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Casa delle torture nuova attrattiva nel centro di Oria
15.10.2011- Gazzetta del Mezzogiorno (articolo di ELISEO ZANZARELLI)
L’associazione Palazzo delle Feste – Comunicazione & Eventi, presieduta da Giulio Caforio, promuove cultura e turismo a Oria ed è prossima, infatti, l’inaugurazione di tre, forse quattro, nuovi musei perché l’ospitalità in città deve andare anche oltre il castello e il caratteristico borgo antico, già gettonatissimo dai turisti soprattutto in estate. Il primo sarà quello delle “Torture Medievali” in via Francesco Milizia – ormai imminente -, seguiranno poi “Olio e tradizioni” e “Leggenda di Oria fumosa”. La galleria che tratterà di torture e affini al tempo del Medioevo desta già particolare interesse.
«Qui il Medioevo è considerato e ancora vissuto quasi un’epoca aurea – dice Caforio -, l’epopea di Federico II, della corte imperiale e delle cortigiane. La storia ci racanche altro, e cioè torture immani strumenti atroci. Io e l’amico Giuseppe Roma abbiamo deciso di raccontarla tutta, questa storia, senza censure, e di dare nuovo impulso a un settore turistico che a Oria è monotono e stantio». Una storia che, a parte le gesta dello Stupor Mundi, dai suoi angoli più bui e reconditi tramanda anche di: “Triangoli” per impalare le presunte streghe; “Pulizie dell’anima” (il torturando era costretto a ingerire, prima del giudizio, acqua bollente, carbone e sapone); “Garrote”, pali con collari per strozzare e spezzare le vertebre dei torturandi; “Vergini di Norimberga”, primo strumento di tortura meccanizzato, con aculei affilati che trafiggevano la vittima danneggiando organi non vitali così costringendola a un’atroce agonia; “Maschere dell’infamia”, utili per umiliazioni psichiche e fisiche; “Forni”, con le vittime arse vive.
I prossimi progetti di Palazzo delle Feste, tra i quali si pensa anche a una galleria di “Arti e Mestieri”, sarebbero impensabili senza il supporto che a Caforio – già promotore del Premio Federico II, manifestazione di successo giunta quest’anno alla settima edizione – garantiscono imprenditori quali Roma e Panteca: «Un sostegno – dice il presidente di Palazzo Feste - che non è soltanto economico, ma anche e soprattutto morale, di condivisione dell’iniziativa. Una grande dimostrazione di disponibilità e condivisione da parte d’imprenditori eccellenti, ma anche amici d’indubbio spessore».
È ancora presto per dare anticipazioni sugli altri musei a parte quello delle torture, che apriranno i battenti dalla primavera in poi, ma di certo si sa che sorgeranno nel centro storico o nelle immediate adiacenze. Di più, per il momento, è difficile dire, dato che quello messo su da Caforio, convinto della bontà e dell’utilità di questa musealizzazione privata, è un vero e proprio cantiere e cielo aperto, ma nei confronti del quale già i turisti cominciano a mostrare interesse: la gallery delle torture non è ancora nata ufficialmente, ma tanti hanno provato a prenotare una visita.
L’associazione Palazzo delle Feste – Comunicazione & Eventi, presieduta da Giulio Caforio, promuove cultura e turismo a Oria ed è prossima, infatti, l’inaugurazione di tre, forse quattro, nuovi musei perché l’ospitalità in città deve andare anche oltre il castello e il caratteristico borgo antico, già gettonatissimo dai turisti soprattutto in estate. Il primo sarà quello delle “Torture Medievali” in via Francesco Milizia – ormai imminente -, seguiranno poi “Olio e tradizioni” e “Leggenda di Oria fumosa”. La galleria che tratterà di torture e affini al tempo del Medioevo desta già particolare interesse.
«Qui il Medioevo è considerato e ancora vissuto quasi un’epoca aurea – dice Caforio -, l’epopea di Federico II, della corte imperiale e delle cortigiane. La storia ci racanche altro, e cioè torture immani strumenti atroci. Io e l’amico Giuseppe Roma abbiamo deciso di raccontarla tutta, questa storia, senza censure, e di dare nuovo impulso a un settore turistico che a Oria è monotono e stantio». Una storia che, a parte le gesta dello Stupor Mundi, dai suoi angoli più bui e reconditi tramanda anche di: “Triangoli” per impalare le presunte streghe; “Pulizie dell’anima” (il torturando era costretto a ingerire, prima del giudizio, acqua bollente, carbone e sapone); “Garrote”, pali con collari per strozzare e spezzare le vertebre dei torturandi; “Vergini di Norimberga”, primo strumento di tortura meccanizzato, con aculei affilati che trafiggevano la vittima danneggiando organi non vitali così costringendola a un’atroce agonia; “Maschere dell’infamia”, utili per umiliazioni psichiche e fisiche; “Forni”, con le vittime arse vive.
I prossimi progetti di Palazzo delle Feste, tra i quali si pensa anche a una galleria di “Arti e Mestieri”, sarebbero impensabili senza il supporto che a Caforio – già promotore del Premio Federico II, manifestazione di successo giunta quest’anno alla settima edizione – garantiscono imprenditori quali Roma e Panteca: «Un sostegno – dice il presidente di Palazzo Feste - che non è soltanto economico, ma anche e soprattutto morale, di condivisione dell’iniziativa. Una grande dimostrazione di disponibilità e condivisione da parte d’imprenditori eccellenti, ma anche amici d’indubbio spessore».
È ancora presto per dare anticipazioni sugli altri musei a parte quello delle torture, che apriranno i battenti dalla primavera in poi, ma di certo si sa che sorgeranno nel centro storico o nelle immediate adiacenze. Di più, per il momento, è difficile dire, dato che quello messo su da Caforio, convinto della bontà e dell’utilità di questa musealizzazione privata, è un vero e proprio cantiere e cielo aperto, ma nei confronti del quale già i turisti cominciano a mostrare interesse: la gallery delle torture non è ancora nata ufficialmente, ma tanti hanno provato a prenotare una visita.