domenica 30 dicembre 2012

ORIA - DAL I° GENNAIO NON SARA' PIU' POSSIBILE GIOCARE A CALCETTO NEL CAMPO EX NECROPOLI MESSAPICA DISTRUTTA.



 Sono in molti a saperlo, ma tutti tacciono, tutti cadono in una sorta di omertoso silenzio collettivo, come quasi sempre accade quando trattasi di problematiche legate alla chiesa locale, ed alla Curia Vescovile in particolare.
Quel campo di calcetto  che da un pò di anni aveva preso il posto di una importantissima necropoli messapica (appositamente distrutta tramite asportazione di oltre 300 metri cubi di roccia) per ordine dell'ente proprietario (la Curia) non sarà più aperto al pubblico.
Mistero quindi sui reali motivi che hanno portato a questa decisione. Le voci e le ipotesi che circolano fra i piazzaioli sono tante, ma non ritengo opportuno farne menzione per ovvi motivi di opportunità.
Di detto campo di calcetto (e della distruzione della necropoli messapica) si è parlato tanto in quasi cinque anni, sia sul web che sulla carta stampata. Sono state tante le testate giornalistiche (anche a livello nazionale) che si sono interessate alla vicenda, ne cito una a caso: La Stampa di Torino, sul cui giornale in data 2 gennaio 2012 veniva pubblicato un ampio servizio, nel quale era evidenziata anche una interessante e coraggiosa dichiarazione del sindaco Pomarico:  «Il campetto da calcio  è utile alla comunità e ai nostri giovani che possono fare riferimento ad un centro sempre a loro disposizione. C’è una scuola calcio per i bambini molto frequentata e una palestra dove tanti ragazzi si ritrovano per tenersi in forma. Un impianto del genere non c’era in città, mentre di siti archeologici qui a Oria, ve ne sono tanti ......... Rispetto a un cumulo di terra abbandonato e non fruibile nemmeno ai turisti, avere un campo da calcetto è certamente più utile ai cittadini».
Proprio questa dichiarazione del sindaco mi fa sperare in un suo immediato e proficuo interessamento al fine di conoscere, almeno, i motivi circa la decisione di inibire l'uso del campo di calcetto alla cittadinanza oritana.
Qualcuno dirà forse "è proprietà privata e sia il Comune che i cittadini oritani non hanno diritto di ficcare il naso"!
Ovviamente ognuno è libero di pensare e dire ciò che gli pare e piace. Io la penso diversamente, in quanto, fra l'altro, la chiesa non può essere paragonata, a mio parere, ad un semplice privato, se si considera che sono tanti gli introiti derivanti da offerte, lasciti vari e otto_per_mille.
Sia ben chiaro: non intendo iniziare una battaglia contro la chiusura di quel campo di calcetto perchè utile ai cittadini (come ebbe a dichiarare il sindaco). Non lo farei mai al fine, anche, di non correre il rischio di giustificare lo scempio della necropoli messapica avvenuta nel 2002 e tanti altri scempi in danno di nostri beni culturali ad opera di gente senza scrupoli.
Mi viene da chiedere a chi di competenza se gli incassi di  questi anni, derivanti dalle partite a calcetto a pagamento, sono stati sufficienti a coprire le spese per realizzare detta struttura, se si considera che non sarà stato certamente uno scherzo sbancare oltre 300 metri cubi di roccia e trasportare altrove i detriti. In verità sul sito web dei laici italiani  è riportata un'interessante ipotesi: [Un risvolto collegabile alla realizzazione della struttura sportiva è quello del finanziamento totale a fondo perduto erogato dalla Regione Puglia, al tempo dell'ex-presidente ed ex-ministro, Raffaele Fitto. Denunce laiche e rimostranze da parte di Comuni hanno convinto la giunta Vendola a dettagliare documentazione e procedure per avanzare la richiesta di finanziamento, riducendolo al 50%. Le vie della laicità non finiscono mai].
Concludo col mio solito tormentone: Sapremo mai tutta la verità su ciò che accadde allora? Arriverà un giorno che un vescovo di Oria farà un mea culpa?
Una cosa è certa: in molti hanno la coscienza sporca e lo dimostra il fatto che ogni tanto, a mezzo di posta elettronica,  mi arrivano delle richieste strane da parte di persone che si dichiarano più o meno interessate al caso, tentando di carpire dettagli inediti in mio possesso, in ordine anche ad eventuali inchieste da parte della magistratura, di mia conoscenza.

Qualche mese fa mi è finanche pervenuta  una mail inviatami da un signore che dichiarava essere figlio della defunta archeologa D/ssa Maruggi.
Ho motivo di ritenere che trattavasi di un falso, in quanto ho provato a ricontattare il mittente, senza ottenere mai alcun cenno di risposta.
Il contenuto della lettera, a mio parere, era interessante e nel contempo commovente:
[ Gentilissimo Signore, 
chi vi scrive è il figlio minore della dottoressa Maruggi. Cercando un pò su internet notizie su madre, mi son imbattuto sugli articoli da lei scritti riguardo gli scempi perpetrati a Oria, dei quali qualcuno ha additato le cause a un via libera verbale concesso da mia madre. Sono indignato! Fu la stessa amministrazione comunale a concedere a mia madre, ormai gravemente malata, un riconoscimento per il lavoro svolto per la città; mia madre ha trascorso e dedicato ogni momento della sua vita all'archeologia, difendendo quello che interessi privati e politici volevano distruggere o insabbiare! Mi son venute le lacrime agli occhi leggendo quello che è accaduto, ricordando mia madre negli ultimi istanti di vita, riportando alla mente i momenti in cui si vestiva nelle fredde giornate invernali per andare personalmente a dirigere gli scavi ad Oria. La prego, mi può spiegare dettagliatamente cosa è realmente successo e se qualcuno è stato condannato per ciò che ha insinuato? Se ci sarà da protestare contro il Comune, contro la Chiesa, contro chiunque, lo farò, in memoria della persona che più stimo e che più meritava di esser stimata, mia madre. La ringrazio e mi scuso per il disturbo. Prof. Stefano Gianfreda]

Concludo col dire che sinceramente sono rimasto deluso dell'operato di alcuni consiglieri comunali di minoranza che nel corso del 2012 si sono interessati al caso.
Fra l'altro aspetto ancora di conoscere i risvolti e/o le conseguenze di una recente dichiarazione del consigliere Angelo Mazza: [Il documento che non mi è stato consegnato è una informativa alla Procura della Repubblica dell’allora comandante della Polizia Municipale Guido: un documento chiave secondo qualcuno. Un fatto però è certo: mi devono mettere per iscritto chi (e quando) si è presentato negli uffici comunali per prelevare la documentazione.]
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