(Foto tratta dal web, di proprietà dell'autore).
Nei giorni scorsi è circolata su internet la voce (poi smentita) che il capo del governo, prof. Monti, intendeva tassare gli animali domestici.
Mi viene riferito da una memoria storica che fino alla fine degli anni Cinquanta ad Oria esisteva la tassa sui quadrupedi di proprietà delle famiglie.
Le tariffe variavano in base al tipo di animale ed all'uso che se ne faceva.
La maggiore tassazione era prevista per il mulo da carro, mentre a essere tassata con la tariffa più bassa era la capra.
- Il mulo da carro ad uso pubblico;
- Il cavallo da tiro ad uso pubblico;
- La vacca da latte;
- il mulo da basto ad uso pubblico;
- Il cavallo ad uso privato;
- Il bue da lavoro;
- il cane di lusso;
- il mulo da basto ad uso privato;
- Il cane da caccia;
- Il somaro e l’asino;
- La capra.
La cittadinanza veniva avvisata dell'esistenza del balzello a mezzo di manifesti e da avvisi verbali a mezzo di banditore. L'evasione fiscale si sa ... c'è sempre stata e a quei tempi esisteva una ignobile figura, quella del "cacciatore di evasori di tasse", una sorta di delatore, di ruffiano del potere costituito che altri non era che un perdigiorno dedito ad accusare i compaesani che, a suo parere, non pagavano le imposte comunali. In tale contesto non era difficile imbattersi in dei veri e propri mascalzoni che riferivano falsamente che Tizio o Caio possedeva qualcosa da tassare. Così come non era difficile che l'impiegato comunale addetto all'Ufficio Imposte e Tributi fosse altrettanto mascalzone da applicare ad un poveraccio possessore di un asinello la tassa prevista per il cavallo da tiro o per il mulo da carro.
Qualcosa del genere è davvero accaduto tanti anni fa nella nostra Oria ad un contadino che possedeva un'asina, ma che gli veniva imposto di pagare un importo maggiore, ovvero la tassa prevista per il cavallo da tiro. Nessun effetto sortivano le sue ripetute lamentele, esternate direttamente anche al sindaco dell'epoca.
Come accaduto tante volte in passato, un bel giorno Oria rimase senza amministrazione comunale a causa di beghe politiche ed arrivò il commissario prefettizio. Il "nostro" contadino ingiustamente (tar)tassato si animò di coraggio e chiese udienza al Commissario, al quale spiegò l'ingiustizia subita. Il commissario in sua presenza chiamò l'addetto alle imposte ordinandogli di verbalizzare che il presente cittadino dichiarava di non possedere un cavallo da tiro, bensì una somara.
Al ché il buon contadino replicò: "Eccillenza ... no m'agghiu spiacatu buenu sirai .... iu tegnu na ciuccia!" ed il commissario trattenendo a stento le risate disse: "Si... buon uomo ho capito ... ho capito ..... allora -disse all'impiegato- scrivi che il presente cittadino dichiara di non possedere un cavallo da tiro, bensì una somara, ovvero un'asina".
Ed il contadino ancora una volta interruppe dicendo: "Pirdunatimi ... Eccillenza ... no m'agghiu spiacatu buenu sirai .... iu na ciuccia tegnu e basta, noni sumara o asina!".
A quel punto il funzionario di prefettura non riuscendo a trattenere una fragorosa risata disse al subalterno: "Scrivi ciuccia ... ciuco ..... quadrupede equino ... qualsiasi cosa ... l'importante è chiudere questa storia .... altrimenti questo mi fa scoppiare un'ernia inguinale!".
Il contadino ritornò a casa felice e contento .... ma ahimè ... non lo fu per molto, in quanto dopo qualche mese il commissario andò via e, tornati al governo della città i soliti noti, ripresero nei suoi confronti e di altri cittadini certe ingiustizie.
