martedì 29 luglio 2008

COMUNICATO DI ELISEO ZANZARELLI

POCHE PRECISAZIONI RIGUARDO LA RETTIFICA A ME INDIRIZZATA DA PARTE DELL’AMMINISTRAZIONE
Non essendo abituato, né piacendomi, utilizzare un mezzo di comunicazione di massa quale il giornale per cui mi onoro di scrivere (Senzacolonne) per esprimere il mio pensiero privato, mi sia concesso spendere qualche riga pubblica, proprio sui mezzi di diffusione e divulgazione entrati nel mirino questo periodo, per poter chiarire quale sia la mia opinione sulla questione blog, che mio malgrado ha finito per trovarmi coinvolto grazie o, meglio, a causa, di un articolo parso ostile a chi amministra questa splendida ma difficile cittadina. L’amministrazione comunale ha messo on-line, sul proprio sito ufficiale, un comunicato in cui “spiega” meglio l’operazione, chiamiamola così, “blog sicuri”, che tanto fa discutere in questi giorni. Un comunicato in cui si pretende di rivelare la verità assoluta riguardo la questione e che invece è zeppo di falle, così come gli atti con cui si affida all’avvocato Annicchiarico il compito di tenere sotto controllo le pubblicazioni in internet. Mi permetto di far notare, punto per punto, la maniera, a mio, e non solo mio, avviso, discutibile, con cui chi governa questa città tenta di far passare dalla parte del torto chi ha ragione, ragione documentata e documentabile, e dalla parte della ragione chi essa non ha affatto. Solo qualche punto-spunto di riflessione.

Punto 1. Non è vero (formula familiare ai diretti interessati) che l’articolo 53 del decreto legislativo 165/2001 preveda la sola trasmissione al Ministero degli incarichi conferiti ai dipendenti del Comune. Il comma 14 del medesimo articolo, infatti, verso la fine, recita così: “sono altresì tenute (il riferimento è alle pubbliche amministrazioni) a comunicare semestralmente l’elenco dei collaboratori esterni e dei soggetti cui sono stati affidati incarichi di consulenza, con l’indicazione della ragione dell’incarico e dell’ammontare dei compensi corrisposti”. Ciò, combinato con il disposto del successivo comma 15, conferma che l’amministrazione non potrebbe, ma continua a farlo, conferire incarichi esterni: “Le amministrazioni che omettono gli adempimenti di cui ai commi da 11 a 14 non possono conferire nuovi incarichi fino a quando non adempiono”, recita nella prima parte il comma citato.
Espressioni quali “probabilmente non esperto nella materia giuridica” o, solo dopo correzione, “nella probabile ignoranza della normativa”, rivolte al sottoscritto, di certo non paiono appropriate quando chi ne faccia uso risulti palesemente nella cosiddetta “ignorantia legis”, che, come ben sapranno gli esperti di cui l’amministrazione si fregia e può avvalersi – ma di cui, quasi di sicuro, si suppone e spera, in questa occasione non si sarà avvalsa -, “non excusat”. Ignorantia legis non excusat - ossia non conoscere o ignorare la normativa non scusa, non perdona -, uno dei primi rudimenti che uno studente in materie giuridiche apprende non appena iscritto all’Università e che normalmente porta con sé anche dopo averla terminata.

Punto 2. In un passaggio del comunicato-colabrodo vi si trova questa frase: “Chiunque ne abbia motivo deve criticare l’operato di questa amministrazione, confrontandosi in ogni sede con i rappresentanti della stessa, che mai a nessuno ed in nessuna sede (anche su internet) hanno negato il dialogo, il chiarimento e il contraddittorio”. Non è vero. A parte tutte le volte in cui il sindaco, contattato da “certa stampa”, si è dichiarato indisponibile a dire la sua e si è trincerato dietro un seccato “no comment”, è sufficiente un solo esempio a smentire quel “mai a nessuno ed in nessuna sede”. Il riferimento al consiglio-lampo di qualche tempo fa viene spontaneo: anche lì ci fu apertura al dialogo ed al contraddittorio? Non saranno gli unici casi esemplificativi, i due succitati, ma sono ufficienti, ne sarebbe bastato anche uno solo, a smentire il “mai a nessuno”.

