ti scrivo la prisente per farti sapere che io no mi la passo tanto bene, come spero anche di te. Devi sapere che urtimamente sto soffrendo di problemi alla ghianda de la prostrata. Sapessi Franco che fastitio causa questa cazzatora ti malatia. La notte mi debbo alzare dal lietto per andare a orrinare di continuo, tanto che sbanto anche moglierima, la quale proprio aieri notte mi ha detto: “Ué Ntunù! No ti faci n’agghiu e ti ttacchi nu pappacallu a sta ciola, ah… pi la marangia ca no mi faci chiutiri uecchi mancu a mei!” Questo di notte, di giorno se esco devo tornare mediatamente a casa per fare un bisogno piccolo, perché dove la quale devi sapere che io mi mento a vergogna di andare in altri posti, anche pecché temo di cchiapparmi una malatia venarrea.Devi sapere che me ne vulo ti capo quando mi coglionano per questa soggezione. Puro canatoma Roccu si ha preso la pizzicata, mi ha detto che io forse ho sballiato quanno ero dolescende a non avermi autoerotizzato per armeno 5 vote a settimana, che dove la quale ha letto un articolo che ai scritto tu sobbra INTRANIENTI che nella Merica hanno scoperto che taccossì alli mascoli no si ngrossa la castagna della prostrata. E io gli sono risposto che si doveva fare i cassi sua pecchè so io cosa sono fatto quanno ero vagnoni e di certo no lo posso contare a iddu ca eti fratello a moglierima. Bene cambiamo discorso. Devi sapere amico mio che la settimana passata io e moglierima abbiamo andati a Milano, che dove la quale nostra figlia Galerana ha dato la tesa per la laura in Spigologia alla Noversità del Bon Boccone, prendendo il voto più alto 110 e lota, che mi devi credere, coccia allu cori, non sono capito che caputiagghiu significa la lota. Abbiamo viaggiati in treno Intercito Crotone-Milano che noi abbiamo pigliato a Taranto, dove ci ha compagnato con la macchina scioscettima Pietro Jammatiristucciu. Ci siamo ssittati in uno scompartimento dove vi stava una famiglia di calabresi che andavano a Legnano per il giuramento del figlio bersalliere. Alla veramente siamo fatti subbuto amicizia con queste persone e una certa ora abbiamo tirato il mangiare fuori dalle valigge e siamo principiati a sganasciare. No ti dico come ci siamo cunzati caro Franco, assaggia questo, assaggia quello, na marangiana sott’ollio, un po’ di puccia coll’aulive dentro, una carciofa fritta, un bicchiere ti primatiu, na purpetta. No ti dico quanno poi la signora calabrese ha tirato fuori la soppressata co INTRANIENTI che con una fava si cchiappano due palummi e si risolve la quistione! Mah, io alla veramenti non sono capito niente.
Bbé statti buenu. Saluti mia e di moglierima.
Affettatamente, tuo amico Ntunucciu Ntramalonga.