domenica 18 dicembre 2011

EGREGIO DR. ANGELO MAZZA, FORSE C'E' DA CHIEDERSI SE IN TANTI TACCIONO PER INDIFFERENZA, PER SERVILISMO OPPURE PER PAURA DI RITORSIONI.

......
Esimio dr. Angelo Mazza,
nel Tuo ultimo appassionante articolo (pubblicato sul blog www.angelomazza.it) Ti rivolgi ad associazioni e studiosi invitandoli a SVEGLIARSI!
Sono del parere che detti soggetti non dormono, bensì sono svegli, molto svegli ed attenti a seguire e coltivare i propri interessi (materiali e non).
Bisogna chiedersi invece "Perchè tacciono?".
Tacciono forse per indifferenza? Per servilismo? Per paura di ritorsioni?
Conosco molti dei soggetti ai quali rivolgi la Tua lettera aperta. Con alcuni di loro ho avuto anche scambio epistolare in ordine a varie problematiche. Con uno in particolare, nei primi mesi del 2008, mi sono confrontato circa la questione "necropoli messapica distrutta nel 2002" (.... a proposito voglio confermarti che è stata davvero distrutta!)

Trascrivo parte del contenuto di una lettera che ricevetti allora da un onorato concittadino, che fa parte di quella schiera che Tu citi.
[Caro Franco,
(........) la tua lettera concettualmente è da condividere in toto.
(.......) Mi devi credere, non sapevo nulla di quanto era accaduto.
La notizia che circolava, in maniera velata, riguardava il ritrovamento di alcune tombe messapiche delle quali non era rimasto nulla se non insignificanti tracce in quanto sconvolte dall'azione estrattiva di blocchi tufacei impiegati per la costruzione del Palazzo dei Missionari. La qual cosa non è una rarità; sono molti gli esempi, in archeologia, di necropoli devastate dall'estrazione di materiale edilizio. La visione di quelle foto mi ha sconvolto.
(....)
Seguendo attentamente quanto sta accadendo mi convinco sempre di più, osservando le foto che circolano, che tanti sapevano e che hanno preferito tacere, o peggio ancora, hanno voluto tacere. Quelle foto, lasciatelo dire da uno che sa, sono state scattate durante la fase finale dello scavo. La prova di quanto affermo è da ricercare in alcuni quanti impercettibili importanti particolari.
1. Il primo particolare è rappresentato dalla rete di protezione, la quale rappresenta la delimitazione tra un'area sottoposta a scavo archeologico e un'area non interessata allo stesso. Deduco, con certezza, che si trattava di uno scavo programmato e non di emergenza.
2. Il secondo particolare è l'estrema pulizia dell'area e delle evidenze archeologiche-strutturali (tombe, controfosse, pozzette di rideposizione, pozzette di scolo, piccole tombe ricavate all'interno di altre tombe (presumibilmente tombe di neonati) ecc.) può farci dire con estrema precisione, senza essere smentiti, che erano state espletate tutte le operazioni relative ai rilievi archeologici (disegni, foto, etc.) indispensabili per una corretta documentazione scientifica.
3. Il terzo particolare si nota osservando la foto 19, la quale avvalora quanto prima affermato, in quanto è possibile osservare la presenza di un cartellino su cui si scrive il numero della U.S. (Unità stratigrafica), segno inequivocabile che i rilievi erano già stati eseguiti.
4. Il quarto particolare è una considerazione personale riguardante il numero di persone a conoscenza di quanto stava accadendo e non ha mai o non ha voluto parlare; infatti osservando le foto, che riprendono tutta l'area di scavo, si deduce che il lavoro di indagine archeologica, decisamente ben fatto, si è protratto per un tempo decisamente lungo e che il luogo fosse molto frequentato durante e dopo tutte le fasi dello scavo (vedi quante persone guardavano e passeggiavano).
Ti prego di riflettere, (.......) altri che realmente sapevano, così come ti ho dimostrato, vogliono farsi passare per paladini della tutela dei Beni Culturali di Oria.
(....)
E' necessario usare l'arma del coinvolgimento, del far rendere tutti protagonisti razionali di una battaglia civile e conseguentemente giusta quale è, appunto, quella che riguarda la tutela di tutti i Beni Culturali.
Non serve, per raggiungere un obbiettivo, pensare di aver ragione (molte volte è vero, altre volte può essere falso) e che tutti la pensino come me o come te; bisogna avere la pazienza di dimostrare e far comprendere che la loro visione può essere errata e, soprattutto, non fargli pesare questa loro ignoranza.
L'indignazione non deve essere solo manifestata da pochi e in particolari momenti; l'indignazione deve essere manifestata da tanti e deve esserci sempre, a maggior ragione, quando si attenta a tutti i nostri Beni Culturali, altrimenti può apparire strumentale.
(.....)
Ti riconosco la forza delle tue convinzioni e la tua capacità a portare avanti giuste battaglie (non farle diventare solo tue) ....]
Orbene, il mittente di quella missiva, pur potendo, non ha speso pubblicamente una parola (alla pari di tanti altri) non solo per la questione necropoli distrutta, ma anche per:
- la costruzione di un bagno abusivo all'interno del giardino storico presso la chiesa di San Francesco d'Assisi;
- per gli abusi edilizi commessi in occasione della ristrutturazione dell'ex cinema Roma (ex palazzo Scazzeri) in Via F.sco Milizia;
- e per quanto accaduto al "nostro" castello.

Detto concittadino è forse impegnato in un'opera di coinvolgimento e sensibilizzazione nei confronti dei Beni Culturali? Sta ottenendo qualche risultato? Me lo auguro ... per il bene della nostra città!

E' il caso di aggiungere altro? Per il momento mi fermo qui. Nel prossimo post rispolvero quanto ho scritto in passato a proposito dei miei rapporti con la sede locale dell'ArcheoclubItalia, del quale sono uno degli 8 soci fondatori (gennaio 2008).
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