia che si respira qui ci sia entrata dentro... Alla sera ho quasi difficoltà a tornare nella mia casa a Brindisi, vorrei rimanere qui. Questo è un castello vero, non qualcosa che vi assomiglia. La passione mi ha spinto a fare questo passo, ora che il sogno si è avverato, io posso uscire di scena. Castel d'Oria è infatti un regalo che ho fatto a mia figlia Emanuela, sarà lei a gestirlo e ad occuparsene d'ora in poi». (Fonte: Nuovo Quotidiano di Puglia del 9 nov. 2010)
A parlare è Giuseppe Romanin (nella foto insieme all'architetto Severino Orsan che ha curato il restauro), l'imprenditore veneto, sposato con una pugliese e venuto a fare affari al Sud con la Fael, ditta che produce porte blindate e la sala ricevimenti Borgo Ducale. «Il restauro è costato ben 5 milioni di euro e abbiamo fatto tutto senza alcun contributo di denaro pubblico. Vogliamo che il nuovo castello di Oria rispetti in pieno la tradizione, ciò che è stato e ciò che significa per la gente del posto. Di certo non diventerà una banale sala per ricevimenti, anche perché abbiamo a soli 30 chilometri di distanza una struttura che fa la stessa cosa, Borgo Ducale, sarebbe assurdo quindi farci concorrenza! Pensiamo più a convegni ed eventi culturali in generale che possano arricchire la comunità.
Per farlo abbiamo reso fruibile anche quella zona che prima era interdetta al pubblico perché residenza privata. Anche l'accatastamento è cambiato: da dimora privata ad attività economica. Cosa mi ha spinto in questa impresa? Beh, per essere un castello originale, 8 milioni di euro non sono poi così tanti, se pensiamo che ci sono ville in Sardegna che costano molto di più! Anche ristrutturarlo e rivenderlo poteva essere un'attività fruttuosa. Ma non è quello che intendiamo fare, perché è come se la storia che si respira qui ci sia entrata dentro... Alla sera ho quasi difficoltà a tornare nella mia casa a Brindisi, vorrei rimanere qui. Questo è un castello vero, non qualcosa che vi assomiglia. La passione mi ha spinto a fare questo passo, ora che il sogno si è avverato, io posso uscire di scena. Castel d'Oria è infatti un regalo che ho fatto a mia figlia Emanuela, sarà lei a gestirlo e ad occuparsene d'ora in poi». (Fonte: Nuovo Quotidiano di Puglia del 9 nov. 2010)