Ai cittadini che subivano angherie non rimaneva che la speranza di un ritorno a breve del commissario e qualcuno di essi usava ripetere: "A' turnà lu cummissariu!"
Mi viene riferito da una memoria storica che fino alla fine degli anni Cinquanta ad Oria esisteva la tassa sui quadrupedi di proprietà delle famiglie.
Le tariffe variavano in base al tipo di animale ed all'uso che se ne faceva.
La maggiore tassazione era prevista per il mulo da carro, mentre a essere tassata con la tariffa più bassa era la capra.
- Il mulo da carro ad uso pubblico;
- Il cavallo da tiro ad uso pubblico;
- La vacca da latte;
- il mulo da basto ad uso pubblico;
- Il cavallo ad uso privato;
- Il bue da lavoro;
- il cane di lusso;
- il mulo da basto ad uso privato;
- Il cane da caccia;
- Il somaro e l’asino;
- La capra.
La cittadinanza veniva avvisata dell'esistenza del balzello a mezzo di manifesti e da avvisi verbali a mezzo di banditore. L'evasione fiscale si sa ... c'è sempre stata e a quei tempi esisteva una ignobile figura, quella del "cacciatore di evasori di tasse", una sorta di delatore, di ruffiano del potere costituito che altri non era che un perdigiorno dedito ad accusare i compaesani che, a suo parere, non pagavano le imposte comunali. In tale contesto non era difficile imbattersi in dei veri e propri mascalzoni che riferivano falsamente che Tizio o Caio possedeva qualcosa da tassare. Così come non era difficile che l'impiegato comunale addetto all'Ufficio Imposte e Tributi fosse altrettanto mascalzone da applicare ad un poveraccio possessore di un asinello la tassa prevista per il cavallo da tiro o per il mulo da carro.
Qualcosa del genere è davvero accaduto tanti anni fa nella nostra Oria ad un contadino che possedeva un'asina, ma che gli veniva imposto di pagare un importo maggiore, ovvero la tassa prevista per il cavallo da tiro. Nessun effetto sortivano le sue ripetute lamentele, esternate direttamente anche al sindaco dell'epoca.
Come accaduto tante volte in passato, un bel giorno Oria rimase senza amministrazione comunale a causa di beghe politiche ed arrivò il commissario prefettizio. Il "nostro" contadino ingiustamente (tar)tassato si animò di coraggio e chiese udienza al Commissario, al quale spiegò l'ingiustizia subita. Il commissario in sua presenza chiamò l'addetto alle imposte ordinandogli di verbalizzare che il presente cittadino dichiarava di non possedere un cavallo da tiro, bensì una somara.
Al ché il buon contadino replicò: "Eccillenza ... no m'agghiu spiacatu buenu sirai .... iu tegnu na ciuccia!" ed il commissario trattenendo a stento le risate disse: "Si... buon uomo ho capito ... ho capito ..... allora -disse all'impiegato- scrivi che il presente cittadino dichiara di non possedere un cavallo da tiro, bensì una somara, ovvero un'asina".
Ed il contadino ancora una volta interruppe dicendo: "Pirdunatimi ... Eccillenza ... no m'agghiu spiacatu buenu sirai .... iu na ciuccia tegnu e basta, noni sumara o asina!".
A quel punto il funzionario di prefettura non riuscendo a trattenere una fragorosa risata disse al subalterno: "Scrivi ciuccia ... ciuco ..... quadrupede equino ... qualsiasi cosa ... l'importante è chiudere questa storia .... altrimenti questo mi fa scoppiare un'ernia inguinale!".
Il contadino ritornò a casa felice e contento .... ma ahimè ... non lo fu per molto, in quanto dopo qualche mese il commissario andò via e, tornati al governo della città i soliti noti, ripresero nei suoi confronti e di altri cittadini certe ingiustizie.
Ai cittadini che subivano angherie non rimaneva che la speranza di un ritorno a breve del commissario e qualcuno di essi usava ripetere: "A' turnà lu cummissariu!"