Punto 3. Non corrisponde al vero che “l’insinuante menzione (sempre per citare il comunicato) relativa alla circostanza che un consigliere di maggioranza collabori con lo studio dell’avvocato Annicchiarico” risulti totalmente irrilevante rispetto al contenuto dell’articolo.
Completezza dell’informazione, la chiamano. Consiste nel fornire ai lettori ogni dettaglio in possesso dell’estensore dell’articolo - anche se giornalista pubblicista, che male c’è? –, non solo di quelli convenienti o, peggio, ritenuti da alcuni più opportuni.
Inoltre, proprio a voler dirla tutta, se irrilevanza vi sia nello scrivere che l’incaricato è in studio assieme ad un consigliere di maggioranza (nomi e cognomi: l’avvocato Antonio Almiento, ex Udc in quanto da poco, insieme agli altri, fuori dal partito), forse più ve n’è nella parte del comunicato in cui l’amministrazione “presenta” lo stimato, ed indiscusso, professionista cui ha affidato l’incarico: “Il clamore che alcuni organi della stampa hanno voluto alimentare intorno alla vicenda relativa all’incarico legale conferito all’Avv. Pasquale Annicchiarico, conosciuto penalista e collaboratore universitario nelle facoltà di Giurisprudenza e Scienze della Formazione presso le sedi universitarie in Bari e Taranto, al fine di verificare se all’interno di alcuni siti internet (qualcuno al tempo anonimo) fosse lesa la reputazione e la pari dignità sociale degli organi dell’amministrazione comunale di Oria, nonché se fosse rispettata la normativa vigente in materia, non ha ragione d’essere”. Lunghezza del periodo a parte, che c’azzecca, direbbe qualcuno, quell’inciso in cui si accenna alle referenze del professionista? Le qualità, si ribadisce indiscusse, del legale dovrebbero forse far da scudo alle critiche mosse ad un provvedimento, esso sì, ai più parso di “dubbio gusto”? E poi, al di là di questo, quel tipo d’incarico avrebbe potuto essere assegnato a qualsiasi altro soggetto, anche con un curriculum più povero di quello dell’avvocato Annicchiarico, anche non esercitante la professione legale. Quindi, che c’azzecca? Come dire, sol perché l’incaricato è in gamba, fatto acclarato ed indiscusso, tutti zitti al posto proprio?

Punto 4. Lor signori del Palazzo, dimostrino la modalità non imparziale e comunque pregiudizievole di fare giornalismo. Dimostrino, se in grado, parzialità e pregiudizi di chi quell’articolo ha confezionato, in piena autonomia.
A meno che, come pure fatto con l’avvocato D’Amico, del quale è stata poco elegantemente scomodata finanche la signora (nomi e cognomi, l’avvocato Rita Labbro Francia, ex presidente di An orgogliosamente dimissionaria), anche qui non ci si riferisca a legami di parentela stretta, quasi che le posizioni critiche nei confronti del modo di far politica e di operare di alcuni, si ereditassero o si trasmettessero entro le mura domestiche. Ed in ogni caso, nessuno vieta al giornalista - anche ai pubblicisti, specie inferiore, chi ha da intendere intenda - di avere idee proprie, in linea o meno, rispetto ai fatti che va ad esporre nei suoi pezzi.
Dimostrino, se del caso e ove vi riuscissero, l’obbligo pendente in capo allo stesso estensore del pezzo incriminato di rivelare le sue fonti, che la normativa professionale (che strano, è la stessa anche per i giornalisti pubblicisti!) consente di tenere protette, cioè di non svelare, se non dietro richiesta di un magistrato ed in specifiche ipotesi.

Punto 5. Alcune cose, però, quel comunicato le chiarisce. Solo grazie ad esso abbiamo potuto apprendere che l’incarico conferito sarà “una tantum”, occasionale. Solo grazie ad esso si è potuto capire che gli amministratori si sono sentiti lesi da “Grande Fratello” e “Mimino’s Eleven”. Circostanze, queste, che la vaghezza obiettiva (o anche qui bisogna essere dei conoscitori eccelsi, a modo proprio, di pubblica amministrazione e diritto amministrativo per poter operare tali constatazioni?) di delibera e determina non avevano certo fatto intendere né sottintendere.

Punto 6. Scorrettezza. Il comunicato in questione indicato quale richiesta di rettifica ai sensi della legge numero 47 del 1948, quello contenente il “j’accuse” dell’attuale governo della città in danno di blogger e sottoscritto – riveduto e corretto -, prima ancora di essere inoltrato a firma del sindaco prima via fax poi via mail alla redazione del quotidiano “Senzacolonne” (su cui il pezzo era uscito il giorno precedente), è stato pubblicato on-line, sul sito Oria.info in un primo momento, addirittura sul sito istituzionale del comune (www.comune.oria.br.it) in un secondo, qui a firma dell’amministrazione tutta.

Punto 7. All’interno della nota diffusa per confutare quanto esposto nell’articolo evidentemente “scomodo”, poi propagatasi a “siti unificati” su quasi tutti i riferimenti web cittadini, l’amministrazione muove pesanti gratuite e del tutto ingiustificate illazioni all’indirizzo del sottoscritto, reo soltanto di aver documentatamente esposto un diffuso sentire, che non è escluso possa corrispondere al proprio.

Punto 8. Per la sequela di ragioni sovraesposte e per altri ordini di motivazioni ancora – di cui, se del caso, si avrà modo di discutere in separata e più appropriata sede -, il sottoscritto si riserva di intentare ogni azione esperibile a tutela di propria immagine, decoro, dignità e, non ultimo, onorabilità professionale.

Eliseo Zanzarelli, libero cittadino

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