domenica 30 ottobre 2011

IL CASTELLO DI ORIA: "ERETTO SULLE MANI DEI GIGANTI, PER LE DIVINITA' REGNANTI NEGLI ANTICHI TEMPI"- (JANET ROSS STUDIOSA BRITANNICA DELL'800)

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Ricevo e pubblico dall'architetto Alessio Carbone, oritano, attualmente dimorante in Firenze:

[Caro Franco,
ti invio alcuni articoli che ho potuto trovare nella Bibilioteca Nazionale di Firenze (ti lascio immaginare .... il lavoro), e scoprirai delle pagine appassionanti, dei racconti suggestivi e qualche messaggio lasciato ai posteri da personaggi del passato, anche NON oritani, che poi " forse è stato disatteso "...mah!

Dagli articoli appare chiaro che gli ALTRI, cioè i non cittadini di Oria, amavano la nostra cittadina e soprattutto il suo patrimonio storico-artistico-culturale a tal punto da prodigarsi affinchè si facesse qualcosa per la conservazione della sua bellezza.
Ciao.
Alessio Carbone]

[Questo è il primo di una serie di articoli che pubblicherò grazie al materiale inviatomi dall'architetto Alessio Carbone]

Il castello di Oria prima del suo restauro generale (Cronache tratte da alcune riviste d'arte dei primi del novecento)
1) Articolo tratto da " La terra di Manfredi " (Titolo originale: The land of Manfred, prince of Tarentum"). Janet Ross 1899 (foto a destra tratta da Wikipedia.org.)

Nel 1888 scende in Puglia una giovane studiosa britannica, Janet Ross. Ha buoni amici, nella nostra terra, e lei è impregnata di storiografìa romantica, ama l'Italia e il suo paesaggio. E' a Firenze quando decide di scendere nel Sud profondo; e, armata di amore, di taccuino e anche di un curioso cappellino che gli indigeni non mancheranno di notare sulla sua testa per l'estrosità della confezione, affronta il grande viaggio. E' per lei la felice occasione per registrare costumi e tradizioni e storia di una civiltà diversa dalla sua. Il libro che raccoglie le sue esperienze fu pubblicato qualche anno dopo, 1889 o 1890 in Gran Bretagna e poi in Italia.

La studiosa passò per Oria spinta dalle voci che le avevano segnalato la sua lunga storia e le antiche vestigia, riportando la sua curiosa visita in alcune pagine dello stesso libro di cui ne riporto alcuni significativi stralci.

"....Arrivammo poco dopo infatti nell'antica capitale della Messapia, Oria o Uria, che si suppone sia stata fondata da Japigio figlio di Dedalo, e ritenuta una delle principali città dell'antica Calabria. Erodoto la chiama invece Hyria, e dice che fu una delle prime colonie fondate dai Cretesi in questa parte d'Italia; ed ai tempi di Strabone, ancora esisteva un palazzo appartenente agli antichi re indigeni. La potente cittadina si battette con Taranto, fu assediata e presa da Annibale, diventò Romana dopo la di lui disfatta.
La via Appia, che conduceva da Taranto a Brindisi, attraversava Oria; e poche piazze erano formidabili al pari di Oria, col suo magnifico castello situato al vertice di una montagna, fra lo Ionio e l'Adriatico, e che sembrava fosse stato
Piled by the hands of giants
For godlike king of old.
(Eretto sulle mani dei giganti
Per le divinità regnanti negli antichi tempi)
Filari di Agave colossali fanno da siepe alla strada, e qualcuna spinge in alto la sua spiga fiorita sino a otto e dieci piedi di altezza.
La mia ammirazione per la piccola città lusingò moltissimo un signore di Oria, che era venuto ad incontrarci alla stazione, il quale credette informarci che la sua città contava nientemeno che duemilaottocentonovantacinque anni."
.............................................Continua in un prossimo articolo.

Foto d'epoca, inizio 1900 (tratta dal libro LA PAROLA ALLE CARTE, ed.amministrazione Com/le Oria).
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