martedì 7 ottobre 2008

Verità, mistero o bufala giornalistica?

Dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 07.10.2008. La notizia è di quelle «top secret». Nessuno conferma. Anzi, più di qualcuno smentisce. Ma è una notizia vera, perché più di qualcuno - l'altro giorno ad Oria -ha notato strani movimenti intorno alla caserma dei carabinieri, dove poi sono intervenuti addirittura gli artificieri per far brillare una rudimentale bomba collocata sul terrazzo dell'abitazione appena acquistata dall'ex comandante dell'Arma della stazione di Oria: il maresciallo Francesco Galati. Il sottufficiale, che da qualche mese presta servizio al Comando provinciale, non avrebbe subito minacce o altri tipi di intimidazione al di là di quelli «normali» relativi alla mansione di comandante, che Galati ha svolto per oltre dieci anni ad Oria. Anche per questo, la vicenda sembra avvolta nel mistero e non sarà facile riuscire a capire cosa sia esattamente avvenuto e perché qualcuno ha voluto lanciare un preciso avvertimento al carabiniere. Di certo, sulla vicenda è stata avviata un'inchiesta della Procura, ma anche l'Arma intende chiarire ogni aspetto di questo inquietante episodio. Stando ad una prima ricostruzione dei fatti, sabato scorso il maresciallo Galati e il proprietario della casa appena acquistata dal sottufficiale stavano effettuando un sopralluogo nell'abitazione, che si trova a poche decine di metri dalla stazione dei carabinieri di via Frascata, ossia nella zona degli uffici sanitari. Il maresciallo Galati e l'ormai ex proprietario della nuova abitazione del sottufficiale si sono recati anche sul terrazzo e qui avrebbero fatto la scoperta dell'ordigno. L'occhio esperto del militare dell'Arma è bastato per rendersi conto della situazione di pericolo e ovviamente ha subito fatto scattare l'allarme. Nel giro di pochi minuti la zona è stata transennata per evitare che qualcuno si avvicinasse all'immobile. Anche chi abita nella zona è stato invitato momentaneamente ad allontanarsi. Intanto, gli artificieri si sono avvicinati con grande cautela all'ordigno, che hanno poi provveduto a far brillare. Sulla vicenda, come si diceva, regna il più stretto riserbo. Gli stessi carabinieri negano che sia accaduto qualcosa ad Oria negli ultimi giorni. La sensazione è che gli investigatori siano molto vicini alla risoluzione del giallo, che potrebbe riservare anche clamorose sorprese. Il maresciallo Francesco Galati, originario del Leccese, è stato per molti anni alla guida della caserma dei carabinieri di Oria. Solo qualche mese addietro è stato trasferito al Comando provinciale, dove svolge mansioni diverse rispetto a quelle a cui era stato destinato in precedenza. Il maresciallo ha preferito restare ad Oria con la sua famiglia, tanto da aver deciso di acquistare un appartamento proprio nella zona dove si trova la caserma e dove di fatto ha abitato utilizzando l'alloggio di servizio. Attualmente, però, abita in una casa presa in affitto con l’intenzione di trasferirsi al più presto nella nuova abitazione. Proprio in vista del trasferimento Galati ha effettuato il sopralluogo con l'ex padrone di casa per curare gli ultimi dettagli. Un sopralluogo che è stato davvero importante per evitare ogni tipo di problema legato all’ordigno che qualcuno aveva collocato sul terrazzo. Non è stato possibile capire che tipo di danni avrebbe provocato un'eventuale esplosione. Di certo, ad Oria sono arrivati gli artificieri proprio per evitare che la bomba potesse esplodere. Indaga la Procura e indagano anche gli stessi colleghi del sottufficiale per cercare di capire chi abbia potuto collocare lì l'ordigno con il chiaro intento di lanciare un preciso avvertimento al militare dell'Arma. Si cerca di capire se l'episodio sia da collegare all'attività professionale del maresciallo Galati o alla sfera privata. Anche dal Comando provinciale, oltre che dalla Compagnia di Francavilla, sono arrivate richieste di informazioni sull'accaduto. - IL PRECEDENTE Nel mirino finì il comandante dei vigili urbani • Il 19 marzo del 1994 un altro «comandante» era stato preso di mira ad Oria. Ad Emilio Dell'Aquila (all’epoca tenente e oggi capitano dei vigili urbani con funzioni di comandante) andò decisamente peggio. La bomba esplose e i danni furono davvero ingenti. La villa in campagna dell'ufficiale della Polizia municipale fu praticamente rasa al suolo dalla potente deflagrazione. Fu lo stesso comandante a recarsi per primo sul luogo, quando scattò l'allarme proprio a causa del gravissimo attentato sul quale non è mai stata fatta piena luce, malgrado le inchieste avviate. L'unica conclusione a cui giunsero in Procura è che si trattò di un attentato legato all'attività professionale di Dell'Aquila. Gli autori, però, rimasero sconosciuti malgrado i tanti sospetti che all'epoca nutrivano gli inquirenti.
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