sabato 12 luglio 2008

ALL'OMBRA DEL CASTELLO SVEVO DI ORIA (fra leggenda, storia e....superstizioni)

In questi giorni mi è capitato per le mani un piccolo opuscolo pubblicitario sulla nostra città realizzato dall'Amministrazione Comunale. All'interno fra le pochissime cose pubblicizzate (scriverò una critica a parte) si può leggere qualche cenno sul castello svevo. Si legge, fra l'altro, che è stato dichiarato Monumento Nazionale e che nel 1933 diventò proprietà della famiglia Martini Carissimo avendolo permutato con Palazzo Martini. Nessun accenno che nell'estate 2007 è stato acquistato dai coniugi Romanin-Caliandro. Sarà forse un discorso di omologazione con tante altre fonti (web e non) che continuano ad indicare la famiglia Martini Carissimo proprietaria del maniero federiciano? Forse altri al posto dei nuovi proprietari si sarebbero premurati di inviare un'opportuna nota di rettifica a tutte dette fonti (su internet se ne trovano tante...basta inserire in un motore di ricerca le parole CASTELLO DI ORIA).


Dopo questa premessa passo al nocciolo della nota che vado a proporre. Sempre su internet (http://www.italyis.com/puglia/ars_hist/castelli/15a_i.html), a proposito del castello di Oria, ho trovato questo pezzo:

"Il marchese Bonifacio grande iettatore.
Nel 1500 il marchese Bonifacio ottenne in dono il feudo da Federico d'Aragona ma non potè prendere possesso del castello per la guerra tra Francesi e Spagnoli.
Questi ultimi erano riusciti a scacciare il nemico da tutta la provincia, ma un nutrito gruppo di Francesi si era asserragliato nel castello di Oria. Dopo vari attacchi finalmente Don Pedro (presumo Capitano Pedro de Paz, NdR) riuscì ad aprire una grossa breccia nella cinta muraria della fortezza mettendo in fuga i Francesi; il marchese Bonifacio potè finalmente prendere possesso del feudo.
Ma la sfortuna lo perseguitava. Nel 1529 Carlo V pensò di regalare il feudo al suo maestro di campo, Giovanni di Urbino. Da questo momento il marchese Bonifacio sfoderò tutti i suoi poteri iettatori. Dopo un anno Giovanni di Urbino morì. Il feudo passò al monsignore di S. Giorgio, ma morì anch'egli nel giro di qualche mese.
Bonifacio si recò personalmente da Carlo V a rendere note le sue potenti "doti", chiedendo la restituzione del feudo pena qualche sinistro accidente. La cosa colpì molto l'imperatore che decise di restituire il marchesato a Bonifacio. "

Quest'articolo oltre a farci scoprire che il castello della nostra città, cinque secoli orsono, è stato posseduto da uno iettatore, ci rivela una discordanza con quanto scritto sulla brochure di cui in premessa, realizzata sotto la supervisione del nostro Assessore al Turismo. Infatti così si legge: "All'inizio del XV secolo, durante la guerra tra francesi e spagnoli, Pedro de Paz assediò Oria con 12.000 soldati e 20 pezzi di artiglieria, ma ancora una volta la rocca si rivelò inespugnabile".
Spero che qualcuno dei lettori di questo blog possa dare un contributo in merito, al fine di stabilire se il Capitano Pedro de Paz espugnò o non espugnò ............
P.S.: La foto è tratta dal sito web del Comune.
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