lunedì 24 dicembre 2012

ORIA - DICO NO ALLA CAMPAGNA INTIMIDATORIA.......

Premesso che la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 Dicembre 1948, all'articolo 19 recita:
 [Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.]

Siccome per indole non mi piace fare la parte delle famose tre scimmie (non vedo, non sento, non parlo) ed in relazione al contenuto del post precedente parteggio apertamente per Eliseo Zanzarelli, vittima di turno del sindaco di Oria, in quella che è ormai una chiara campagna intimidatoria nei confronti di coloro che "osano" dire e/o scrivere qualcosa che, a suo parere, attenti al suo onore e decoro, ho deciso di pubblicare su questo mio "muro virtuale" l'articolo che ha dato la stura alla querela, classificata come "atto dovuto" dal medesimo Pomarico, il quale chissà ... potrebbe querelare anche me, visto che lo ha già fatto due mesi addietro.


[ABUSI EDILIZI E DENUNCE INCROCIATE: ordinanza di demolizione per il nipote del sindaco. (articolo tratto dal n.26 del periodico Lo Strillone).
 Qualche giorno addietro, come riportato su Lo Strillone online, da un ordinario sopralluogo edilizio era nato qualcosa di simile a un putiferio politico-amministrativo, con tanto di denunce alla
Procura per presunte omissioni commesse dai controllori: due vigili urbani e un tecnico comunale. Ci sarebbe una relazione tardiva consegnata da due agenti e un geometra dell'Utc, che potrebbero aver chiuso un occhio, o tutti e sei, prima di ipotizzare - ed è tutto da dimostrare -che più di qualcosa non fosse in regola. Destinatario del controllo, un nipote del sindaco Cosimo Pomarico, F. D., che nel silenzio generale avrebbe commesso diversi abusi in contrada Lamia, dove possiede un terreno agricolo. L'ordinanza di demolizione, con il dettaglio delle opere realizzate senza autorizzazione o in modo difforme rispetto ai permessi, è comparsa per pochissimo tempo sull'albo pretorio online, ma eccola qui. L'Ufficio tecnico, diretto dall'ingegner Lorenzo Lacorte, dopo i rilievi mossi dalla Polizia municipale, dispone il ripristino dei luoghi e l'abbattimento di: un locale deposito attrezzi agricoli della superficie coperta di 40 metri quadri, altezza interna di 2,5 metri, realizzata con muratura portante in conci di tufo a un paramento e copertura precaria con lastre in eternit, in assenza di permesso di costruire; un deposito a piano terra di 10,2 metri quadri, oltre a una veranda antistante dell'altezza di 2,3 metri, della superficie utile di 6,03 metri quadri, difforme da quanto autorizzato rispetto alla denuncia di inizio attività del 20 marzo 2000; un vano destinato a caldaia a piano terra di 3 metri quadri, realizzato con muratura in conci di tufo e copertura con solare latero-cementizio e altezza utile di 2 metri, autorizzata con la Dia di cui sopra, ma con destinazione a forno; porzioni di fabbricato per civile abitazione, realizzate in ampliamento e in totale difformità dalla concessione edilizia numero 123 rilasciata in data 30 dicembre 1998 alla signora C. C., composte da: un piano seminterrato a uso tavernetta avente superficie coperta di circa 80 metri quadri, con altezza interna di 2,3 metri, utilizzata come tavernetta, ma autorizzata in parte come garage e in parte a cisterna; un piano terra destinato ad abitazione avente superficie coperta di 80 metri quadri circa e altezza interna di 2,95 metri; una veranda realizzata con pilastri e copertura in legno della superficie complessiva di circa 50 metri quadri, impermeabilizzata con tegole, in assenza del permesso di costruire; una piscina di forma rettangolare delle dimensioni di 10 per 5 metri e con la profondità massima di 1,3 metri, in assenza di autorizzazione. «Tutto il fabbricato - si legge nell'atto - si trova finito e abitato già da molti anni ed è provvisto di tutti gli impianti tecnologici e quant'altro necessario per essere agibile». Questo, dunque, l'oggetto del dibattere, che continua ancora oggi a palazzo di città, posto che sono tutte ancora da accertare le eventuali responsabilità del caso, sia per quanto concerne il nipote del sindaco, sia per quanto concerne i vigili - *********** - e il tecnico comunale - ****** -, i cui ritardi sono stati segnalati alla Procura della Repubblica dal comandante della Polizia municipale. Certo è che qualora dovessero sussistere - cosa interamente da dimostrare - abusi, omissioni e compiacenze, ci si troverebbe in presenza di fatti gravi e preoccupanti, anche e soprattutto in considerazione delle personalità coinvolte, (e.z.)]
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