venerdì 12 novembre 2010

La storia del castello di Oria fino al 1936. (a cura dell'insigne letterato e storico B.P. Marsella)

Ricordate nei giorni scorsi quando in un post vi ho accennato ad un documento sul castello di Oria?
Mi riferivo a questo articolo pubblicato sulla Rivista Rinascenza Salentina nell'anno 1936 a cura di Barsanofio Pasquale Marsella. Sono ben 16 pagine dedicate al castello svevo, dalle sue origini fino al dopo restauro eseguito subito dopo la venuta in possesso da parte della famiglia Martini-Carissimo, in cambio di Palazzo Martini che diventò sede podestarile e successivamente sede municipale fino a qualche decennio fa.
Chi era B.P. Marsella? Sul sito internet del Comune nella sezione "Uomini illustri" non troviamo nessuna traccia. Sullo stesso sito troviamo una pagina web avente titolo: "Il Fante Glorioso e vittorioso: il Monumento ai caduti di Oria" a cura della d/ssa Maria Fontana Solazzo (se non ricordo male francavillese ... che in alcuni periodi ha lavorato presso il Comune di Oria) la quale (mancando, a mio parere, un tantino di rispetto alla figura di un illustre personaggio) così scrive:
[Gli oritani residenti fuori dal comune contribuirono con vari oboli alla realizzazione del monumento, anche con modeste offerte "quale contributo di filiale amore verso il paese natio e di commossa riconoscenza verso i prodi suoi figli che s'immolarono per la più Grande Italia". Tra questi ultimi ricordiamo un tale Barsanofio Marsella residente a Roma che sulla cedola del vaglia così scriveva al Podestà Don Rocco Greco:"La tripolina Pina Elda Bona e il romano Enzo Gino Corrado vuotano i loro salvadanai modestissimi per concorrere con il loro babbo Barsanofio Pasquale Marsella e la loro mamma Maria Cristina al monumento che Oria erigerà in memoria dei morti durante la gloriosa ultima guerra d'Italia! Caro Don Rocco gradisci la povera ma cordiale offerta mia e dei miei. Ti ringrazio del lusinghiero invito che mi rende più forte e superbo cittadino oritano".]
Per meglio capire chi era B.P. Marsella, dobbiamo quindi affidarci (come tante altre volte in passato) al bellissimo libro sulla toponomastica " ORIA. Strade vecchie, nomi nuovi; strade nuove, nomi vecchi". Riusciamo quindi a scoprire che esiste ad Oria una via che reca tal nome (esattamente alle spalle del palazzetto dello sport), segno evidente che il Marsella era qualcuno e non un semplice TALE!
La strada è dedicata ad un illustre concittadino che, per sua scelta, passò la maggior parte della vita lontano dalla città natia. Nonostante i lunghi anni di lontananza, però, Barsanofio Pasquale Marsella non staccò mai del tutto il cordone ombelicale che lo teneva legato alla sua Oria: quasi tutte le sue fatiche di scrittore sono dedicate alla sua Città, conservò per tutta la vita i rapporti con gli amici oritani della giovinezza e con i parenti, donò, infine, alla Biblioteca comunale i suoi libri e i suoi manoscritti. Barsanofio Pasquale Marsella nacque ad Oria il 20 agosto del 1880 da Vincenzo e da Giuseppa Cozzetto. Come chiunque, a quei tempi, avesse voluto continuare gli studi dopo le Elementari, anche il Marsella entrò in Seminario; compiuti gli studi medi e superiori, venne ordinato Sacerdote. Ben presto mise in atto un progetto innovativo dando vita ad un oratorio, o meglio un ricreatorio come don Pasquale lo aveva denominato, nei locali dell'ex convento di San Pasquale. Ma, ad un tratto, la vocazione venne meno e, come diceva il nostro popolo, si spogliò. Smise, cioè, di essere prete e tornò allo stato laicale, non, però, nella sua Città. Fu costretto così ad emigrare, non per lavoro, ma per quel pregiudizio sociale che considerava lo spretato un soggetto da emarginare. Si stabilì a Roma dove alternò al suo lavoro di funzionario delle Ferrovie un'intensa attività di studioso della storia patria. Cominciò così a pubblicare un notevole numero di lavori su Oria e la sua storia. Una delle prime opere che