venerdì 28 ottobre 2011

ORIA - IL PODESTA' ROCCO GRECO NEL 1933 NON POTEVA CEDERE IL CASTELLO AI MARTINI CARISSIMO, IN QUANTO DOVEVA RIMANERE "BENE DI PUBBLICA UTILITA'"

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Grazie al frutto di una ricerca (cliccare QUI) effettuata dall'architetto Alessio Carbone posso rendervi edotti del contenuto di questo articolo.

I fabbricati conventuali incamerati dallo Stato con il regio decreto n. 3036 del 7 luglio 1866 furono alienati oppure concessi ai Comuni e alle Province previa richiesta di utilizzo per pubblica utilità (art.20), destinazione che doveva avvenire entro il termine di un anno dalla presa di possesso.
Il Consiglio Comunale di Oria, con delibera del 1878, chiedeva al Ministero della Pubblica istruzione che il castello venisse dichiarato monumento nazionale. La domanda fu curata dal teologo Carmelo Pignatelli di Grottaglie, assiduo frequentatore della Commissione Conservatrice, proponendo che si inoltrassero le pratiche presso il ministero affinché il castello fosse ceduto al Municipio e per un possibile sussidio per ripararlo.
L'Amministrazione Generale del Fondo per il Culto, con dispaccio del 9.7.1879, n.2283.42260 dispose: "di addivenire alla concessione del castello a codesto Comune, e di redigersi regolare atto. Le condizioni imposte al municipio sono assai onerose. Fre le tante, il cessionario (il Comune) si obbliga di convertire il locale ceduto in uno degli usi specifici dell'art.20 della legge 7 luglio 1866, se la destinazione designata non avrà effetti, la cessione s'intenderà di pieno diritto risolta. Il cessionario si obbliga di ................"
Foto d'epoca, inizio 1900 (tratta dal libro LA PAROLA ALLE CARTE, ed.amministrazione Com/le Oria).
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