pubblicò, che è poi quella che lo fece maggiormente conoscere ed apprezzare, fu i “Ricordi storici di Oria messapica”, stampata a Roma nel 1934. Pur se pubblicata parecchi anni dopo la partenza dalla città natia, è ragionevole ipotizzare che il lavoro preparatorio sia stato realizzato dal Marsella quando ancora risiedeva ad Oria. Nell'opera non mancano spunti originali, ma la maggior parte delle notizie è tratta dagli storiografi oritani dei secoli passati: è lo stesso autore che lo ammette nell'introduzione: ho compendiato questi Ricordi storici di Oria Messapica desumendoli, in gran parte, dagli scritti di illustri concittadini che ci lasciarono memorie o storie o fortune di Oria. Il Marsella precisa in seguito che si riferisce alle opere di M. Pagano, di D. Albanese e di G. Papatodero oltre che a quelle di Q. M. Corrado che non scrisse, veramente, alcun trattato storico su Oria; ma nelle sue lettere e orazioni ne rievocò spesso la gloria millenaria. Nel 1936 pubblica, in Rinascenza Salentina, Il Castello Svevo di Oria. Nel 1943 escono il lavoro su G. B. Bonifacio e le Tavole sinottiche dei vescovi oritani. Dopo qualche anno viene alla luce quella che fu una delle opere che dimostra la lungimiranza e la modernità delle idee del Marsella: è la Guida della Città di Oria che, pur se sintesi dell'opera precedente, è una vera e propria guida turistica della Città, concepita e diffusa in anni in cui ad Oria ben pochi conoscevano il significato della parola turismo. Continua costante lo studio del Marsella sulla storia della sua Città e continuano ad essere pubblicati suoi studi e contributi; scrive anche una tragedia ed anche in questo genere letterario la protagonista è sempre la sua amatissima Oria: si tratta di “Oria fumosa”. Nel 1951 da alle stampe un'opera che si discosta del tutto dal filone storico: si tratta di "Enzo mio figlio" (epicedio). E' una toccante operetta scritta in occasione della traslazione, da Fiume a Roma, della salma del figlio Enzo Gino Corrado morto in Croazia il 2 luglio del 1942. E' una straziante biografia dell'unico figlio maschio morto a soli venti anni ucciso in combattimento a Licko Lesce da un cecchino croato. Continua costante lo studio del Marsella sulla storia della sua Città e continuano ad essere pubblicati suoi lavori e contributi; nel 1952 vede la luce quello che lui stesso dice essere l'ultimo sacrificio che compio per la città natia e, forse, il suo lavoro più originale che affronta un argomento da sempre trascurato dagli storiografi oritani, gli ebrei in Oria, "Da Oria viene la parola di Dio". In realtà il manoscritto era stato chiuso già nel lontano 1939 e doveva essere pubblicato sulla rivista Religio diretta da E. Bonaiuti, ma la rivista fu soppressa e il manoscritto venne restituito all'autore nel 1946. Nonostante la lontananza, P. Marsella continuò per tutta la vita ad avere rapporti con gli amici di Oria e del Salento: collaborò, infatti, ad alcune riviste a diffusione regionale, si fece promotore di iniziative e venne consultato per la sua conoscenza della storia di Oria. Morì a Roma il 23 gennaio del 1973.
Tutti coloro che l'avevano conosciuto continuarono a chiamarlo assai affettuosamente, a seconda della lingua parlata, o Papa Pascali o Don Pasquale Marsella.
Fu Marsella, nel 1952, a proporre all' Amministrazione di onorare il Capitano Orlando Di Tommaso, nonchè a dettare le parole per la lapide e scrivere il discorso commemorativo.
Nel 1963 in una lettera di ringraziamento al Sindaco e al Consiglio Comunale che lo avevano nominato membro onorario della Commissione Toponomastica porge ai membri effettivi l'augurio di un diligente studio sul compito assunto e offre una serie di suggerimenti per i nomi delle vie oritane che trae dalla senile ma non labile memoria.
(La foto è tratta dalla pubblicazione DELLA FONDAZIONE DI ORIA del maestro Dino Attanasio, nipote del Marsella).
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